L’ambito dell’analisi è rivolto ad approfondire il link (se esistente) tra corruzione internazionale e violazione dei diritti umani, individuando, dapprima, le fonti di diritto internazionale che definiscono il fenomeno corruttivo, al fine di applicare la legge dei diritti umani a tutela delle vittime e sostenere l’esistenza di un diritto loro proprio alla riparazione. La ricerca ha preso le mosse dalla definizione della fattispecie stessa di corruzione come declinata all’interno della Convenzione contro la corruzione (UNCAC) adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 58/4, a Merida il 31 ottobre 2003. Lo studio di UNCAC, testo che individua nella corruzione molteplici fattispecie, permette di qualificare il fenomeno nella dimensione internazionale, sottolineando le diversità rispetto alle categorie giuridiche nazionali ad esso dedicate. Il fenomeno così come inteso da UNCAC è oggetto di studio sulla base di un approccio non tradizionale ed esclusivamente penalistico, bensì attraverso una chiave di lettura che possa permettere di configurare la corruzione in sé come una violazione dei diritti umani fondamentali, il cosiddetto human rights approach. Più precisamente, l’adozione dello human rights approach nello studio della materia permette di cogliere in quali termini si realizzi una violazione di diritti umani laddove si verifichi uno dei crimini classificato da UNCAC quale corruzione. Proprio perché la Convenzione UNCAC non offre una definizione precisa del fenomeno, bensì un catalogo di crimini atti ad individuarlo, il lavoro di ricerca ha inteso convergere in una qualificazione della fattispecie che ricomprendesse in essa, e ne dimostrasse, la violazione dei diritti umani. Nello specifico, si è voluto indagare se la violazione di un diritto umano configuri un’implicazione diretta o indiretta del fenomeno o se, diversamente, sia essa stessa elemento dell’illecito, dal momento che il diritto umano deve essere inteso quale insieme di posizioni attive (a favore del titolare del diritto) e passive. Queste ultime sono configurate come un insieme di obblighi posti in capo, in primo luogo, agli Stati e, a livello differente, agli altri stakeholders che il fenomeno corruttivo necessariamente contravviene. Se questa impostazione venisse confermata, si potrebbe configurare l’esistenza di un diritto dei cittadini a una società libera dalla corruzione.Il materiale raccolto ha reso possibile concepire un elaborato suddiviso in cinque capitoli.
Corruzione internazionale e violazione dei diritti umani
SOMMARUGA, GIULIA
2023
Abstract
L’ambito dell’analisi è rivolto ad approfondire il link (se esistente) tra corruzione internazionale e violazione dei diritti umani, individuando, dapprima, le fonti di diritto internazionale che definiscono il fenomeno corruttivo, al fine di applicare la legge dei diritti umani a tutela delle vittime e sostenere l’esistenza di un diritto loro proprio alla riparazione. La ricerca ha preso le mosse dalla definizione della fattispecie stessa di corruzione come declinata all’interno della Convenzione contro la corruzione (UNCAC) adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 58/4, a Merida il 31 ottobre 2003. Lo studio di UNCAC, testo che individua nella corruzione molteplici fattispecie, permette di qualificare il fenomeno nella dimensione internazionale, sottolineando le diversità rispetto alle categorie giuridiche nazionali ad esso dedicate. Il fenomeno così come inteso da UNCAC è oggetto di studio sulla base di un approccio non tradizionale ed esclusivamente penalistico, bensì attraverso una chiave di lettura che possa permettere di configurare la corruzione in sé come una violazione dei diritti umani fondamentali, il cosiddetto human rights approach. Più precisamente, l’adozione dello human rights approach nello studio della materia permette di cogliere in quali termini si realizzi una violazione di diritti umani laddove si verifichi uno dei crimini classificato da UNCAC quale corruzione. Proprio perché la Convenzione UNCAC non offre una definizione precisa del fenomeno, bensì un catalogo di crimini atti ad individuarlo, il lavoro di ricerca ha inteso convergere in una qualificazione della fattispecie che ricomprendesse in essa, e ne dimostrasse, la violazione dei diritti umani. Nello specifico, si è voluto indagare se la violazione di un diritto umano configuri un’implicazione diretta o indiretta del fenomeno o se, diversamente, sia essa stessa elemento dell’illecito, dal momento che il diritto umano deve essere inteso quale insieme di posizioni attive (a favore del titolare del diritto) e passive. Queste ultime sono configurate come un insieme di obblighi posti in capo, in primo luogo, agli Stati e, a livello differente, agli altri stakeholders che il fenomeno corruttivo necessariamente contravviene. Se questa impostazione venisse confermata, si potrebbe configurare l’esistenza di un diritto dei cittadini a una società libera dalla corruzione.Il materiale raccolto ha reso possibile concepire un elaborato suddiviso in cinque capitoli.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/86078
URN:NBN:IT:UNIPV-86078