La tesi ha come titolo ed oggetto d’indagine “l’amministrazione dei beni temporali come spazio di libertà per l’ordinamento canonico”. Il tema, che rappresenta una delle più tipiche res mixtae, è affrontato ponendosi nella prospettiva dell’ordinamento canonico e cercando di offrire un’originale ed esaustiva trattazione dei termini giuridici con cui la Chiesa cattolica rivendica per sé la libertà di amministrare i beni temporali. L’analisi è condotta a partire dal canone 1254 del vigente Codex iuris canonici che riconosce il principio dello ius pubbblicum ecclesiasticum per il quale la Chiesa ha il diritto nativo di acquistare, possedere, amministrare ed alienare i beni temporali per conseguire i fini che le sono propri. In particolare, la norma è considerata tanti sotto il profilo dell’evoluzione storica che ha condotto alla formulazione testuale vigente quanto nel suo significato dogmatico e nelle sue implicazioni nell’ordinamento canonico vigente. Definito attraverso lo studio di questa norma lo spazio di libertà patrimoniale che la Chiesa rivendica per se stessa, lo sviluppo della tesi riguarda le norme contenute nel titolo II del libro V del Codex iuris canonici, dedicato all’amministrazione dei beni temporali della Chiesa. Di esso vengono presi in considerazione dapprima i soggetti coinvolti a vario titolo nell’amministrazione dei beni ecclesiastici (il Romano Pontefice, l’Ordinario, l’Amministratore immediato, l’economo, gli organi consultivi con competenze economico-patrimoniali e le Conferenze episcopali) e successivamente, le differenti tipologie di atti di amministrazione (atti che intaccano il patrimonio stabile del soggetto giuridico proprietario, atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione, atti maioris momenti). Concludono l’elaborato una riflessione sulla patologia dell’atto di amministrazione nell’ordinamento canonico, sia per quanto riguarda gli effetti della sua invalidità sia per quanto attiene la responsabilità che ne discende, e un esame delle connessioni ed i rapporti della disciplina del titolo II con l’ordinamento statuale italiano.
L'Amministrazione dei beni come spazio di libertà per l'ordinamento canonico
PEREGO, ALESSANDRO
2014
Abstract
La tesi ha come titolo ed oggetto d’indagine “l’amministrazione dei beni temporali come spazio di libertà per l’ordinamento canonico”. Il tema, che rappresenta una delle più tipiche res mixtae, è affrontato ponendosi nella prospettiva dell’ordinamento canonico e cercando di offrire un’originale ed esaustiva trattazione dei termini giuridici con cui la Chiesa cattolica rivendica per sé la libertà di amministrare i beni temporali. L’analisi è condotta a partire dal canone 1254 del vigente Codex iuris canonici che riconosce il principio dello ius pubbblicum ecclesiasticum per il quale la Chiesa ha il diritto nativo di acquistare, possedere, amministrare ed alienare i beni temporali per conseguire i fini che le sono propri. In particolare, la norma è considerata tanti sotto il profilo dell’evoluzione storica che ha condotto alla formulazione testuale vigente quanto nel suo significato dogmatico e nelle sue implicazioni nell’ordinamento canonico vigente. Definito attraverso lo studio di questa norma lo spazio di libertà patrimoniale che la Chiesa rivendica per se stessa, lo sviluppo della tesi riguarda le norme contenute nel titolo II del libro V del Codex iuris canonici, dedicato all’amministrazione dei beni temporali della Chiesa. Di esso vengono presi in considerazione dapprima i soggetti coinvolti a vario titolo nell’amministrazione dei beni ecclesiastici (il Romano Pontefice, l’Ordinario, l’Amministratore immediato, l’economo, gli organi consultivi con competenze economico-patrimoniali e le Conferenze episcopali) e successivamente, le differenti tipologie di atti di amministrazione (atti che intaccano il patrimonio stabile del soggetto giuridico proprietario, atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione, atti maioris momenti). Concludono l’elaborato una riflessione sulla patologia dell’atto di amministrazione nell’ordinamento canonico, sia per quanto riguarda gli effetti della sua invalidità sia per quanto attiene la responsabilità che ne discende, e un esame delle connessioni ed i rapporti della disciplina del titolo II con l’ordinamento statuale italiano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/86165
URN:NBN:IT:UNIPD-86165