Il presente lavoro si occupa di esaminare l’autonomia sul piano sistematico del divieto di abuso del diritto, i suoi spazi di operatività, nonché il ruolo che il giudice ricopre nella sua applicazione nell’ambito del diritto del lavoro. Più in particolare, il primo capitolo dell’elaborato ha ad oggetto la disamina critica della genesi del principio da parte della dottrina civilistica e l’analisi dei possibili referenti normativi dello stesso. Il secondo, invece, è dedicato allo studio dell’elaborazione teorica e delle applicazioni pretorie del divieto di abuso nel diritto del lavoro. La prima sezione del capitolo è specificamente focalizzata sull’indagine svolta in proposito da parte della dottrina soprattutto con riferimento al potere di licenziamento; la seconda invece si occupa di esaminare i principali arresti della giurisprudenza, di merito e di legittimità, sia con riguardo alla posizione del datore sia a quella del lavoratore. Infine, l’ultima parte della trattazione intende vagliare gli spazi di operatività potenziali del divieto di abuso del diritto, in particolare in relazione alla nuova disciplina in materia di licenziamenti individuali introdotta dal legislatore con le recenti e fondamentali novelle succedutesi a partire dal 2012 (l. n. 92/2012 e d.lgs. n. 23/2015, noto anche come Jobs Act). A conclusione della tesi è infine svolta una breve riflessione in merito al ruolo delicato del giudice nell’applicazione del divieto di abuso del diritto quale “norma a contenuto variabile” che, come tale, involge la tematica delicata dell’equilibrio tra discrezionalità del giudice e certezza del diritto.

L'ABUSO DEL DIRITTO NEL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO AUTONOMIA SISTEMATICA, SPAZI DI OPERATIVITA', RUOLO DEL GIUDICE

IAQUINTA, FRANCESCA
2016

Abstract

Il presente lavoro si occupa di esaminare l’autonomia sul piano sistematico del divieto di abuso del diritto, i suoi spazi di operatività, nonché il ruolo che il giudice ricopre nella sua applicazione nell’ambito del diritto del lavoro. Più in particolare, il primo capitolo dell’elaborato ha ad oggetto la disamina critica della genesi del principio da parte della dottrina civilistica e l’analisi dei possibili referenti normativi dello stesso. Il secondo, invece, è dedicato allo studio dell’elaborazione teorica e delle applicazioni pretorie del divieto di abuso nel diritto del lavoro. La prima sezione del capitolo è specificamente focalizzata sull’indagine svolta in proposito da parte della dottrina soprattutto con riferimento al potere di licenziamento; la seconda invece si occupa di esaminare i principali arresti della giurisprudenza, di merito e di legittimità, sia con riguardo alla posizione del datore sia a quella del lavoratore. Infine, l’ultima parte della trattazione intende vagliare gli spazi di operatività potenziali del divieto di abuso del diritto, in particolare in relazione alla nuova disciplina in materia di licenziamenti individuali introdotta dal legislatore con le recenti e fondamentali novelle succedutesi a partire dal 2012 (l. n. 92/2012 e d.lgs. n. 23/2015, noto anche come Jobs Act). A conclusione della tesi è infine svolta una breve riflessione in merito al ruolo delicato del giudice nell’applicazione del divieto di abuso del diritto quale “norma a contenuto variabile” che, come tale, involge la tematica delicata dell’equilibrio tra discrezionalità del giudice e certezza del diritto.
27-apr-2016
Italiano
Abuso del diritto; fondamento normativo; rapporto di lavoro subordinato; licenziamento; applicabilità
CARINCI, MARIA TERESA
Università degli Studi di Milano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/84896
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMI-84896