Oggetto di studio di questo lavoro è la lezione universitaria e la relativa formazione dei docenti all’insegnamento, alla luce di quanto emerge dalla normativa in materia. Nell’affrontare tale tematica è stata effettuata una ricognizione degli studi e delle ricerche, in ambito nazionale e internazionale. In particolare sono state consultate: 1) enciclopedie e pubblicazioni specialistiche in lingua italiana e inglese, a partire dalla fine degli anni 1960 – quando le modifiche subite dal sistema universitario dopo il Sessantotto hanno determinato un proliferare di studi e interventi sull’università – ai nostri giorni; 2) tecniche e metodologie per incrementare la qualità della lezione, e strutture deputate alla formazione e supervisione degli aspiranti/neo/esperti docenti, presentate dai portali delle università considerate migliori al mondo in base della classifica 2008 del Times Higher Education Supplement, che è risultata la più citata come riferimento nella bibliografia consultata. Il lavoro di ricerca ha inoltre preso in considerazione i contributi di studiosi e università di Paesi europei ed extra-europei, inclusi quelli dell’area BRICS, al fine di offrire un quadro d’insieme – pur nella sua inevitabile sommarietà – quanto più vario e completo possibile. In sintesi, sul fronte della formazione dei docenti, dall’analisi condotta è emerso che istituire un training all’insegnamento da un punto di vista pratico prima della presa di servizio, soprattutto attraverso periodi di apprendistato in situ, potrebbe risultare utile. L’Italia, a differenza di altri Paesi, risulta non avere ancora attuato cambiamenti sostanziali rivolti alla didattica dei docenti universitari: il docente continua a essere gravato della responsabilità di provvedere da solo alla propria preparazione e al proprio aggiornamento. L’analisi delle risorse sulla lezione universitaria ha innanzitutto evidenziato l’importanza attribuita a questa modalità didattica da parte di autori, studiosi, ricercatori, etc., come testimonia non solo la quantità di studi sulla lezione, ma anche la presenza – in diverse università straniere – di strutture appositamente predisposte al supporto dei docenti da un punto di vista didattico. Al tempo stesso, il confronto tra gli elementi che ciascuno degli autori evidenzia come più importanti ha reso possibile l’identificazione delle componenti principali della lezione, ovvero 1) studenti, 2) docente, 3) aula. Alla luce dell’analisi della letteratura in materia, si è colta quindi la necessità di avere a disposizione strumenti che permettessero di effettuare rilevazioni sulla modalità di conduzione della lezione del docente, sul modo di seguire la lezione da parte degli studenti e sul contesto dell’ambiente-aula. Si è però voluto essere certi che il contesto delle rilevazioni corrispondesse il più possibile alle circostanze reali della lezione, riducendo al minimo l’interferenza del rilevatore. Per effettuare rilevazioni da due ottiche diverse (studenti e osservatore esterno), e poterle in seguito incrociare, si è preferito disporre di almeno due strumenti. Le opzioni sugli strumenti da utilizzare, ricavati dalla bibliografia consultata, sono state diverse. Tra tutte, una Scheda di osservazione di una lezione universitaria e un Questionario studenti sono sembrati più rispondenti alle necessità della ricerca. La Scheda presentava il vantaggio di poter essere compilata direttamente dalla sottoscritta, che del resto avrebbe potuto condurre le osservazioni delle lezioni in modo non partecipante, senza interferire pertanto sulla conduzione della lezione da parte del docente e quindi agevolando una registrazione dei fatti più vicina alla realtà. Il Questionario studenti, anonimo, ha permesso di raccogliere anche i punti di vista degli studenti, in modo relativamente rapido e nel rispetto della privacy. Non essendo possibile impiegare strumenti già validati in contesti italiani universitari, è stato necessario costruire appositi strumenti da impiegare in questa ricerca, avvalendosi ovviamente dell’apporto di schede e questionari disponibili a partire dalla fine degli anni 1960 a oggi. Gli strumenti messi a punto sono stati affinati in più fasi: 1) confronto con il collegio di dottorato e i colleghi dottorandi, 2) esercitazione all’uso degli strumenti, 3) try-out. La Scheda di osservazione di una lezione universitaria si compone di scale di valutazione, griglie di osservazione, spazio per descrizioni diaristico-narrative. Essa, prende in esame 62 indicatori, ed è suddivisa in quattro sezioni che riguardano: 1) le informazioni tecniche concernenti la lezione (orario, semestre, etc.); 2) l’aula (illuminazione, supporti didattici, etc.); 3) il docente (competenze generali, uso dei “ferri del mestiere”, rapporto con gli studenti); 4) gli studenti (attenzione, partecipazione, etc.). Il Questionario studenti è composto da 30 domande a riposta aperta o a scelta multipla, che in buona parte ripropongono in forma di domanda gli elementi osservati attraverso la Scheda. I due strumenti, misurando le stesse variabili, sono strutturati in modo da consentire un incrocio dei dati, per operare un confronto tra: a) la percezione che gli allievi hanno della lezione e della modalità didattica del docente, nonché il modo in cui rispondono a essa e il loro grado di soddisfazione; b) ciò che risulta dall’osservazione della lezione da parte di un osservatore esterno. La popolazione di riferimento individuata nella ricerca è costituita dai docenti universitari in servizio presso la Sapienza - Università di Roma. Il campione, non probabilistico e di giudizio, è composto dalle lezioni tenute da docenti universitari titolari degli insegnamenti obbligatori in servizio presso la Sapienza al secondo anno di Corsi di laurea di cui si è scelto di indicare solo le relative facoltà per impedire l’identificazione dei docenti e tutelarne la privacy: a) facoltà di Economia; b) facoltà di Giurisprudenza; c) facoltà di Ingegneria civile e industriale. Sono state scelte le tre facoltà che, sulla base dei dati relativi all’a.a. 2009/2010, forniti dal servizio statistico “InfoSapienza”, sono risultate con il maggior numero di iscritti negli anni successivi al primo. Tale scelta è dovuta al fatto che la ricerca si concentra sulle lezioni del secondo anno risultando più “equilibrate” dal punto di vista dell’organizzazione della lezione in relazione ai destinatari. Infatti, il primo anno di università presenta generalmente caratteristiche di “assestamento” (essendo rivolto alle matricole), mentre il terzo, nei Corsi di laurea triennale, è già una fase di conclusione in vista del conseguimento del titolo di studio. In questa indagine non sono state prese in esame le facoltà di area medica articolate su percorso di sei anni in quanto differenti, come durata, dalle altre (che, a ciclo unico o articolate su un “3+2”, comunque durano 5 anni). La somministrazione definitiva degli strumenti ha previsto che ogni insegnamento obbligatorio delle due facoltà triennali venisse osservato due volte (a inizio e fine semestre), mentre per la facoltà a percorso unitario sono state svolte tre sessioni di osservazione per ogni insegnamento obbligatorio, a inizio, metà e fine anno accademico. In totale, sono stati raccolti 190 Questionari studenti e compilate 38 Schede di osservazione. L’indagine empirica è stata condotta con rigore, dalla scelta del campione all’elaborazione e somministrazione degli strumenti, dalla raccolta e analisi dei dati alle considerazioni suscitate dai risultati emersi. Un’attenzione particolare ha richiesto l’impiego della Scheda di osservazione al fine di evitare che opinioni personali potessero inficiare la raccolta ed elaborazione dei dati, tenendo presente che la compilazione delle Schede era unicamente a cura della dottoranda. Per un uso oggettivo della Scheda e per un controllo della sua affidabilità, si è proceduto alla operazionalizzazione dei 36 indicatori relativi all’osservazione del docente. In questa, come in altre fasi di lavoro, ci si è avvalsi della collaborazione del Collegio di dottorato e dei colleghi dottorandi, per una condivisione dei criteri di misurazione. I risultati fondamentali della ricerca empirica possono essere riassunti come segue: 1) L’analisi delle Schede ha messo in luce, e confermato, quanto già evidenziato dalla letteratura in argomento. Le condizioni delle aule non sempre agevolano lo svolgimento delle lezioni (soprattutto per la scarsa areazione e disponibilità di supporti didattici), nonostante la chiarezza nella spiegazione dei docenti osservati e la loro capacità di offrire esempi efficaci. La partecipazione degli studenti nella lezione risulta scarsa e poco stimolata dai docenti, pur se cordiali e rispettosi nei confronti dei discenti, e disponibili a ripetere i contenuti della lezione. 2) Dai Questionari emerge che gli studenti ritengono le lezioni utili, soprattutto per la loro formazione professionale, ma al contempo faticose per l’impegno richiesto e a volte per la loro difficoltà. Considerano inoltre gli esempi e le domande del docente gli elementi di maggior stimolo del loro interesse e della loro partecipazione, ma lamentano le cattive condizioni delle aule, soprattutto in termini di organizzazione degli spazi, acustica e visibilità. Nel complesso, comunque, gli studenti risultano soddisfatti delle lezioni universitarie e non vorrebbero modificarvi nulla. 3) L’incrocio tra i dati ricavati dalle Schede e dai Questionari mette in luce diversi casi in cui è presente una corrispondenza tra quanto ricavato dai due strumenti, ad esempio per ciò che riguarda l’utilità della lezione e l’utilizzo di molteplici stili di spiegazione da parte del docente, nonché la funzionalità delle storie e degli aneddoti da lui raccontati e la sua stimolazione alla metabolizzazione dei contenuti della lezione. È da evidenziare l’attualità del presente studio, sia sul versante della formazione dei docenti universitari – per i quali il dibattito è acceso, a livello nazionale e internazionale – sia sul versante dell’importanza da attribuire alle opinioni degli studenti, considerando però queste ultime una forma non esaustiva dell’analisi della lezione, come sostenuto da diversi studiosi di più Paesi. Ciò inoltre conferma l’utilità della scelta di impiegare anche una Scheda di osservazione nello svolgimento della parte empirica della ricerca. Un elemento di pregio di questo lavoro sta nell’aver tentato di ridurre al minimo l’influenza del somministratore sul contesto della ricerca, in particolare sul modo di conduzione della lezione da parte dei docenti. Inoltre, l’analisi delle risposte aperte dei Questionari studenti, preceduta da una rigorosa categorizzazione delle stesse, ha arricchito la ricerca di prezioso materiale che i questionari attualmente in uso nelle università italiane, per lo più a risposta esclusivamente chiusa, non consentono di raccogliere. L’analisi dei risultati ottenuti attraverso la ricerca apre prospettive di approfondimento interessanti, sia sul piano della didattica universitaria e della sua valutazione sia su quello della formazione all’insegnamento dei docenti universitari. In particolare pare interessante la possibilità di raccogliere le opinioni degli studenti attraverso l’uso di un questionario che prevede risposte aperte, a differenza degli strumenti usati dai nuclei di valutazione universitaria in Italia.

La lezione universitaria. Insegnamento efficace e percorsi di formazione dei docenti

CANGELOSI, ANNALISA
2012

Abstract

Oggetto di studio di questo lavoro è la lezione universitaria e la relativa formazione dei docenti all’insegnamento, alla luce di quanto emerge dalla normativa in materia. Nell’affrontare tale tematica è stata effettuata una ricognizione degli studi e delle ricerche, in ambito nazionale e internazionale. In particolare sono state consultate: 1) enciclopedie e pubblicazioni specialistiche in lingua italiana e inglese, a partire dalla fine degli anni 1960 – quando le modifiche subite dal sistema universitario dopo il Sessantotto hanno determinato un proliferare di studi e interventi sull’università – ai nostri giorni; 2) tecniche e metodologie per incrementare la qualità della lezione, e strutture deputate alla formazione e supervisione degli aspiranti/neo/esperti docenti, presentate dai portali delle università considerate migliori al mondo in base della classifica 2008 del Times Higher Education Supplement, che è risultata la più citata come riferimento nella bibliografia consultata. Il lavoro di ricerca ha inoltre preso in considerazione i contributi di studiosi e università di Paesi europei ed extra-europei, inclusi quelli dell’area BRICS, al fine di offrire un quadro d’insieme – pur nella sua inevitabile sommarietà – quanto più vario e completo possibile. In sintesi, sul fronte della formazione dei docenti, dall’analisi condotta è emerso che istituire un training all’insegnamento da un punto di vista pratico prima della presa di servizio, soprattutto attraverso periodi di apprendistato in situ, potrebbe risultare utile. L’Italia, a differenza di altri Paesi, risulta non avere ancora attuato cambiamenti sostanziali rivolti alla didattica dei docenti universitari: il docente continua a essere gravato della responsabilità di provvedere da solo alla propria preparazione e al proprio aggiornamento. L’analisi delle risorse sulla lezione universitaria ha innanzitutto evidenziato l’importanza attribuita a questa modalità didattica da parte di autori, studiosi, ricercatori, etc., come testimonia non solo la quantità di studi sulla lezione, ma anche la presenza – in diverse università straniere – di strutture appositamente predisposte al supporto dei docenti da un punto di vista didattico. Al tempo stesso, il confronto tra gli elementi che ciascuno degli autori evidenzia come più importanti ha reso possibile l’identificazione delle componenti principali della lezione, ovvero 1) studenti, 2) docente, 3) aula. Alla luce dell’analisi della letteratura in materia, si è colta quindi la necessità di avere a disposizione strumenti che permettessero di effettuare rilevazioni sulla modalità di conduzione della lezione del docente, sul modo di seguire la lezione da parte degli studenti e sul contesto dell’ambiente-aula. Si è però voluto essere certi che il contesto delle rilevazioni corrispondesse il più possibile alle circostanze reali della lezione, riducendo al minimo l’interferenza del rilevatore. Per effettuare rilevazioni da due ottiche diverse (studenti e osservatore esterno), e poterle in seguito incrociare, si è preferito disporre di almeno due strumenti. Le opzioni sugli strumenti da utilizzare, ricavati dalla bibliografia consultata, sono state diverse. Tra tutte, una Scheda di osservazione di una lezione universitaria e un Questionario studenti sono sembrati più rispondenti alle necessità della ricerca. La Scheda presentava il vantaggio di poter essere compilata direttamente dalla sottoscritta, che del resto avrebbe potuto condurre le osservazioni delle lezioni in modo non partecipante, senza interferire pertanto sulla conduzione della lezione da parte del docente e quindi agevolando una registrazione dei fatti più vicina alla realtà. Il Questionario studenti, anonimo, ha permesso di raccogliere anche i punti di vista degli studenti, in modo relativamente rapido e nel rispetto della privacy. Non essendo possibile impiegare strumenti già validati in contesti italiani universitari, è stato necessario costruire appositi strumenti da impiegare in questa ricerca, avvalendosi ovviamente dell’apporto di schede e questionari disponibili a partire dalla fine degli anni 1960 a oggi. Gli strumenti messi a punto sono stati affinati in più fasi: 1) confronto con il collegio di dottorato e i colleghi dottorandi, 2) esercitazione all’uso degli strumenti, 3) try-out. La Scheda di osservazione di una lezione universitaria si compone di scale di valutazione, griglie di osservazione, spazio per descrizioni diaristico-narrative. Essa, prende in esame 62 indicatori, ed è suddivisa in quattro sezioni che riguardano: 1) le informazioni tecniche concernenti la lezione (orario, semestre, etc.); 2) l’aula (illuminazione, supporti didattici, etc.); 3) il docente (competenze generali, uso dei “ferri del mestiere”, rapporto con gli studenti); 4) gli studenti (attenzione, partecipazione, etc.). Il Questionario studenti è composto da 30 domande a riposta aperta o a scelta multipla, che in buona parte ripropongono in forma di domanda gli elementi osservati attraverso la Scheda. I due strumenti, misurando le stesse variabili, sono strutturati in modo da consentire un incrocio dei dati, per operare un confronto tra: a) la percezione che gli allievi hanno della lezione e della modalità didattica del docente, nonché il modo in cui rispondono a essa e il loro grado di soddisfazione; b) ciò che risulta dall’osservazione della lezione da parte di un osservatore esterno. La popolazione di riferimento individuata nella ricerca è costituita dai docenti universitari in servizio presso la Sapienza - Università di Roma. Il campione, non probabilistico e di giudizio, è composto dalle lezioni tenute da docenti universitari titolari degli insegnamenti obbligatori in servizio presso la Sapienza al secondo anno di Corsi di laurea di cui si è scelto di indicare solo le relative facoltà per impedire l’identificazione dei docenti e tutelarne la privacy: a) facoltà di Economia; b) facoltà di Giurisprudenza; c) facoltà di Ingegneria civile e industriale. Sono state scelte le tre facoltà che, sulla base dei dati relativi all’a.a. 2009/2010, forniti dal servizio statistico “InfoSapienza”, sono risultate con il maggior numero di iscritti negli anni successivi al primo. Tale scelta è dovuta al fatto che la ricerca si concentra sulle lezioni del secondo anno risultando più “equilibrate” dal punto di vista dell’organizzazione della lezione in relazione ai destinatari. Infatti, il primo anno di università presenta generalmente caratteristiche di “assestamento” (essendo rivolto alle matricole), mentre il terzo, nei Corsi di laurea triennale, è già una fase di conclusione in vista del conseguimento del titolo di studio. In questa indagine non sono state prese in esame le facoltà di area medica articolate su percorso di sei anni in quanto differenti, come durata, dalle altre (che, a ciclo unico o articolate su un “3+2”, comunque durano 5 anni). La somministrazione definitiva degli strumenti ha previsto che ogni insegnamento obbligatorio delle due facoltà triennali venisse osservato due volte (a inizio e fine semestre), mentre per la facoltà a percorso unitario sono state svolte tre sessioni di osservazione per ogni insegnamento obbligatorio, a inizio, metà e fine anno accademico. In totale, sono stati raccolti 190 Questionari studenti e compilate 38 Schede di osservazione. L’indagine empirica è stata condotta con rigore, dalla scelta del campione all’elaborazione e somministrazione degli strumenti, dalla raccolta e analisi dei dati alle considerazioni suscitate dai risultati emersi. Un’attenzione particolare ha richiesto l’impiego della Scheda di osservazione al fine di evitare che opinioni personali potessero inficiare la raccolta ed elaborazione dei dati, tenendo presente che la compilazione delle Schede era unicamente a cura della dottoranda. Per un uso oggettivo della Scheda e per un controllo della sua affidabilità, si è proceduto alla operazionalizzazione dei 36 indicatori relativi all’osservazione del docente. In questa, come in altre fasi di lavoro, ci si è avvalsi della collaborazione del Collegio di dottorato e dei colleghi dottorandi, per una condivisione dei criteri di misurazione. I risultati fondamentali della ricerca empirica possono essere riassunti come segue: 1) L’analisi delle Schede ha messo in luce, e confermato, quanto già evidenziato dalla letteratura in argomento. Le condizioni delle aule non sempre agevolano lo svolgimento delle lezioni (soprattutto per la scarsa areazione e disponibilità di supporti didattici), nonostante la chiarezza nella spiegazione dei docenti osservati e la loro capacità di offrire esempi efficaci. La partecipazione degli studenti nella lezione risulta scarsa e poco stimolata dai docenti, pur se cordiali e rispettosi nei confronti dei discenti, e disponibili a ripetere i contenuti della lezione. 2) Dai Questionari emerge che gli studenti ritengono le lezioni utili, soprattutto per la loro formazione professionale, ma al contempo faticose per l’impegno richiesto e a volte per la loro difficoltà. Considerano inoltre gli esempi e le domande del docente gli elementi di maggior stimolo del loro interesse e della loro partecipazione, ma lamentano le cattive condizioni delle aule, soprattutto in termini di organizzazione degli spazi, acustica e visibilità. Nel complesso, comunque, gli studenti risultano soddisfatti delle lezioni universitarie e non vorrebbero modificarvi nulla. 3) L’incrocio tra i dati ricavati dalle Schede e dai Questionari mette in luce diversi casi in cui è presente una corrispondenza tra quanto ricavato dai due strumenti, ad esempio per ciò che riguarda l’utilità della lezione e l’utilizzo di molteplici stili di spiegazione da parte del docente, nonché la funzionalità delle storie e degli aneddoti da lui raccontati e la sua stimolazione alla metabolizzazione dei contenuti della lezione. È da evidenziare l’attualità del presente studio, sia sul versante della formazione dei docenti universitari – per i quali il dibattito è acceso, a livello nazionale e internazionale – sia sul versante dell’importanza da attribuire alle opinioni degli studenti, considerando però queste ultime una forma non esaustiva dell’analisi della lezione, come sostenuto da diversi studiosi di più Paesi. Ciò inoltre conferma l’utilità della scelta di impiegare anche una Scheda di osservazione nello svolgimento della parte empirica della ricerca. Un elemento di pregio di questo lavoro sta nell’aver tentato di ridurre al minimo l’influenza del somministratore sul contesto della ricerca, in particolare sul modo di conduzione della lezione da parte dei docenti. Inoltre, l’analisi delle risposte aperte dei Questionari studenti, preceduta da una rigorosa categorizzazione delle stesse, ha arricchito la ricerca di prezioso materiale che i questionari attualmente in uso nelle università italiane, per lo più a risposta esclusivamente chiusa, non consentono di raccogliere. L’analisi dei risultati ottenuti attraverso la ricerca apre prospettive di approfondimento interessanti, sia sul piano della didattica universitaria e della sua valutazione sia su quello della formazione all’insegnamento dei docenti universitari. In particolare pare interessante la possibilità di raccogliere le opinioni degli studenti attraverso l’uso di un questionario che prevede risposte aperte, a differenza degli strumenti usati dai nuclei di valutazione universitaria in Italia.
14-giu-2012
Italiano
student questionnaire
observation chart
teacher training
lecture
LUCISANO, Pietro
SALERNI, Anna
LUCISANO, Pietro
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-86667