Introduzione. Le prescrizioni potenzialmente inappropriate (PPI) sono frequenti nella popolazione anziana e, generalmente, sono associate alla comparsa di reazioni avverse, ricoveri ospedalieri e a elevati costi assistenziali. Numerosi studi si sono proposti di migliorare l’appropriatezza prescrittiva nell’anziano con risultati tuttavia discordanti. La scelta della migliore strategia da adottare per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva nell’anziano rappresenta oggi, a livello globale, una sfida per tutti i Servizi Sanitari. Obiettivi. Il presente studio si è proposto di sviluppare e validare un nuovo software della classe Computerized Provider Order Entry Warning Integrated System (CPOE-WIS) allo scopo di rilevare e ridurre le PPI in tre diversi ambiti assistenziali: ospedale, residenza sanitaria assistita (RSA) e assistenza domiciliare integrata (ADImed). Metodi. Il CPOE-WIS è stato sviluppato e validato in due differenti coorti di pazienti ricoverati presso una U.O. di Geriatria. I dati anagrafici, clinici e terapeutici di ciascun assistito sono stati inseriti nel CPOE-WIS. In presenza di PPI, il software ha prodotto un report relativo alle PPI rilevate dai criteri di STOPP e/o le interazioni clinicamente importanti dalla banca dati Drug-Reax di Micromedex. Il report è stato discusso con il medico curante e il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, dopo l’intervento, è stato misurato attraverso il MAI (Medication Appropriateness Index). Risultati. Le coorti utilizzate per lo sviluppo e la validazione del CPOE-WIS sono risultate equilibrate in termini di dati anagrafici, clinici e terapeutici nonché riguardo al numero di PPI individuate dal software. In entrambe le coorti il numero di PPI è stato associato alla presenza di un importante grado di politerapia (≥ 5 farmaci). Dopo l’intervento, il punteggio MAI/paziente si è ridotto in tutti e tre gli ambiti assistenziali analizzati: pazienti ospedalizzati [3 (IQR=3-5) vs 2 (IQR=0-4); p<0.001], pazienti istituzionalizzati [4 (IQR=2-2.75) vs 2 (IQR=1-4); p<0.001], pazienti in ADImed [4 (IQR=2-6) vs 3 (IQR=0-5); p<0.05]. Il numero di assistiti con un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva è stato rispettivamente del 65,0% in ospedale, del 51,7% in RSA e del 49,1% in ADImed. Conclusioni. Il presente studio ha permesso di rilevare che in soggetti anziani in politerapia è possibile migliorare l’appropriatezza prescrittiva adottando una strategia che preveda la discussione delle PPI attraverso l’uso di un nuovo CPOE-WIS in grado di rilevare, non solo le potenziali interazioni farmacologiche ma anche tutte quelle inapropriatezze correlate alla presenza di interazioni farmaco-patologia, di duplicazioni terapeutiche e di farmaci generalmente considerati come “non appropriati” per indicazione clinica e/o dosaggio in età geriatrica
Patologie iatrogene in anziani fragili in politerapia. Analisi farmacoepidemiologica in diversi servizi assistenziali e sviluppo di un progetto per la prevenzione delle reazioni avverse prevedibili ed evitabili
GALLO, UMBERTO
2014
Abstract
Introduzione. Le prescrizioni potenzialmente inappropriate (PPI) sono frequenti nella popolazione anziana e, generalmente, sono associate alla comparsa di reazioni avverse, ricoveri ospedalieri e a elevati costi assistenziali. Numerosi studi si sono proposti di migliorare l’appropriatezza prescrittiva nell’anziano con risultati tuttavia discordanti. La scelta della migliore strategia da adottare per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva nell’anziano rappresenta oggi, a livello globale, una sfida per tutti i Servizi Sanitari. Obiettivi. Il presente studio si è proposto di sviluppare e validare un nuovo software della classe Computerized Provider Order Entry Warning Integrated System (CPOE-WIS) allo scopo di rilevare e ridurre le PPI in tre diversi ambiti assistenziali: ospedale, residenza sanitaria assistita (RSA) e assistenza domiciliare integrata (ADImed). Metodi. Il CPOE-WIS è stato sviluppato e validato in due differenti coorti di pazienti ricoverati presso una U.O. di Geriatria. I dati anagrafici, clinici e terapeutici di ciascun assistito sono stati inseriti nel CPOE-WIS. In presenza di PPI, il software ha prodotto un report relativo alle PPI rilevate dai criteri di STOPP e/o le interazioni clinicamente importanti dalla banca dati Drug-Reax di Micromedex. Il report è stato discusso con il medico curante e il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, dopo l’intervento, è stato misurato attraverso il MAI (Medication Appropriateness Index). Risultati. Le coorti utilizzate per lo sviluppo e la validazione del CPOE-WIS sono risultate equilibrate in termini di dati anagrafici, clinici e terapeutici nonché riguardo al numero di PPI individuate dal software. In entrambe le coorti il numero di PPI è stato associato alla presenza di un importante grado di politerapia (≥ 5 farmaci). Dopo l’intervento, il punteggio MAI/paziente si è ridotto in tutti e tre gli ambiti assistenziali analizzati: pazienti ospedalizzati [3 (IQR=3-5) vs 2 (IQR=0-4); p<0.001], pazienti istituzionalizzati [4 (IQR=2-2.75) vs 2 (IQR=1-4); p<0.001], pazienti in ADImed [4 (IQR=2-6) vs 3 (IQR=0-5); p<0.05]. Il numero di assistiti con un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva è stato rispettivamente del 65,0% in ospedale, del 51,7% in RSA e del 49,1% in ADImed. Conclusioni. Il presente studio ha permesso di rilevare che in soggetti anziani in politerapia è possibile migliorare l’appropriatezza prescrittiva adottando una strategia che preveda la discussione delle PPI attraverso l’uso di un nuovo CPOE-WIS in grado di rilevare, non solo le potenziali interazioni farmacologiche ma anche tutte quelle inapropriatezze correlate alla presenza di interazioni farmaco-patologia, di duplicazioni terapeutiche e di farmaci generalmente considerati come “non appropriati” per indicazione clinica e/o dosaggio in età geriatricaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/85808
URN:NBN:IT:UNIPD-85808