Obiettivo del presente lavoro è offrire una valutazione del formalismo musicale, così come è stato concepito da Eduard Hanslick nel Bello musicale, a partire dalle riflessioni sull'estetica e sulla musica di Ludwig Wittgenstein. Dopo una breve ricostruzione della storia del concetto di musica assoluta e del contesto storico-estetico in cui questo ha avuto origine – vale a dire l'estetica romantica della musica, rappresentata ai suoi esordi da autori come Wilhelm Heinrich Wackenroder, E. T. A. Hoffmann e Arthur Schopenhauer – viene proposta una definizione di formalismo in linea con le tesi contenute nel trattato di Hanslick. A partire da questa formulazione viene avviato un confronto fra la visione della musica hanslickiana e le riflessioni sulla musica e, in generale, sull'estetica di Wittgenstein, con riguardo tanto agli scritti della prima fase della produzione del filosofo – in particolare il Tractatus logico-philosophicus – quanto agli scritti della seconda fase – nello specifico le Ricerche filosofiche e le Lezioni sull'estetica. Le considerazioni sulle corrispondenze e divergenze che si possono scorgere fra il pensiero di Hanslick e quello di Wittgenstein aprono la discussione a una valutazione della plausibilità della dicotomia formalismo-antiformalismo e, in particolare, a una riflessione sulla direzione verso la quale l’estetica dovrebbe tendere per essere un momento di effettiva comprensione delle opere d’arte e del nostro rapporto con esse.
Wittgenstein e Hanslick. Per una valutazione del formalismo musicale
BRUSADIN, ALESSANDRA
2013
Abstract
Obiettivo del presente lavoro è offrire una valutazione del formalismo musicale, così come è stato concepito da Eduard Hanslick nel Bello musicale, a partire dalle riflessioni sull'estetica e sulla musica di Ludwig Wittgenstein. Dopo una breve ricostruzione della storia del concetto di musica assoluta e del contesto storico-estetico in cui questo ha avuto origine – vale a dire l'estetica romantica della musica, rappresentata ai suoi esordi da autori come Wilhelm Heinrich Wackenroder, E. T. A. Hoffmann e Arthur Schopenhauer – viene proposta una definizione di formalismo in linea con le tesi contenute nel trattato di Hanslick. A partire da questa formulazione viene avviato un confronto fra la visione della musica hanslickiana e le riflessioni sulla musica e, in generale, sull'estetica di Wittgenstein, con riguardo tanto agli scritti della prima fase della produzione del filosofo – in particolare il Tractatus logico-philosophicus – quanto agli scritti della seconda fase – nello specifico le Ricerche filosofiche e le Lezioni sull'estetica. Le considerazioni sulle corrispondenze e divergenze che si possono scorgere fra il pensiero di Hanslick e quello di Wittgenstein aprono la discussione a una valutazione della plausibilità della dicotomia formalismo-antiformalismo e, in particolare, a una riflessione sulla direzione verso la quale l’estetica dovrebbe tendere per essere un momento di effettiva comprensione delle opere d’arte e del nostro rapporto con esse.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/85389
URN:NBN:IT:UNIPD-85389