Al centro della ricerca presenata nella dissertazione si pone la domanda se la musica possa essere parte di un romanzo o un racconto breve o, in altri termini, se il fatto che un’opera sia letteraria sia (in)compatibile con il suo essere anche un’opera musicale. Si può far musica con le parole? E se sì, in che modo? Se invece la risposta è “no”, per quali ragioni? La dissertazione indaga le relazioni tra musica e prosa artistica nei casi in cui all’interno di quest’ultima vi sia un’imitazione della musica. Il lavoro è articolato in tre parti. Nella prima parte introduco il concetto di musica textualis, lo colloco nella contemporanea discussione filosofica sulla musica e ne spiego la discendenza Boeziana. Si tratta del concetto centrale della ricerca, il punto d’incontro di due diverse tradizioni di studio, vale a dire, da un lato la filosofia della musica e, dall’altro, i cosiddetti Word and Music Studies, offrendo lo stato dell’arte. Sempre in questa parte, nel capitolo intitolato Music Beyond the Senses, offro alcuni argomenti nuovi contro le definizioni della musica che escluderebbero a priori la musica textualis. Inoltre, vengono discussi estensivamente casi di silent music. Nel capitolo successivo viene sviluppata la riflessione sul carattere intenzionale di ogni proprieta musicale, ispirata a posizioni di Husserl, Ingarden, Iser, Wittgenstein, Wollheim, Scruton e altri. Una definizione di musica ispirata a Kania (2011) viene proposta per accomodare musica textualis. Il mio lavoro prende in considerazione l’ampia discussone interna ai Word and Music studies e agli analoghi filoni di studio sull’intermodalità sia nella classica versione anglofona (Scher, 1970; Wolf, 1999; Prieto, 2002; Shockley, 2009; Petermann, 2014), sia nella controparte di lingua polacca, anticipata nei lavori di Tadeusz Szulc (1937) e sviluppata in anni più recenti ad esempio (Hejmej e Głowiński). Anche contributi provenienti dall’area linguistica francese sono presi in considerazione (Pautrot, Picard). Nei tre capitoli della seconda parte del lavoro mi rivolgo a tre autori polacchi (Iwaszkiewicz, Libera, Bartnicki), interpretandone le opere come esempi di tre modi radicalmente diversi di musica textualis. La scelta di questi autori, in nessun modo esaustiva, è volta a illustrare come i concetti precedentemente introdotti operino in casi diversi che, tuttavia, condividono una proprietà: tutti hanno prestato poca o nessuna attenzione alla scholarship musico-letteraria internazionale (per non menzionare la filosofia della musica). Nella terza e ultima parte della dissertazione offro ulteriori riflessioni sulla musica textualis in quanto nozione che fa sorgere un genuino campo aporetico. La dissertazione mostra come il complesso campo d’indagine della musica textualis emerga dallo sviluppo e dalla dissoluzione del sistema delle arti. Reciproche imitazioni intermediali a livello della creazione e dell’apprezzamento artistico trovano riscontro in processi paralleli nell’estetica, nella metafisica dell’arte e sul piano della critica musicale e letteraria, influenzando il modo di percepire e comprendere forme d’arte diverse e l’esperienza estetica che occasionano. Uno degli scopi principali della ricerca è stato di stabilire lo status attuale dell’incarnazione della musica nella prosa artistica. L’ipotesi iniziale è stata quella di una presenza della musica nel testo, inteso come spartito per un’interpretazione musicale, e non tanto in descrizioni, evocazioni e attraverso altre tecniche letterarie. Al riguardo l’esempio paradigmatico è il Doktor Faustus di Thomas Mann, ma vi sono anche antecedenti come Monday or Tuesday di Virginia Woolf ed esempi più recenti come lo straordinatio Toccata in do maggiore di Antoni Libera (trad. it. 2015), di cui la dissertazione offre un’interpretazione. Alla luce dell’analisi di questi casi, un risultato della ricerca è di mostrare che la categoria di musica textualis denota una forma mista che unisce musica-fatta-con-le-parole e prosa letteraria in un tutto sui generis. Si tratta di una realizzazione concettualmente simmetrica alla musica a programma, nella quale la presenza reale di musica e letteratura in una struttura composta, percettivamente costituita solo da suoni musicali senza parole, pur essendo contestabile da parte dei formalisti estremi, rimane pur sempre chiaramente concettualizzata. Nel mio lavoro metto in luce la forza esplicativa e le implicazioni metodologiche e interpretative di questa prospettiva teorica, il cui luogo nella mappa concettuale delle relazioni complesse delle due arti allografiche temporali – l’epica e la musica – è del resto rivelato già dal processo della sua emergenza storica nell’estetica romantica, nello sviluppo della musica a programma, nel dramma musicale wagneriano e nell’“intermedia turn” modernista. La dissertazione combina elementi di analisi concettuale tipici della filosofia analitica con le più ampie ambizioni interpretative “continentali”. La fonte principale delle sue intuizioni deriva comunque dall’esperienza (estetica) di una prosa contenente esemplificazioni cruciali di ciò che può essere interpretato come musica textualis. Tali intuizioni sono confrontate da un lato con i risultati della classica filosofia della musica, dall’altro, con la pratica della Word and Music. Si tratta di un approccio filosofico che apre, per la filosofia della musica, un campo di studio trascurato dalle teorie sulla musica presenti nella tradizione analitica. Mostro che le opere di musica textualis sono, almeno in parte, opere musicali, e che non vi sono ragioni sostanziali per escluderle dall’indagine filosofica della musica. La ricerca mostra inoltre come, per gli studiosi di letteratura interessati alla pratica descritta come musicalization of fiction, trasposizone intermediale o music in the words, all’interno della tradizione del paragone fra le arti lungo l’asse musica-letteratura, l’ipotesi musica textualis possa essere uno strumento utile nella continua disputa metodologica. Essa aiuta a distinguere i genuini problemi di metodo interni ai Word and Music Studies da quanto emerge come il vitale nucleo aporetico di fenomeni inter-artistici come il Doktor Faustus di Mann. Questo nucleo presenta questioni che, secondo me, vanno accettate e coltivate come fertili fonti di ispirazione artistica e intellettuale.
Musica textualis. Word-made music in prose as a philosophical problem
CZARNECKI, JAN WAWRZYNIEC
2017
Abstract
Al centro della ricerca presenata nella dissertazione si pone la domanda se la musica possa essere parte di un romanzo o un racconto breve o, in altri termini, se il fatto che un’opera sia letteraria sia (in)compatibile con il suo essere anche un’opera musicale. Si può far musica con le parole? E se sì, in che modo? Se invece la risposta è “no”, per quali ragioni? La dissertazione indaga le relazioni tra musica e prosa artistica nei casi in cui all’interno di quest’ultima vi sia un’imitazione della musica. Il lavoro è articolato in tre parti. Nella prima parte introduco il concetto di musica textualis, lo colloco nella contemporanea discussione filosofica sulla musica e ne spiego la discendenza Boeziana. Si tratta del concetto centrale della ricerca, il punto d’incontro di due diverse tradizioni di studio, vale a dire, da un lato la filosofia della musica e, dall’altro, i cosiddetti Word and Music Studies, offrendo lo stato dell’arte. Sempre in questa parte, nel capitolo intitolato Music Beyond the Senses, offro alcuni argomenti nuovi contro le definizioni della musica che escluderebbero a priori la musica textualis. Inoltre, vengono discussi estensivamente casi di silent music. Nel capitolo successivo viene sviluppata la riflessione sul carattere intenzionale di ogni proprieta musicale, ispirata a posizioni di Husserl, Ingarden, Iser, Wittgenstein, Wollheim, Scruton e altri. Una definizione di musica ispirata a Kania (2011) viene proposta per accomodare musica textualis. Il mio lavoro prende in considerazione l’ampia discussone interna ai Word and Music studies e agli analoghi filoni di studio sull’intermodalità sia nella classica versione anglofona (Scher, 1970; Wolf, 1999; Prieto, 2002; Shockley, 2009; Petermann, 2014), sia nella controparte di lingua polacca, anticipata nei lavori di Tadeusz Szulc (1937) e sviluppata in anni più recenti ad esempio (Hejmej e Głowiński). Anche contributi provenienti dall’area linguistica francese sono presi in considerazione (Pautrot, Picard). Nei tre capitoli della seconda parte del lavoro mi rivolgo a tre autori polacchi (Iwaszkiewicz, Libera, Bartnicki), interpretandone le opere come esempi di tre modi radicalmente diversi di musica textualis. La scelta di questi autori, in nessun modo esaustiva, è volta a illustrare come i concetti precedentemente introdotti operino in casi diversi che, tuttavia, condividono una proprietà: tutti hanno prestato poca o nessuna attenzione alla scholarship musico-letteraria internazionale (per non menzionare la filosofia della musica). Nella terza e ultima parte della dissertazione offro ulteriori riflessioni sulla musica textualis in quanto nozione che fa sorgere un genuino campo aporetico. La dissertazione mostra come il complesso campo d’indagine della musica textualis emerga dallo sviluppo e dalla dissoluzione del sistema delle arti. Reciproche imitazioni intermediali a livello della creazione e dell’apprezzamento artistico trovano riscontro in processi paralleli nell’estetica, nella metafisica dell’arte e sul piano della critica musicale e letteraria, influenzando il modo di percepire e comprendere forme d’arte diverse e l’esperienza estetica che occasionano. Uno degli scopi principali della ricerca è stato di stabilire lo status attuale dell’incarnazione della musica nella prosa artistica. L’ipotesi iniziale è stata quella di una presenza della musica nel testo, inteso come spartito per un’interpretazione musicale, e non tanto in descrizioni, evocazioni e attraverso altre tecniche letterarie. Al riguardo l’esempio paradigmatico è il Doktor Faustus di Thomas Mann, ma vi sono anche antecedenti come Monday or Tuesday di Virginia Woolf ed esempi più recenti come lo straordinatio Toccata in do maggiore di Antoni Libera (trad. it. 2015), di cui la dissertazione offre un’interpretazione. Alla luce dell’analisi di questi casi, un risultato della ricerca è di mostrare che la categoria di musica textualis denota una forma mista che unisce musica-fatta-con-le-parole e prosa letteraria in un tutto sui generis. Si tratta di una realizzazione concettualmente simmetrica alla musica a programma, nella quale la presenza reale di musica e letteratura in una struttura composta, percettivamente costituita solo da suoni musicali senza parole, pur essendo contestabile da parte dei formalisti estremi, rimane pur sempre chiaramente concettualizzata. Nel mio lavoro metto in luce la forza esplicativa e le implicazioni metodologiche e interpretative di questa prospettiva teorica, il cui luogo nella mappa concettuale delle relazioni complesse delle due arti allografiche temporali – l’epica e la musica – è del resto rivelato già dal processo della sua emergenza storica nell’estetica romantica, nello sviluppo della musica a programma, nel dramma musicale wagneriano e nell’“intermedia turn” modernista. La dissertazione combina elementi di analisi concettuale tipici della filosofia analitica con le più ampie ambizioni interpretative “continentali”. La fonte principale delle sue intuizioni deriva comunque dall’esperienza (estetica) di una prosa contenente esemplificazioni cruciali di ciò che può essere interpretato come musica textualis. Tali intuizioni sono confrontate da un lato con i risultati della classica filosofia della musica, dall’altro, con la pratica della Word and Music. Si tratta di un approccio filosofico che apre, per la filosofia della musica, un campo di studio trascurato dalle teorie sulla musica presenti nella tradizione analitica. Mostro che le opere di musica textualis sono, almeno in parte, opere musicali, e che non vi sono ragioni sostanziali per escluderle dall’indagine filosofica della musica. La ricerca mostra inoltre come, per gli studiosi di letteratura interessati alla pratica descritta come musicalization of fiction, trasposizone intermediale o music in the words, all’interno della tradizione del paragone fra le arti lungo l’asse musica-letteratura, l’ipotesi musica textualis possa essere uno strumento utile nella continua disputa metodologica. Essa aiuta a distinguere i genuini problemi di metodo interni ai Word and Music Studies da quanto emerge come il vitale nucleo aporetico di fenomeni inter-artistici come il Doktor Faustus di Mann. Questo nucleo presenta questioni che, secondo me, vanno accettate e coltivate come fertili fonti di ispirazione artistica e intellettuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/83967
URN:NBN:IT:UNIPD-83967