Tra il 1870 e il 1899 in Italia vengono pubblicati 2545 prime edizioni romanzi in lingua italiana , opera di 1051 scrittori. L'elemento centrale di questa ricerca è un database che raccoglie le informazioni sui libri e sui loro autori. In questo modo si è delineato un panorama completo della narrativa italiana di fine ottocento, bypassando la canonizzazione della storia letteraria. Lo scopo iniziale di questa ricerca è studiare come si formi una specifica figura di lavoratore intellettuale - lo scrittore di romanzi -, e come questo si inserisca all'interno delle profonde trasformazioni in atto nel mercato delle lettere di fine Ottocento. La prima parte della tesi si concentra sul database e sulle informazioni che se ne possono ricavare: in primo luogo si delinea così una geografia del romanzo italiano, fornendo un accurato quadro quantitativo della produzione editoriale. Le informazioni che si sono raccolte sui romanzi riguardano infatti anche aspetti normalmente trascurati come il prezzo, il numero di pagine, le riedizioni. In secondo luogo ci si concentra sulla figura del romanziere e sulle sue caratteristiche. Le informazioni raccolte su ogni romanziere riguardano la data di nascita, la regione di nascita, l'educazione, la provenienza sociale (attraverso la professione del padre), le altre attività lavorative che accompagnano la pratica letteraria (insegnamento, giornalismo). Inoltre si è cercato di rendere conto della produzione letteraria completa (altri generi letterari, numero di romanzi complessivo). Le informazioni sono state rielaborate graficamente. Nella seconda parte della tesi si è analizzata la produzione di romanzi italiani attraverso due differenti punti di vista: le interazioni con la narrativa straniera e soprattutto francese (di cui l'Italia era grande importatrice) e l'introduzione della corrente letteraria del realismo (o verismo o naturalismo) nel peculiare sistema letterario italiano. Nella costruzione discorsiva classica sulla letteratura e sul romanzo vengono esclusi normalmente sia la produzione straniera che invece faceva parte dell'orizzonte del lettore italiano dell'epoca, sia la presenza di istanze “non artistiche” all'interno delle questioni artistiche (nel nostro caso il problema tra la morale corrente e il romanzo verista). Il presupposto teorico dal quale prende spunto questo lavoro è il concetto di campo letterario elaborato da Pierre Bourdieu, il cui scopo è la costruzione di un'autentica sociologia delle produzione artistiche. Il modello proposto da Bourdieu, che permette di pensare i campi di produzione culturale come sistemi relazionali relativamente autonomi, è stata improntato sul campo letterario francese della fine dell'Ottocento. Le condizioni della produzione romanzesca italiana delle stesso periodo sono estremamente diverse, il che rende complessa una diretta trasposizione dei concetti del campo letterario, ma l'elaborazione bourdosiana (come d'altra parte le riflessioni sulla distant reading di Franco Moretti) ci permette di pensare alle pratiche artistiche come un oggetto di ricerca del tutto legittimo per uno storico.
Il notomista delle anime: sociologia e geografia del romanzo nell'Italia di fine Ottocento(1870 - 1899)
PEROZZO, VALENTINA
2013
Abstract
Tra il 1870 e il 1899 in Italia vengono pubblicati 2545 prime edizioni romanzi in lingua italiana , opera di 1051 scrittori. L'elemento centrale di questa ricerca è un database che raccoglie le informazioni sui libri e sui loro autori. In questo modo si è delineato un panorama completo della narrativa italiana di fine ottocento, bypassando la canonizzazione della storia letteraria. Lo scopo iniziale di questa ricerca è studiare come si formi una specifica figura di lavoratore intellettuale - lo scrittore di romanzi -, e come questo si inserisca all'interno delle profonde trasformazioni in atto nel mercato delle lettere di fine Ottocento. La prima parte della tesi si concentra sul database e sulle informazioni che se ne possono ricavare: in primo luogo si delinea così una geografia del romanzo italiano, fornendo un accurato quadro quantitativo della produzione editoriale. Le informazioni che si sono raccolte sui romanzi riguardano infatti anche aspetti normalmente trascurati come il prezzo, il numero di pagine, le riedizioni. In secondo luogo ci si concentra sulla figura del romanziere e sulle sue caratteristiche. Le informazioni raccolte su ogni romanziere riguardano la data di nascita, la regione di nascita, l'educazione, la provenienza sociale (attraverso la professione del padre), le altre attività lavorative che accompagnano la pratica letteraria (insegnamento, giornalismo). Inoltre si è cercato di rendere conto della produzione letteraria completa (altri generi letterari, numero di romanzi complessivo). Le informazioni sono state rielaborate graficamente. Nella seconda parte della tesi si è analizzata la produzione di romanzi italiani attraverso due differenti punti di vista: le interazioni con la narrativa straniera e soprattutto francese (di cui l'Italia era grande importatrice) e l'introduzione della corrente letteraria del realismo (o verismo o naturalismo) nel peculiare sistema letterario italiano. Nella costruzione discorsiva classica sulla letteratura e sul romanzo vengono esclusi normalmente sia la produzione straniera che invece faceva parte dell'orizzonte del lettore italiano dell'epoca, sia la presenza di istanze “non artistiche” all'interno delle questioni artistiche (nel nostro caso il problema tra la morale corrente e il romanzo verista). Il presupposto teorico dal quale prende spunto questo lavoro è il concetto di campo letterario elaborato da Pierre Bourdieu, il cui scopo è la costruzione di un'autentica sociologia delle produzione artistiche. Il modello proposto da Bourdieu, che permette di pensare i campi di produzione culturale come sistemi relazionali relativamente autonomi, è stata improntato sul campo letterario francese della fine dell'Ottocento. Le condizioni della produzione romanzesca italiana delle stesso periodo sono estremamente diverse, il che rende complessa una diretta trasposizione dei concetti del campo letterario, ma l'elaborazione bourdosiana (come d'altra parte le riflessioni sulla distant reading di Franco Moretti) ci permette di pensare alle pratiche artistiche come un oggetto di ricerca del tutto legittimo per uno storico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/84195
URN:NBN:IT:UNIPD-84195