Il presente lavoro di ricerca consiste nella trascrizione e nel commento di 200 lettere tratte dal carteggio tra lo scrittore Pier Maria Pasinetti (1913-2006) e il fratello Francesco (1911-1949), regista e critico cinematografico. L’epistolario completo, composto di 397 missive, è il nucleo centrale del «Fondo P.M. Pasinetti», conservato presso l’Archivio «Carte del Contemporaneo» del Centro Interuniversitario di Studi Veneti (CISVe). La corrispondenza selezionata risale agli anni 1940-1942, periodo significativo soprattutto se si considera che le lettere viaggiano lungo l’asse Italia-Germania. In questo arco di tempo Francesco è insegnante presso il Centro sperimentale di cinematografia a Roma e Pier Maria è lettore all’Università di Gottinga in qualità di funzionario dell’Istituto italiano di cultura. È, per entrambi, un momento di rapida ascesa professionale e di consacrazione artistica: nel 1941 esce per i tipi Mondadori L’ira di Dio, raccolta d’esordio dei racconti di Pier Maria e Francesco realizza il primo documentario commissionatogli dall’Istituto Luce. La traiettoria di due giovani appartenenti alla colta borghesia veneziana impegnati nella letteratura, nel cinema, nel giornalismo e operanti nelle istituzioni dello Stato totalitario è paradigmatica del percorso di una generazione di artisti e pensatori le cui biografie intersecarono il fascismo e può chiarire il funzionamento del campo artistico nel ventennio. Ecco perché habitus, topologia sociale e campo di produzione sono al centro di questo studio. Utilizzando il carteggio come documento – oggetto d’interpretazione prima che strumento interpretativo – si è guardato agli interessi, alle relazioni, al ruolo e alla prassi artistica dei Pasinetti con l’intenzione di dare un contributo alle ricerche sul nesso tra cultura e fascismo. Indagare i riferimenti culturali, il lavoro nell’apparato statale, le relazioni con intellettuali ed esponenti politici coevi è un tentativo di esplicitare nelle biografie dei singoli poste in gioco e rapporti di forza alla radice di orientamenti complessivi. Il commento alle lettere inquadra strumenti e progetti dei membri di un gruppo influente nella definizione dell’ordine sociale tra le due guerre, mettendo a fuoco le condizioni di possibilità della letteratura e del cinema e il loro grado di autonomia. Ne emerge un fervente lavoro di produzione e diffusione culturale, orientato da grandi ambizioni e da obblighi – consapevoli e non – altrettanto rilevanti. La “poetica insciente” di Pier Maria e di Francesco appare, in entrambi i casi, come l’esito di una negoziazione continua tra istanze di indipendenza e di subordinazione.
Pier Maria - Francesco Pasinetti. Lettere scelte. 1940-1942.
SCARPELLI, NICOLA
2016
Abstract
Il presente lavoro di ricerca consiste nella trascrizione e nel commento di 200 lettere tratte dal carteggio tra lo scrittore Pier Maria Pasinetti (1913-2006) e il fratello Francesco (1911-1949), regista e critico cinematografico. L’epistolario completo, composto di 397 missive, è il nucleo centrale del «Fondo P.M. Pasinetti», conservato presso l’Archivio «Carte del Contemporaneo» del Centro Interuniversitario di Studi Veneti (CISVe). La corrispondenza selezionata risale agli anni 1940-1942, periodo significativo soprattutto se si considera che le lettere viaggiano lungo l’asse Italia-Germania. In questo arco di tempo Francesco è insegnante presso il Centro sperimentale di cinematografia a Roma e Pier Maria è lettore all’Università di Gottinga in qualità di funzionario dell’Istituto italiano di cultura. È, per entrambi, un momento di rapida ascesa professionale e di consacrazione artistica: nel 1941 esce per i tipi Mondadori L’ira di Dio, raccolta d’esordio dei racconti di Pier Maria e Francesco realizza il primo documentario commissionatogli dall’Istituto Luce. La traiettoria di due giovani appartenenti alla colta borghesia veneziana impegnati nella letteratura, nel cinema, nel giornalismo e operanti nelle istituzioni dello Stato totalitario è paradigmatica del percorso di una generazione di artisti e pensatori le cui biografie intersecarono il fascismo e può chiarire il funzionamento del campo artistico nel ventennio. Ecco perché habitus, topologia sociale e campo di produzione sono al centro di questo studio. Utilizzando il carteggio come documento – oggetto d’interpretazione prima che strumento interpretativo – si è guardato agli interessi, alle relazioni, al ruolo e alla prassi artistica dei Pasinetti con l’intenzione di dare un contributo alle ricerche sul nesso tra cultura e fascismo. Indagare i riferimenti culturali, il lavoro nell’apparato statale, le relazioni con intellettuali ed esponenti politici coevi è un tentativo di esplicitare nelle biografie dei singoli poste in gioco e rapporti di forza alla radice di orientamenti complessivi. Il commento alle lettere inquadra strumenti e progetti dei membri di un gruppo influente nella definizione dell’ordine sociale tra le due guerre, mettendo a fuoco le condizioni di possibilità della letteratura e del cinema e il loro grado di autonomia. Ne emerge un fervente lavoro di produzione e diffusione culturale, orientato da grandi ambizioni e da obblighi – consapevoli e non – altrettanto rilevanti. La “poetica insciente” di Pier Maria e di Francesco appare, in entrambi i casi, come l’esito di una negoziazione continua tra istanze di indipendenza e di subordinazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/84880
URN:NBN:IT:UNIPD-84880