La balbuzie è un disturbo del neurosviluppo con esordio nella prima infanzia, caratterizzato da involontarie alterazioni della normale fluenza dell’eloquio come ripetizoni di sillabe, prolungamenti e blocchi (Bloodstein & Ratner, 2008), e da reazioni emotive e comportamentali disadattive (Iverach, 2014). In età adulta la balbuzie si associa ad una maggiore rischio di disturbi d'ansia, e nello specifico disturbi d'ansia sociale (Craig & Tran (2014). Principale scopo del presente studio è stato quello di indagare se la presenza di un disturbo di natura cronica come la balbuzie si associ ad un aumentato rischio per lo sviluppo di sintomi psicopatologici durante l'età preadolescenziale. La cornice teorica nella quale si inserisce tale studio è fornita da una concezione multidimensionale e dinamica dei fenomeni, ansia e balbuzie, le cui variabili affettive, cognitive e comportamentali sono importanti mediatori non solo nello sviluppo, ma soprattutto nel mantenimento del disturbo; meritano, quindi, di essere oggetto di studio al fine di progettare trattamenti integrati e multidisciplinari più efficaci. Nello specifico, si è voluto indagare se esiste un effetto differenziale della balbuzie sui livelli d'ansia e sulla presenza di sintomi psicopatologici. Inoltre, si analizzato quali possibili fattori di rischio e di protezione potrebbero moderare la l'associazione tra ansia a balbuzie. I partecipanti dello studio sono stati preadolescenti che balbettano (11-14 anni) e un gruppo di controllo appaiati per genere, età e stato socioeconomico. Modelli di regressione lineare sono stati utilizzati per indagare la relazione tra ansia e balbuzie e per indagare l'impatto complessivo dei fattori di rischio e di protezione su tale relazione. Questo studio include un approccio multidimensionale alla relazione tra ansia e balbuzie attraverso una comprensiva valutazione che si avvale di informatori multipli. A questo riguardo, l'analisi delle correlazioni tra i report genitoriali e quelli dei preadolescenti ha permesso di investigare possibili differenze tra gruppo clinico e di controllo.
Anxiety and stuttering: filling the research gaps in early adolescence
FAVARETTO, DESIRÈE
2018
Abstract
La balbuzie è un disturbo del neurosviluppo con esordio nella prima infanzia, caratterizzato da involontarie alterazioni della normale fluenza dell’eloquio come ripetizoni di sillabe, prolungamenti e blocchi (Bloodstein & Ratner, 2008), e da reazioni emotive e comportamentali disadattive (Iverach, 2014). In età adulta la balbuzie si associa ad una maggiore rischio di disturbi d'ansia, e nello specifico disturbi d'ansia sociale (Craig & Tran (2014). Principale scopo del presente studio è stato quello di indagare se la presenza di un disturbo di natura cronica come la balbuzie si associ ad un aumentato rischio per lo sviluppo di sintomi psicopatologici durante l'età preadolescenziale. La cornice teorica nella quale si inserisce tale studio è fornita da una concezione multidimensionale e dinamica dei fenomeni, ansia e balbuzie, le cui variabili affettive, cognitive e comportamentali sono importanti mediatori non solo nello sviluppo, ma soprattutto nel mantenimento del disturbo; meritano, quindi, di essere oggetto di studio al fine di progettare trattamenti integrati e multidisciplinari più efficaci. Nello specifico, si è voluto indagare se esiste un effetto differenziale della balbuzie sui livelli d'ansia e sulla presenza di sintomi psicopatologici. Inoltre, si analizzato quali possibili fattori di rischio e di protezione potrebbero moderare la l'associazione tra ansia a balbuzie. I partecipanti dello studio sono stati preadolescenti che balbettano (11-14 anni) e un gruppo di controllo appaiati per genere, età e stato socioeconomico. Modelli di regressione lineare sono stati utilizzati per indagare la relazione tra ansia e balbuzie e per indagare l'impatto complessivo dei fattori di rischio e di protezione su tale relazione. Questo studio include un approccio multidimensionale alla relazione tra ansia e balbuzie attraverso una comprensiva valutazione che si avvale di informatori multipli. A questo riguardo, l'analisi delle correlazioni tra i report genitoriali e quelli dei preadolescenti ha permesso di investigare possibili differenze tra gruppo clinico e di controllo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/86986
URN:NBN:IT:UNIPD-86986