La tesi mira a valutare omogeneamente le età di stelle che ospitano pianeti e di generiche stelle di campo grazie alle tracce evolutive ed alle isocrone PARSEC (PAdova & TRieste Stellar Evolutionary Code), v. 1.0. Allo scopo, sono stati interamente sviluppati due algoritmi in linguaggio MatLab/Octave, basati su due differenti approcci statistici: l'uno frequentista, l'altro Bayesiano. Gli algoritmi sono stati testati su differenti campioni di stelle sintetiche per valutarne l'efficacia e metterne in evidenza i limiti. Dopo di che abbiamo applicato gli algoritmi a due campioni di stelle appartenenti al medesimo range in tipo spettrale, essenzialmente stelle di sequenza principale di tipo G dei dintorni solari. Un campione è costituito da stelle che ospitano pianeti, mentre l'altro da generiche stelle di campo che non ospitano sistemi planetari, limitatamente alle nostre conoscenze. Abbiamo trovato innanzitutto che le stelle ospitanti pianeti transitanti hanno una distribuzione in età molto simile alle loro omologhe per cui la velocità radiale ha rilevato la presenza di pianeti. Ciò suggerisce che questi due sottogruppi di stelle con pianeti risentono sostanzialmente dei medesimi effetti di selezione. Infine, abbiamo messo a punto un confronto omogeneo tra stelle che ospitano o meno un sistema planetario. Gli istogrammi rappresentativi delle due distribuzioni in età presentano il picco nel medesimo intervallo [3; 3,5) miliardi di anni e la medesima mediana che è pari a 4,8 miliardi di anni. L'affinità con l'età del Sole suggerisce che la nostra stella si trova nel tipico stato evolutivo che caratterizza le stelle G dei dintorni solari. D'altra parte, un'età mediana di 4.8 miliardi di anni risulta più vecchia rispetto a quella tipicamente assunta per il disco sottile, ove si trovano le stelle analizzate. La selezione in tipo spettrale introduce sicuramente un bias. È probabile, inoltre, che il nostro campionamento di stelle limitato ai soli dintorni solari non sia rappresentativo del disco nella sua interezza. Estendendo l'analisi a distanze tali da includere regioni giovani di intensa formazione stellare come il complesso del Toro-Auriga o la nebulosa di Orione, è lecito attendersi uno spostamento della distribuzione in età verso il dominio più giovane.
The ages of exoplanet hosts and field stars
BONFANTI, ANDREA
2016
Abstract
La tesi mira a valutare omogeneamente le età di stelle che ospitano pianeti e di generiche stelle di campo grazie alle tracce evolutive ed alle isocrone PARSEC (PAdova & TRieste Stellar Evolutionary Code), v. 1.0. Allo scopo, sono stati interamente sviluppati due algoritmi in linguaggio MatLab/Octave, basati su due differenti approcci statistici: l'uno frequentista, l'altro Bayesiano. Gli algoritmi sono stati testati su differenti campioni di stelle sintetiche per valutarne l'efficacia e metterne in evidenza i limiti. Dopo di che abbiamo applicato gli algoritmi a due campioni di stelle appartenenti al medesimo range in tipo spettrale, essenzialmente stelle di sequenza principale di tipo G dei dintorni solari. Un campione è costituito da stelle che ospitano pianeti, mentre l'altro da generiche stelle di campo che non ospitano sistemi planetari, limitatamente alle nostre conoscenze. Abbiamo trovato innanzitutto che le stelle ospitanti pianeti transitanti hanno una distribuzione in età molto simile alle loro omologhe per cui la velocità radiale ha rilevato la presenza di pianeti. Ciò suggerisce che questi due sottogruppi di stelle con pianeti risentono sostanzialmente dei medesimi effetti di selezione. Infine, abbiamo messo a punto un confronto omogeneo tra stelle che ospitano o meno un sistema planetario. Gli istogrammi rappresentativi delle due distribuzioni in età presentano il picco nel medesimo intervallo [3; 3,5) miliardi di anni e la medesima mediana che è pari a 4,8 miliardi di anni. L'affinità con l'età del Sole suggerisce che la nostra stella si trova nel tipico stato evolutivo che caratterizza le stelle G dei dintorni solari. D'altra parte, un'età mediana di 4.8 miliardi di anni risulta più vecchia rispetto a quella tipicamente assunta per il disco sottile, ove si trovano le stelle analizzate. La selezione in tipo spettrale introduce sicuramente un bias. È probabile, inoltre, che il nostro campionamento di stelle limitato ai soli dintorni solari non sia rappresentativo del disco nella sua interezza. Estendendo l'analisi a distanze tali da includere regioni giovani di intensa formazione stellare come il complesso del Toro-Auriga o la nebulosa di Orione, è lecito attendersi uno spostamento della distribuzione in età verso il dominio più giovane.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/85103
URN:NBN:IT:UNIPD-85103