La maggior parte della rete idrografica montana è costituita da collettori ad elevata pendenza (torrenti montani). La natura e la dinamica di tali collettori influenzano le caratteristiche del materiale solido rilasciato a valle, determinando aspetti quali quantità, temporalità e caratteristiche fisiche del sedimento trasportato ai fiumi pedemontani e vallivi. Col termine trasporto di fondo (bedload) si definisce la mobilitazione del materiale grossolano presente in un collettore, materiale che viene mobilitato lungo il letto tramite rotolamento, strisciamento e saltazione. In ambiente montano, l’analisi e la quantificazione del trasporto di fondo è di fondamentale importanza per diversi aspetti, come ad esempio poter meglio comprendere le condizioni morfo-dinamiche dei collettori montani, valutare il pericolo connesso al trasporto solido, pianificare e progettare opere di trattenuta. L’importanza di questo fenomeno contrasta però col fatto che esso è di difficile monitoraggio, soprattutto nei piccoli bacini montani, a causa della sua natura puramente impulsiva. Inoltre, nei torrenti montani la mobilità del sedimento è fortemente influenzata dalla presenza di forme di fondo e dal materiale altamente eterogeneo costituente il letto del collettore, aspetti che si traducono negli effetti di nascondimento/esposizione (hiding/exposure), consolidamento (consolidation) e incorporamento (embedding). Tali condizioni rendono difficile la valutazione del trasporto di fondo e si riflettono, ad esempio, nelle equazioni predittive. Esse, infatti, sono perlopiù sviluppate tramite esperimenti di laboratorio (flume) o calibrate in specifiche aree studio, e quindi forniscono generalmente basse performance se applicate ad altri siti di studio. Diversi metodi diretti ed indiretti possono essere utilizzati in campo al fine di monitorare il trasporto di fondo. Generalmente tali metodi richiedono la realizzazione di dispendiose strutture (es. stazioni di monitoraggio permanenti) o estese e perigliose indagini di campo (es. tracers, bedload traps). Come conseguenza, i dati di campo riguardanti il trasporto di fondo sono relativamente scarsi, ed in particolare i programmi di monitoraggio mantenuti nel lungo periodo sono particolarmente rari. Grazie all’assunzione che il trasporto di fondo può essere inteso come il risultato di singoli movimenti casuali di particelle, negli ultimi anni il metodo dei traccianti (tracers) è stato largamente impiegato in campo. Tale metodologia consente di ottenere preziosi dati riguardanti le dinamiche di trasporto solido, affinando i risultati ottenibili tramite samplers, traps e stazioni di monitoraggio permanenti. L’obiettivo principale del lavoro di tesi è stato quello esaminare le dinamiche di trasporto solido in due aree studio, il Rio Cordon (Alpi) e l’Estero Morales (Ande), focalizzandomi in particolare nell’indagine del trasporto solido di fondo. Il Rio Cordon (NE Italia) è un tipico torrente alpino, caratterizzato da una prevalente configurazione step-pool/riffle-pool e da un pendenza media pari al 13%. Il bacino esteso 5 km2 mostra un regime dei deflussi dominato da scioglimento nivale e da precipitazione piovose. In questo bacino è in funzione dal 1986 una stazione di monitoraggio, realizzata al fine di registrare in continuo le portate liquide ed il trasporto solido (di fondo e in sospensione). Il secondo sito è l’Estero Morales, torrente montano situato nella Región Metropolitana de Santiago (Cile centrale). Il collettore presenta una morfologia mista, in cui prevalgono le configurazioni a boulder-cascade, step-pool e plane bed, mentre la pendenza media è pari al 9.5%. Questo bacino andino ospita il ghiacciaio San Francisco (1.8 km2), il quale influenza notevolmente il regime idrologico dell’area studio. Durante il periodo di scioglimento (Dicembre-Marzo), il ghiacciaio assicura fluttuazioni giornaliere nelle portata idriche con un ampio variabilità nei tassi di trasporto solido. Queste aree studio sono state esaminate in quanto diverse in termini di geologia, morfologia, vegetazione, clima, precipitazioni e regime delle portate. Tale diversità ha permesso di poter eseguire un’analisi comparativa tra le due aree studio. Grazie ai dati prodotti dalla stazione di monitoraggio situata nel Rio Cordon, sono stati analizzati i flussi di sedimento registrati dal 1986 ad oggi. I dati raccolti riguardanti sia il trasporto solido di fondo che in sospensione hanno permesso di analizzare le dinamiche di trasporto solido a diverse scale temporali, spaziando dal breve (eventi di piena) al lungo periodo (tre decenni). A scala di evento, una buona relazione è stata trovata tra picco di portata (Qpeak) e le quantità di sedimento trasportate. Il trend annuale nei flussi di sedimento è stato esaminato così come il contributo dei singoli eventi alla produzione totale di sedimento da parte del bacino. In questo senso, il contributo annuale in sospensione varia tra 10 e 2524 t y-1 mentre il trasporto di fondo varia tra 0 e1543 t y-1. In termini di quantità trasportate, i maggiori apporti annuali sono stati registrati negli anni in cui si sono verificati eventi ad elevata magnitudo, evidenziando come il budget di sedimento nel Rio Cordon sia controllato dal verificarsi di tali fenomeni. L’analisi del trasporto in sospensione stagionale ha dimostrato che tra il 1986 e il 1993 la maggior parte del materiale fine è stato mobilitato durante lo scioglimento nivale e durante la stagione estiva. L’autunno ed il periodo di scioglimento nivale sono stati invece le stagioni che hanno principalmente contribuito nei periodi 1994-2004 e 2004-2014, rispettivamente. Il bacino del Rio Cordon, nel periodo 1986-2014, è stato caratterizzato da una produzione media annuale di sedimento pari a 103 t km-2 y-1, con il trasporto di fondo che ha contributo per il 21% al totale trasportato. Il rapporto tra la quantità di sedimento trasportato da ciascun evento ed il volume d’idrogramma che ha contribuito a tale evento di trasporto, ha permesso di ottenere un trend temporale riguardante l’efficienza di trasporto. Tale trend ha evidenziato l’esistenza di periodi caratterizzati da una diversa disponibilità di sedimento. In particolare, un periodo ad elevata efficienza di trasporto sembra essersi verificato successivamente ad un evento eccezionale registrato nel Settembre 1994 (RI > 100 years). Tale evento ha influenzato le disponibilità di sedimento sia a scala di bacino che di collettore, e la sua magnitudo ha influenzato le dinamiche di trasporto solido nel lungo periodo, incrementandone l’efficienza per circa un decennio. I risultati ottenuti aggiornano il budget di sedimento riguardante il Rio Cordon, facendo inoltre luce sulle quelle che possono essere nel lungo periodo le dinamiche di trasporto in un bacino alpino. Una volta affrontata la questione della quantità e la temporalità con cui un collettore montano può trasportare sedimento, la tesi si è focalizzata nell’esaminare le condizioni di mobilità che caratterizzano il trasporto di fondo. A questo scopo, il metodo dei traccianti e stato utilizzato in entrambi i siti di studio. Nello specifico 250 PITs (Passive Integrated Transponders) sono stati installati nel Rio Cordon, mentre 429 sono stati posizionati nell’Estero Morales. Nel collettore alpino i tracers sono stati monitorati a partire dal 2010, indagandone gli spostamenti lungo un tratto di studio esteso 320 m. L’Estero Morales è stato equipaggiato con i traccianti a partire dall’estate australe 2014 ed utilizzando un tratto di studio esteso circa 700 m. Complessivamente nelle aree di studio sono stati eseguiti 25 monitoraggi PIT, avvalendosi di un’antenna mobile per determinare la posizione dei traccianti. Nelle campagne di misura effettuate nell’Estero Morales e nel Rio Cordon sono stati raggiunti dei tassi di recupero dei traccianti pari al 50% e 70%, rispettivamente. Tali valori sono in linea con i tassi ottenuti da lavori simili riguardanti il monitoraggio tramite tracers. In termini di portata al picco, nel Rio Cordon sono stati monitorati eventi compresi tra 0.44 m3 s-1 e 2.10 m3 s-1, mentre nell’Estero Morales QPEAK varia tra 3.44 m3 s-1 e 4.68 m3 s-1. In entrambi i siti, è stata esaminata l’influenza sia della dimensione del sedimento sia delle condizioni idrologiche sulle distanze di trasporto. In entrambi i casi, il trasporto selettivo appare la dinamica di trasporto prevalente durante gli eventi a bassa e media magnitudo; mentre condizioni di equimobilità sono state innescate dagli eventi ad elevata magnitudo. Nonostante queste dinamiche simili, la relazione tra granulometria dei traccianti mobilitati e Qpeak sembra suggerire che nel Rio Cordon il trasporto è fortemente influenzato dalle dimensioni della particella, mentre nell’Estero Morales tale relazione appare alquanto debole. Al fine di confrontare i casi studio, lo stream power (ω) è stato utilizzato in entrambi i siti per descrivere le condizioni idrologiche. Per ciascun movimento PIT, è stata realizzata la relativa curva di durata potendo così calcolare anche il 25° (ω25), 50° (ω50) e 75° (ω75) percentile di unit stream power a cui è stato sottoposto ciascun tracciante. In entrambi i siti la distanza media è positivamente correlata con ωpeak, il quale appare il descrittore più rilevante per quanto riguarda la mobilità dei traccianti. In questo senso, nell’Estero Morales è stata riscontrata durante l’intero periodo di studio una elevata capacità di trasporto. Nel Rio Cordon condizioni comparabili sono state osservate solo oltre una specifica soglia ( ~ 400 W m-2), oltre cui il collettore alpino mostra capacità di trasporto superiori rispetto a quanto osservato nel torrente andino. Questa tesi beneficia di due programmi di monitoraggio dedicati al trasporto di fondo. Il primo è rappresentato dal monitoraggio a lungo termine in corso nel Rio Cordon e svolto dal 1986 dalla stazione sperimentale. Tale programma ha prodotto una serie di dati estesa quasi tre decenni, permettendo di analizzare le dinamiche di trasporto solido nel lungo periodo. Oltre a ciò, il monitoraggio intrapreso nell’Estero Morales e nel Rio Cordon tramite l’uso di traccianti PIT ha consentito di ottenere interessanti risultati riguardanti la mobilità del sedimento in queste due aree studio, permettendo di effettuare un analisi comparativa. In questo senso, i traccianti PIT si sono dimostrati un metodo particolarmente adatto al monitoraggio del trasporto di fondo, il quale non causa disturbi al letto del collettore ed evita di doversi avvalere di assunzioni empiriche riguardanti un fenomeno così complesso come il trasporto solido.

SEDIMENT DYNAMICS IN HIGH GRADIENT STREAMS: BEDLOAD INVESTIGATION IN TWO STUDY AREAS LOCATED IN ALPINE AND ANDINE ENVIRONMENTS

RAINATO, RICCARDO
2016

Abstract

La maggior parte della rete idrografica montana è costituita da collettori ad elevata pendenza (torrenti montani). La natura e la dinamica di tali collettori influenzano le caratteristiche del materiale solido rilasciato a valle, determinando aspetti quali quantità, temporalità e caratteristiche fisiche del sedimento trasportato ai fiumi pedemontani e vallivi. Col termine trasporto di fondo (bedload) si definisce la mobilitazione del materiale grossolano presente in un collettore, materiale che viene mobilitato lungo il letto tramite rotolamento, strisciamento e saltazione. In ambiente montano, l’analisi e la quantificazione del trasporto di fondo è di fondamentale importanza per diversi aspetti, come ad esempio poter meglio comprendere le condizioni morfo-dinamiche dei collettori montani, valutare il pericolo connesso al trasporto solido, pianificare e progettare opere di trattenuta. L’importanza di questo fenomeno contrasta però col fatto che esso è di difficile monitoraggio, soprattutto nei piccoli bacini montani, a causa della sua natura puramente impulsiva. Inoltre, nei torrenti montani la mobilità del sedimento è fortemente influenzata dalla presenza di forme di fondo e dal materiale altamente eterogeneo costituente il letto del collettore, aspetti che si traducono negli effetti di nascondimento/esposizione (hiding/exposure), consolidamento (consolidation) e incorporamento (embedding). Tali condizioni rendono difficile la valutazione del trasporto di fondo e si riflettono, ad esempio, nelle equazioni predittive. Esse, infatti, sono perlopiù sviluppate tramite esperimenti di laboratorio (flume) o calibrate in specifiche aree studio, e quindi forniscono generalmente basse performance se applicate ad altri siti di studio. Diversi metodi diretti ed indiretti possono essere utilizzati in campo al fine di monitorare il trasporto di fondo. Generalmente tali metodi richiedono la realizzazione di dispendiose strutture (es. stazioni di monitoraggio permanenti) o estese e perigliose indagini di campo (es. tracers, bedload traps). Come conseguenza, i dati di campo riguardanti il trasporto di fondo sono relativamente scarsi, ed in particolare i programmi di monitoraggio mantenuti nel lungo periodo sono particolarmente rari. Grazie all’assunzione che il trasporto di fondo può essere inteso come il risultato di singoli movimenti casuali di particelle, negli ultimi anni il metodo dei traccianti (tracers) è stato largamente impiegato in campo. Tale metodologia consente di ottenere preziosi dati riguardanti le dinamiche di trasporto solido, affinando i risultati ottenibili tramite samplers, traps e stazioni di monitoraggio permanenti. L’obiettivo principale del lavoro di tesi è stato quello esaminare le dinamiche di trasporto solido in due aree studio, il Rio Cordon (Alpi) e l’Estero Morales (Ande), focalizzandomi in particolare nell’indagine del trasporto solido di fondo. Il Rio Cordon (NE Italia) è un tipico torrente alpino, caratterizzato da una prevalente configurazione step-pool/riffle-pool e da un pendenza media pari al 13%. Il bacino esteso 5 km2 mostra un regime dei deflussi dominato da scioglimento nivale e da precipitazione piovose. In questo bacino è in funzione dal 1986 una stazione di monitoraggio, realizzata al fine di registrare in continuo le portate liquide ed il trasporto solido (di fondo e in sospensione). Il secondo sito è l’Estero Morales, torrente montano situato nella Región Metropolitana de Santiago (Cile centrale). Il collettore presenta una morfologia mista, in cui prevalgono le configurazioni a boulder-cascade, step-pool e plane bed, mentre la pendenza media è pari al 9.5%. Questo bacino andino ospita il ghiacciaio San Francisco (1.8 km2), il quale influenza notevolmente il regime idrologico dell’area studio. Durante il periodo di scioglimento (Dicembre-Marzo), il ghiacciaio assicura fluttuazioni giornaliere nelle portata idriche con un ampio variabilità nei tassi di trasporto solido. Queste aree studio sono state esaminate in quanto diverse in termini di geologia, morfologia, vegetazione, clima, precipitazioni e regime delle portate. Tale diversità ha permesso di poter eseguire un’analisi comparativa tra le due aree studio. Grazie ai dati prodotti dalla stazione di monitoraggio situata nel Rio Cordon, sono stati analizzati i flussi di sedimento registrati dal 1986 ad oggi. I dati raccolti riguardanti sia il trasporto solido di fondo che in sospensione hanno permesso di analizzare le dinamiche di trasporto solido a diverse scale temporali, spaziando dal breve (eventi di piena) al lungo periodo (tre decenni). A scala di evento, una buona relazione è stata trovata tra picco di portata (Qpeak) e le quantità di sedimento trasportate. Il trend annuale nei flussi di sedimento è stato esaminato così come il contributo dei singoli eventi alla produzione totale di sedimento da parte del bacino. In questo senso, il contributo annuale in sospensione varia tra 10 e 2524 t y-1 mentre il trasporto di fondo varia tra 0 e1543 t y-1. In termini di quantità trasportate, i maggiori apporti annuali sono stati registrati negli anni in cui si sono verificati eventi ad elevata magnitudo, evidenziando come il budget di sedimento nel Rio Cordon sia controllato dal verificarsi di tali fenomeni. L’analisi del trasporto in sospensione stagionale ha dimostrato che tra il 1986 e il 1993 la maggior parte del materiale fine è stato mobilitato durante lo scioglimento nivale e durante la stagione estiva. L’autunno ed il periodo di scioglimento nivale sono stati invece le stagioni che hanno principalmente contribuito nei periodi 1994-2004 e 2004-2014, rispettivamente. Il bacino del Rio Cordon, nel periodo 1986-2014, è stato caratterizzato da una produzione media annuale di sedimento pari a 103 t km-2 y-1, con il trasporto di fondo che ha contributo per il 21% al totale trasportato. Il rapporto tra la quantità di sedimento trasportato da ciascun evento ed il volume d’idrogramma che ha contribuito a tale evento di trasporto, ha permesso di ottenere un trend temporale riguardante l’efficienza di trasporto. Tale trend ha evidenziato l’esistenza di periodi caratterizzati da una diversa disponibilità di sedimento. In particolare, un periodo ad elevata efficienza di trasporto sembra essersi verificato successivamente ad un evento eccezionale registrato nel Settembre 1994 (RI > 100 years). Tale evento ha influenzato le disponibilità di sedimento sia a scala di bacino che di collettore, e la sua magnitudo ha influenzato le dinamiche di trasporto solido nel lungo periodo, incrementandone l’efficienza per circa un decennio. I risultati ottenuti aggiornano il budget di sedimento riguardante il Rio Cordon, facendo inoltre luce sulle quelle che possono essere nel lungo periodo le dinamiche di trasporto in un bacino alpino. Una volta affrontata la questione della quantità e la temporalità con cui un collettore montano può trasportare sedimento, la tesi si è focalizzata nell’esaminare le condizioni di mobilità che caratterizzano il trasporto di fondo. A questo scopo, il metodo dei traccianti e stato utilizzato in entrambi i siti di studio. Nello specifico 250 PITs (Passive Integrated Transponders) sono stati installati nel Rio Cordon, mentre 429 sono stati posizionati nell’Estero Morales. Nel collettore alpino i tracers sono stati monitorati a partire dal 2010, indagandone gli spostamenti lungo un tratto di studio esteso 320 m. L’Estero Morales è stato equipaggiato con i traccianti a partire dall’estate australe 2014 ed utilizzando un tratto di studio esteso circa 700 m. Complessivamente nelle aree di studio sono stati eseguiti 25 monitoraggi PIT, avvalendosi di un’antenna mobile per determinare la posizione dei traccianti. Nelle campagne di misura effettuate nell’Estero Morales e nel Rio Cordon sono stati raggiunti dei tassi di recupero dei traccianti pari al 50% e 70%, rispettivamente. Tali valori sono in linea con i tassi ottenuti da lavori simili riguardanti il monitoraggio tramite tracers. In termini di portata al picco, nel Rio Cordon sono stati monitorati eventi compresi tra 0.44 m3 s-1 e 2.10 m3 s-1, mentre nell’Estero Morales QPEAK varia tra 3.44 m3 s-1 e 4.68 m3 s-1. In entrambi i siti, è stata esaminata l’influenza sia della dimensione del sedimento sia delle condizioni idrologiche sulle distanze di trasporto. In entrambi i casi, il trasporto selettivo appare la dinamica di trasporto prevalente durante gli eventi a bassa e media magnitudo; mentre condizioni di equimobilità sono state innescate dagli eventi ad elevata magnitudo. Nonostante queste dinamiche simili, la relazione tra granulometria dei traccianti mobilitati e Qpeak sembra suggerire che nel Rio Cordon il trasporto è fortemente influenzato dalle dimensioni della particella, mentre nell’Estero Morales tale relazione appare alquanto debole. Al fine di confrontare i casi studio, lo stream power (ω) è stato utilizzato in entrambi i siti per descrivere le condizioni idrologiche. Per ciascun movimento PIT, è stata realizzata la relativa curva di durata potendo così calcolare anche il 25° (ω25), 50° (ω50) e 75° (ω75) percentile di unit stream power a cui è stato sottoposto ciascun tracciante. In entrambi i siti la distanza media è positivamente correlata con ωpeak, il quale appare il descrittore più rilevante per quanto riguarda la mobilità dei traccianti. In questo senso, nell’Estero Morales è stata riscontrata durante l’intero periodo di studio una elevata capacità di trasporto. Nel Rio Cordon condizioni comparabili sono state osservate solo oltre una specifica soglia ( ~ 400 W m-2), oltre cui il collettore alpino mostra capacità di trasporto superiori rispetto a quanto osservato nel torrente andino. Questa tesi beneficia di due programmi di monitoraggio dedicati al trasporto di fondo. Il primo è rappresentato dal monitoraggio a lungo termine in corso nel Rio Cordon e svolto dal 1986 dalla stazione sperimentale. Tale programma ha prodotto una serie di dati estesa quasi tre decenni, permettendo di analizzare le dinamiche di trasporto solido nel lungo periodo. Oltre a ciò, il monitoraggio intrapreso nell’Estero Morales e nel Rio Cordon tramite l’uso di traccianti PIT ha consentito di ottenere interessanti risultati riguardanti la mobilità del sedimento in queste due aree studio, permettendo di effettuare un analisi comparativa. In questo senso, i traccianti PIT si sono dimostrati un metodo particolarmente adatto al monitoraggio del trasporto di fondo, il quale non causa disturbi al letto del collettore ed evita di doversi avvalere di assunzioni empiriche riguardanti un fenomeno così complesso come il trasporto solido.
25-gen-2016
Inglese
Sediment transport; Bedload; Monitoring; Alpine basin; Andean basin; PIT tracers; Sediment budget; Sediment yield.
LENZI, MARIO ARISTIDE
LENZI, MARIO ARISTIDE
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-83564