Ridurre la perdita ematica e di conseguenza di sangue ed emoderivati è uno dei target di sviluppo della chirurgia in generale. Le motivazioni sono legate a: rischio trasfusionale, ai costi elevati e motivi religiosi. Tra le tecniche che contribuiscono a minimizzare le perdite ematiche ricordiamo l'attento e meticoloso rispetto dei piani anatomici ed un'accurata emostasi, ricorso alla ipotensione intraoperatoria per il controllo dei grandi sanguinamenti, utilizzo di elettrocoagulatori e di plasma expanders. I supporti emostatici di natura meccanica, termica o chimica e l’esperienza dell’operatore svolgono un ruolo essenziale nel controllo nell’emostasi chirurgica. I sistemi a disposizione per il raggiungimento dell’emostasi sono molto vari e dipendono dal punto in cui essa è necessaria. In generale i supporti per l’emostasi chirurgica vengono classificati in: sistemi meccanici (interni ed interni), sistemi termici ed agenti chimici. Presso il nostro Centro l’utilizzo dell’elettrobisturi, durante l’intervento chirurgico di resezione epatica, è finalizzato sia alla transezione parenchimale che alla contemporanea coagulazione della trancia di sezione. Per meglio favorire quest’ultimo processo si associa l’aggiunta di acqua durante l’azione dell’elettrobisturi in modo che il calore sviluppato da quest’ultimo ne provochi l’evaporazione con un conseguente incremento di diffusione del calore attraverso i tessuti parenchimatosi nei quali provoca la denaturazione del collagene con conseguente azione emostatica. L’utilizzo di acqua inoltre è in grado di ridurre l’adesione della lama del bisturi elettrico al tessuto parenchimatoso dovuta all’eccessiva temperatura nella limitata zona di applicazione. Questo metodo però presenta lo svantaggio di poter portare a delle lesioni permanenti del tessuto trattato. Da tale osservazione è nata inizialmente l’idea di sostituire l’acqua con una soluzione iperosmotica al fine di facilitare una disidratazione dei tessuti lungo la trancia di sezione e conseguentemente ridurre il sanguinamento della stessa. Grazie alla 6 collaborazione con il gruppo di Tecnica farmaceutica del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Padova si è sviluppata la possibilità di dare vita ad una soluzione che contenesse sia una proprietà disidratante che coagulante al fine di facilitare ancor più l’attività emostatica. In seguito a ripetuti esperimenti eseguiti sia nel ratto che nel maiale è stata messa a punto la formulazione di una soluzione con effetto disidratante, coagulante e cauterizzante con azione sostitutiva o coadiuvante al bisturi elettrico riaprendo la possibilità di intervenire nel trattamento recettivo epatico con una gamma maggiore di tecniche chirurgiche.

Progettazione e realizzazione di agente emostatico nel trattamento della trancia di sezione epatica.

PAULETTO, ALBERTO
2013

Abstract

Ridurre la perdita ematica e di conseguenza di sangue ed emoderivati è uno dei target di sviluppo della chirurgia in generale. Le motivazioni sono legate a: rischio trasfusionale, ai costi elevati e motivi religiosi. Tra le tecniche che contribuiscono a minimizzare le perdite ematiche ricordiamo l'attento e meticoloso rispetto dei piani anatomici ed un'accurata emostasi, ricorso alla ipotensione intraoperatoria per il controllo dei grandi sanguinamenti, utilizzo di elettrocoagulatori e di plasma expanders. I supporti emostatici di natura meccanica, termica o chimica e l’esperienza dell’operatore svolgono un ruolo essenziale nel controllo nell’emostasi chirurgica. I sistemi a disposizione per il raggiungimento dell’emostasi sono molto vari e dipendono dal punto in cui essa è necessaria. In generale i supporti per l’emostasi chirurgica vengono classificati in: sistemi meccanici (interni ed interni), sistemi termici ed agenti chimici. Presso il nostro Centro l’utilizzo dell’elettrobisturi, durante l’intervento chirurgico di resezione epatica, è finalizzato sia alla transezione parenchimale che alla contemporanea coagulazione della trancia di sezione. Per meglio favorire quest’ultimo processo si associa l’aggiunta di acqua durante l’azione dell’elettrobisturi in modo che il calore sviluppato da quest’ultimo ne provochi l’evaporazione con un conseguente incremento di diffusione del calore attraverso i tessuti parenchimatosi nei quali provoca la denaturazione del collagene con conseguente azione emostatica. L’utilizzo di acqua inoltre è in grado di ridurre l’adesione della lama del bisturi elettrico al tessuto parenchimatoso dovuta all’eccessiva temperatura nella limitata zona di applicazione. Questo metodo però presenta lo svantaggio di poter portare a delle lesioni permanenti del tessuto trattato. Da tale osservazione è nata inizialmente l’idea di sostituire l’acqua con una soluzione iperosmotica al fine di facilitare una disidratazione dei tessuti lungo la trancia di sezione e conseguentemente ridurre il sanguinamento della stessa. Grazie alla 6 collaborazione con il gruppo di Tecnica farmaceutica del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Padova si è sviluppata la possibilità di dare vita ad una soluzione che contenesse sia una proprietà disidratante che coagulante al fine di facilitare ancor più l’attività emostatica. In seguito a ripetuti esperimenti eseguiti sia nel ratto che nel maiale è stata messa a punto la formulazione di una soluzione con effetto disidratante, coagulante e cauterizzante con azione sostitutiva o coadiuvante al bisturi elettrico riaprendo la possibilità di intervenire nel trattamento recettivo epatico con una gamma maggiore di tecniche chirurgiche.
28-gen-2013
Italiano
emostatico
BARITUSSIO, ALDO
VETTOR, ROBERTO
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/83747
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-83747