The Lex municipalis Troesmensium is an epigraph, reporting the charter of a fortified town that stood in the imperial province of Lower Moesia and describing the administrative structures of a municipality that arose on the fringes of the empire. Only two tables have come down to us of the law. A first regulates the mechanisms for sending municipal legations and has some interesting elements of innovativeness, concerning, in particular, the justifications that would have prevented the fulfillment of the munus. While, in the II table, which concerns the requirements necessary for access to local magistracies, explicit mention is made of a commentary published in A.D. 5, i.e., an additional piece that allows for a redefinition, at least in part, of Augustus' broad initial project of matrimonial reforms and customs.The mention to l. 5 of Tab. B of the commentarius has, therefore, been the element of greatest scholarly clamor since the publication of Eck's work; according to which, the references relating to the Lex Iulia de maritandis ordinibus of the year 18 B.C. of this unpublished commentary of June 28, AD 5, later confirmed by the Lex Papia, AD 9. would be a clear indication that the municipality was inhabited by Roman citizens. Some scholars have, therefore, speculated that the originator of the Lex of Troesmis could only have been a great expert in law (perhaps Cervidius Scevola or Tarrutienus Paternus ) and that he had access to the material in the imperial chancery boasting specific experience in Roman matrimonial matters . Another possible reason for the inclusion, could be the revival of certain marriage restrictions in the policy of Marcus Aurelius, who, according to what has been handed down in some sources of the Digesta, as well as in some senatus consulta, would have prevented the realization of marriages between senators and freedwomen and between daughters of senators and freedmen, It is well known that the two Augustan laws of 18 B.C. and 9 A.D. also contained regulations regarding election, particularly regarding privileges toward those who had complied with the regulations regarding procreation and marriage. These provisions were meant to be designed for those who wished to undertake the cursus honorum in Rome, and they ended up, later, being applied to all Roman citizens, including those who decided to run for office in a municipality under Roman law. Not coincidentally, the commentary is mentioned just inside Table B, which Diversely, divided into two kapita 27-28 governing the requirements necessary for access to the magistracies and the mechanisms of election.

La Lex municipalis Troesmensium è un’epigrafe, che riporta lo statuto di una cittadina fortificata che sorgeva nella provincia imperiale della Moesia Inferiore e descrive le strutture amministrative di un municipio sorto ai margini dell’impero. Della legge ci sono pervenute solamente due tavole. Una prima disciplina i meccanismi di invio delle legazioni municipali e presenta degli interessanti elementi di innovatività, concernenti, in particolare, le giustificazioni che avrebbero impedito l'adempimento del munus. Mentre, nella II tavola , che concerne i requisiti necessari per accedere alle magistrature locali, è fatta esplicita menzione di un commentario pubblicato nel 5 d.C., ovvero un ulteriore tassello che consente di ridefinire, almeno in parte, l’amplio progetto iniziale delle riforme matrimoniali e dei costumi di Augusto.La menzione alla l. 5 della Tab. B del commentarius ha rappresentato, quindi, l’elemento di maggiore clamore scientifico, sin dalla pubblicazione del lavoro di Eck; secondo il quale, i riferimenti relativi alla Lex Iulia de maritandis ordinibus dell’anno 18 a.C. ¬̶ di questo inedito commentario del 28 giugno dell’anno 5 d.C., successivamente confermato dalla Lex Papia, del 9 d.C. ̶ sarebbero un chiaro segno del fatto che il municipio fosse abitato da cittadini Romani . Alcuni studiosi hanno, quindi, ipotizzato che l’ideatore della Lex di Troesmis non potesse che essere un grande esperto di diritto (forse Cervidio Scevola o Tarrutieno Paterno ) e che avesse accesso al materiale presente nella cancelleria imperiale vantando una specifica esperienza in ambito matrimoniale romano . Altro possibile motivo dell’inserimento, potrebbe essere rappresentato dal ritorno in auge di alcune limitazioni matrimoniali nella politica di Marco Aurelio, il quale, secondo quanto tramandato da alcune fonti dei Digesta, nonché da alcuni senatus consulta, avrebbe impedito la realizzazione di matrimoni tra senatori e liberte e tra figlie di senatori e liberti, È noto che le due leggi augustee del 18 a.C. e del 9 d.C. contenevano anche norme relative all’elezione, in particolare riguardo i privilegi nei confronti di coloro che avessero ottemperato alla normativa in materia di procreazione e coniugio. Queste disposizioni dovevano essere concepite per coloro che volevano intraprendere il cursus honorum a Roma, e finirono, successivamente, con l’essere applicate a tutti i cittadini romani, anche a coloro che decidevano di candidarsi in un municipio di diritto romano. Non a caso, il commentario è menzionato proprio all’interno della tavola B, che Diversamente, suddivisa in due kapita 27-28 che disciplinano i requisiti necessari per l’accesso alle magistrature e i meccanismi di elezione.

Diritto romano, centro e periferie a partire dalla c.d. Lex municipii Troesmensium.

BORDI, Riccardo
2024

Abstract

The Lex municipalis Troesmensium is an epigraph, reporting the charter of a fortified town that stood in the imperial province of Lower Moesia and describing the administrative structures of a municipality that arose on the fringes of the empire. Only two tables have come down to us of the law. A first regulates the mechanisms for sending municipal legations and has some interesting elements of innovativeness, concerning, in particular, the justifications that would have prevented the fulfillment of the munus. While, in the II table, which concerns the requirements necessary for access to local magistracies, explicit mention is made of a commentary published in A.D. 5, i.e., an additional piece that allows for a redefinition, at least in part, of Augustus' broad initial project of matrimonial reforms and customs.The mention to l. 5 of Tab. B of the commentarius has, therefore, been the element of greatest scholarly clamor since the publication of Eck's work; according to which, the references relating to the Lex Iulia de maritandis ordinibus of the year 18 B.C. of this unpublished commentary of June 28, AD 5, later confirmed by the Lex Papia, AD 9. would be a clear indication that the municipality was inhabited by Roman citizens. Some scholars have, therefore, speculated that the originator of the Lex of Troesmis could only have been a great expert in law (perhaps Cervidius Scevola or Tarrutienus Paternus ) and that he had access to the material in the imperial chancery boasting specific experience in Roman matrimonial matters . Another possible reason for the inclusion, could be the revival of certain marriage restrictions in the policy of Marcus Aurelius, who, according to what has been handed down in some sources of the Digesta, as well as in some senatus consulta, would have prevented the realization of marriages between senators and freedwomen and between daughters of senators and freedmen, It is well known that the two Augustan laws of 18 B.C. and 9 A.D. also contained regulations regarding election, particularly regarding privileges toward those who had complied with the regulations regarding procreation and marriage. These provisions were meant to be designed for those who wished to undertake the cursus honorum in Rome, and they ended up, later, being applied to all Roman citizens, including those who decided to run for office in a municipality under Roman law. Not coincidentally, the commentary is mentioned just inside Table B, which Diversely, divided into two kapita 27-28 governing the requirements necessary for access to the magistracies and the mechanisms of election.
apr-2024
Italiano
La Lex municipalis Troesmensium è un’epigrafe, che riporta lo statuto di una cittadina fortificata che sorgeva nella provincia imperiale della Moesia Inferiore e descrive le strutture amministrative di un municipio sorto ai margini dell’impero. Della legge ci sono pervenute solamente due tavole. Una prima disciplina i meccanismi di invio delle legazioni municipali e presenta degli interessanti elementi di innovatività, concernenti, in particolare, le giustificazioni che avrebbero impedito l'adempimento del munus. Mentre, nella II tavola , che concerne i requisiti necessari per accedere alle magistrature locali, è fatta esplicita menzione di un commentario pubblicato nel 5 d.C., ovvero un ulteriore tassello che consente di ridefinire, almeno in parte, l’amplio progetto iniziale delle riforme matrimoniali e dei costumi di Augusto.La menzione alla l. 5 della Tab. B del commentarius ha rappresentato, quindi, l’elemento di maggiore clamore scientifico, sin dalla pubblicazione del lavoro di Eck; secondo il quale, i riferimenti relativi alla Lex Iulia de maritandis ordinibus dell’anno 18 a.C. ¬̶ di questo inedito commentario del 28 giugno dell’anno 5 d.C., successivamente confermato dalla Lex Papia, del 9 d.C. ̶ sarebbero un chiaro segno del fatto che il municipio fosse abitato da cittadini Romani . Alcuni studiosi hanno, quindi, ipotizzato che l’ideatore della Lex di Troesmis non potesse che essere un grande esperto di diritto (forse Cervidio Scevola o Tarrutieno Paterno ) e che avesse accesso al materiale presente nella cancelleria imperiale vantando una specifica esperienza in ambito matrimoniale romano . Altro possibile motivo dell’inserimento, potrebbe essere rappresentato dal ritorno in auge di alcune limitazioni matrimoniali nella politica di Marco Aurelio, il quale, secondo quanto tramandato da alcune fonti dei Digesta, nonché da alcuni senatus consulta, avrebbe impedito la realizzazione di matrimoni tra senatori e liberte e tra figlie di senatori e liberti, È noto che le due leggi augustee del 18 a.C. e del 9 d.C. contenevano anche norme relative all’elezione, in particolare riguardo i privilegi nei confronti di coloro che avessero ottemperato alla normativa in materia di procreazione e coniugio. Queste disposizioni dovevano essere concepite per coloro che volevano intraprendere il cursus honorum a Roma, e finirono, successivamente, con l’essere applicate a tutti i cittadini romani, anche a coloro che decidevano di candidarsi in un municipio di diritto romano. Non a caso, il commentario è menzionato proprio all’interno della tavola B, che Diversamente, suddivisa in due kapita 27-28 che disciplinano i requisiti necessari per l’accesso alle magistrature e i meccanismi di elezione.
Masi, Carla
DI CHIARA, Giuseppe
Università degli Studi di Palermo
Palermo
282+IV
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/85272
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPA-85272