A cavallo del XII secolo i monaci cistercensi dovettero affrontare una crisi che compromise la stabilità del loro istituto: disgregazione culturale interna all'Ordine, le cui fondazioni erano sparpagliate su un territorio vastissimo e disomogeneo, combinata a una competizione costante con il papato, specialmente con Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III che cercarono di sottomettere la "libertas Ordinis" alla "libertates Ecclesiae", contribuirono a diffondere un senso di instabilità che portò il centro dell'Ordine a temere una "dissolutio ordinins". Oggetto di questa tesi dottorale è l'evoluzione dell'autorappresentazione dell'Ordine nelle prime collezioni cistercensi di miracoli, in relazione agli sviluppi istituzionali, economici e culturali che ne caratterizzarono la storia. Le principali fonti che ho esaminato sono il Collectaneum Exemplorum Clarevallense (scritto sotto il priorato di Giovanni di Clairvaux 1171-1179), il Liber Miraculorum di Erberto di Torres, l'Exordium Magnum Cisterciense attribuito a Corrado di Eberbach, il Dialogus Miraculorum e i Libri VIII Miraculorum di Cesario di Heisterbach. Sono state anche esaminate varie altre raccolte, tra le quali il Liber Revelationum di Richalm di Schöntal e alcuni frammenti di un probabile Liber redatto nel monastero londinese di Stratford-Langthorne e contenuti nel parzialmente inedito Liber Revelationum di Pietro di Cornovaglia. Dal punto di vista metodologico, la ricerca si concentra nell'analisi comparata degli elementi formali e tematici che caratterizzano le fonti, per mettere in risalto punti di contatto e divergenze negli stili e nelle tecniche compositive. Particolare interesse viene posto sulle istanze dottrinali e teologiche in connessione alle funzioni pedagogiche e edificanti. Attraverso la letteratura delle visioni è possibile vedere come i Cistercensi tentarono di affermare la loro "religio" come la migliore interprete delle dottrine sviluppate in ambito teologico-canonistico. Strategie narrative e testuali furono i mezzi adottati da questa produzione letteraria per affermare la superiorità cistercense nel mondo ecclesiastico. Conseguentemente, l'analisi si sviluppa su due fronti paralleli: un'ispezione degli aspetti dottrinali codificati nelle narrazioni e uno studio delle funzioni e delle trasmissioni dei testi.
Visioni paradisiache e terrori infernali. Crisi istituzionale e trasmissione d'identità nelle collezioni di miracoli cistercensi (seconda metà sec. XII - primo quarto sec. XIII)
BRACA, LORENZO
2012
Abstract
A cavallo del XII secolo i monaci cistercensi dovettero affrontare una crisi che compromise la stabilità del loro istituto: disgregazione culturale interna all'Ordine, le cui fondazioni erano sparpagliate su un territorio vastissimo e disomogeneo, combinata a una competizione costante con il papato, specialmente con Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III che cercarono di sottomettere la "libertas Ordinis" alla "libertates Ecclesiae", contribuirono a diffondere un senso di instabilità che portò il centro dell'Ordine a temere una "dissolutio ordinins". Oggetto di questa tesi dottorale è l'evoluzione dell'autorappresentazione dell'Ordine nelle prime collezioni cistercensi di miracoli, in relazione agli sviluppi istituzionali, economici e culturali che ne caratterizzarono la storia. Le principali fonti che ho esaminato sono il Collectaneum Exemplorum Clarevallense (scritto sotto il priorato di Giovanni di Clairvaux 1171-1179), il Liber Miraculorum di Erberto di Torres, l'Exordium Magnum Cisterciense attribuito a Corrado di Eberbach, il Dialogus Miraculorum e i Libri VIII Miraculorum di Cesario di Heisterbach. Sono state anche esaminate varie altre raccolte, tra le quali il Liber Revelationum di Richalm di Schöntal e alcuni frammenti di un probabile Liber redatto nel monastero londinese di Stratford-Langthorne e contenuti nel parzialmente inedito Liber Revelationum di Pietro di Cornovaglia. Dal punto di vista metodologico, la ricerca si concentra nell'analisi comparata degli elementi formali e tematici che caratterizzano le fonti, per mettere in risalto punti di contatto e divergenze negli stili e nelle tecniche compositive. Particolare interesse viene posto sulle istanze dottrinali e teologiche in connessione alle funzioni pedagogiche e edificanti. Attraverso la letteratura delle visioni è possibile vedere come i Cistercensi tentarono di affermare la loro "religio" come la migliore interprete delle dottrine sviluppate in ambito teologico-canonistico. Strategie narrative e testuali furono i mezzi adottati da questa produzione letteraria per affermare la superiorità cistercense nel mondo ecclesiastico. Conseguentemente, l'analisi si sviluppa su due fronti paralleli: un'ispezione degli aspetti dottrinali codificati nelle narrazioni e uno studio delle funzioni e delle trasmissioni dei testi.File | Dimensione | Formato | |
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URN:NBN:IT:UNIPD-83654