Il seguente lavoro si presenta come una indagine sulla relazione tra "negatività" e "possibilità" nella filosofia di Adorno, e a partire da essa. Sforzo della ricerca, è stato quello di rendere conto della radicale "inattualità" che accompagna il "possibile" come tale, seguendone il differenziato dispiegamento sul piano teoretico, estetico e linguistico. Soffermarsi e insistere sul carattere irresolubile della "potenza" e della "contingenza" significa cogliere in modo rigoroso il luogo denso di "paradossi" della "dialettica negativa" adorniana, tentando faticosamente di delineare, di volta in volta, lo spazio indeterminabile in cui si rende possibile l'elaborazione di nuove forme di appropriazione della vita e configurazione del senso. Come, per Adorno, l'opera d'arte palesa esemplarmente, il fare, il dire e l'agire umani non esauriscono mail il "possibile" che ovunque li attornia. Articolare questa impossibilità di compimento e traduzione esaustiva è uno dei tratti peculiari della riflessione adorniana e del ruolo protagonista che la dimensione estetica svolge in essa. A partire da tale "grammatica del possibile", l' "utopia" di questo esercizio di pensiero coincide con il tentativo indefesso di restituire questo duraturo "non-ancora" insito nel nostro fare e parlare, incuneato nella relazione negativo-differenziale che divide e articola a un tempo il linguaggio e il mondo, il dicibile e il sensibile, il divario incolmabile tra espressione linguistica e esperienza sensibile.
La questione estetica nella filosofia di Theodor Wiesengrund Adorno
SCUTARI, FRANCESCO
2017
Abstract
Il seguente lavoro si presenta come una indagine sulla relazione tra "negatività" e "possibilità" nella filosofia di Adorno, e a partire da essa. Sforzo della ricerca, è stato quello di rendere conto della radicale "inattualità" che accompagna il "possibile" come tale, seguendone il differenziato dispiegamento sul piano teoretico, estetico e linguistico. Soffermarsi e insistere sul carattere irresolubile della "potenza" e della "contingenza" significa cogliere in modo rigoroso il luogo denso di "paradossi" della "dialettica negativa" adorniana, tentando faticosamente di delineare, di volta in volta, lo spazio indeterminabile in cui si rende possibile l'elaborazione di nuove forme di appropriazione della vita e configurazione del senso. Come, per Adorno, l'opera d'arte palesa esemplarmente, il fare, il dire e l'agire umani non esauriscono mail il "possibile" che ovunque li attornia. Articolare questa impossibilità di compimento e traduzione esaustiva è uno dei tratti peculiari della riflessione adorniana e del ruolo protagonista che la dimensione estetica svolge in essa. A partire da tale "grammatica del possibile", l' "utopia" di questo esercizio di pensiero coincide con il tentativo indefesso di restituire questo duraturo "non-ancora" insito nel nostro fare e parlare, incuneato nella relazione negativo-differenziale che divide e articola a un tempo il linguaggio e il mondo, il dicibile e il sensibile, il divario incolmabile tra espressione linguistica e esperienza sensibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/87048
URN:NBN:IT:UNIROMA1-87048