Gli studi riportati nel presente lavoro di tesi sono volti a indagare le basi motivazionali di psicopatologie, come l'ansia e la depressione, caratterizzate da affettività negativa. Uno scarso bilanciamento, o un conflitto, tra opposte tendenze motivazionali possono determinare disturbi emozionali e affettivi, a loro volta spesso associati con la psicopatologia. Come sarà descritto nel primo capitolo, le spinte motivazionali sono sostenute da due sistemi cerebrali, il circuito appetitivo e quello difensivo. Il sistema appetitivo contribuisce a comportamenti di avvicinamento verso stimoli gratificanti e piacevoli, mentre il sistema difensivo è coinvolto nella risposta di evitamento da possibili fonti di minaccia e ha un ruolo determinante nell’elicitare emozioni negative. Pertanto, le risposte emozionali possono essere descritte come disposizioni all’azione, sostenute da spinte motivazionali all’approccio o all’evitamento in risposta a stimoli emozionali. Diversi modelli teorici hanno proposto che l’affettività negativa in psicopatologia sia da ricondurre a un’eccessiva attivazione del sistema difensivo, associata a una tendenza preponderante all’evitamento attivo di potenziali stimoli minacciosi. Parzialmente in contrasto con questa concettualizzazione teorica, l'obiettivo di questa tesi è stato quello di indagare se l’affettività negativa possa manifestarsi in psicopatologie che non sono caratterizzate da una chiara tendenza all’evitamento attivo. In questa direzione, i correlati elettroencefalografici (EEG) delle tendenze motivazionali in risposta a stimoli emozionali sono stati esaminati nella fobia del sangue e nella disforia (i.e., depressione subclinica). La fobia del sangue, infatti, contrariamente alle altre fobie specifiche, non è associata a un aumento della disposizione all’azione in risposta allo stimolo fobigeno: pertanto, l’affettività negativa in questi individui non sembra derivare da una marcata tendenza all’evitamento attivo. D’altro canto, la depressione è una condizione in cui non è chiaro se l’affettività negativa sia sottesa da una dominanza del sistema di evitamento o da una scarsa attivazione del sistema motivazionale appetitivo. Infatti, è oggetto di dibattito in letteratura se l'umore depresso sia da ricondurre all’elaborazione preferenziale di stimoli spiacevoli o a una ridotta sensibilità alla ricompensa e agli stimoli emozionali piacevoli. Al fine di indagare questi aspetti, sono stati condotti tre studi. Nello studio 1, si è scelto di indagare la modulazione di bande EEG durante un compito Go/Nogo emozionale nella fobia del sangue. Il Go/Nogo emozionale, che includeva la presentazione di immagini fobia-relate, insieme a stimoli spiacevoli (non fobigeni), neutri e piacevoli, si è rivelato ideale per studiare la disposizione all’azione nella fobia del sangue. Dai risultati dello studio si evince che gli individui con fobia del sangue presentano una risposta motivazionale conflittuale alle immagini fobigene, caratterizzata da tendenze concomitanti a prestare attenzione e a evitare lo stimolo temuto, in contrasto con quanto tipicamente osservato in altre fobie. Negli studi 2 e 3, è stata indagata la modulazione delle bande EEG durante un compito di imagery emozionale in individui con disforia. L’imagery emozionale è un compito in cui viene richiesto ai partecipanti di immaginare attivamente determinati scenari emozionali ed è quindi particolarmente adatto per studiare la modulazione emozionale delle tendenze motivazionali appetitive e difensive. Complessivamente, i risultati supportano l'idea che l’umore depresso nella disforia sia da ascrivere a una scarsa motivazione appetitiva, associata a una ridotta elaborazione di stimoli piacevoli. Anche in questo caso, non sono emerse evidenze relative a un incremento di motivazione difensiva e di tendenza all’evitamento in individui disforici. Infine, la nostra ricerca si è focalizzata sulle possibili implicazioni cliniche dei risultati sopra descritti, in particolare in relazione all'applicazione di training bio-comportamentali per la riduzione dell’affettività negativa. In linea con la letteratura, i risultati dei nostri primi tre studi hanno mostrato che l’asimmetria frontale alfa è un indice informativo delle tendenze motivazionali sottostanti l’affettività e le risposte emozionali. Pertanto, un quarto studio è stato condotto, volto a valutare l'efficacia di un training di neurofeedback dell’asimmetria alfa frontale nella riduzione dell’affettività negativa e dei sintomi ansiosi e depressivi in individui sani. Dopo cinque sedute di neurofeedback, i partecipanti sottoposti al training dell’asimmetria alfa sono riusciti a ridurre l'attività prefrontale destra rispetto a quella sinistra, come indicato da uno specifico aumento di alpha frontale destra. In conformità con il ruolo della corteccia prefrontale destra nella motivazione difensiva e nell’affettività negativa, l’aumento dell’alfa frontale a destra era associato a una significativa riduzione dell’affettività negativa e dell’ansia. In conclusione, la presente tesi conferma ed estende il legame tra le tendenze motivazionali e l’affettività negativa, mostrando che l’affettività negativa non è associata esclusivamente a un aumento della motivazione difensiva e della disposizione all’evitamento attivo. Infatti, tra le psicopatologie caratterizzate da affettività negativa, la fobia del sangue e la disforia si discostano dal modello motivazionale classico. Inoltre, è stato proposto un primo passo verso la transizione dalla ricerca di base all'applicazione clinica, attraverso l'attuazione di un EEG-neurofeedback per la riduzione dell’affettività negativa. Nel complesso, il presente lavoro getta le basi per una migliore comprensione delle basi motivazionali di psicopatologie caratterizzate da affettività negativa, fornendo inoltre un chiaro supporto all’applicazione di training bio-comportamentali.
Motivational underpinnings of negative affect as revealed by emotional modulation of EEG bands
MENNELLA, ROCCO
2017
Abstract
Gli studi riportati nel presente lavoro di tesi sono volti a indagare le basi motivazionali di psicopatologie, come l'ansia e la depressione, caratterizzate da affettività negativa. Uno scarso bilanciamento, o un conflitto, tra opposte tendenze motivazionali possono determinare disturbi emozionali e affettivi, a loro volta spesso associati con la psicopatologia. Come sarà descritto nel primo capitolo, le spinte motivazionali sono sostenute da due sistemi cerebrali, il circuito appetitivo e quello difensivo. Il sistema appetitivo contribuisce a comportamenti di avvicinamento verso stimoli gratificanti e piacevoli, mentre il sistema difensivo è coinvolto nella risposta di evitamento da possibili fonti di minaccia e ha un ruolo determinante nell’elicitare emozioni negative. Pertanto, le risposte emozionali possono essere descritte come disposizioni all’azione, sostenute da spinte motivazionali all’approccio o all’evitamento in risposta a stimoli emozionali. Diversi modelli teorici hanno proposto che l’affettività negativa in psicopatologia sia da ricondurre a un’eccessiva attivazione del sistema difensivo, associata a una tendenza preponderante all’evitamento attivo di potenziali stimoli minacciosi. Parzialmente in contrasto con questa concettualizzazione teorica, l'obiettivo di questa tesi è stato quello di indagare se l’affettività negativa possa manifestarsi in psicopatologie che non sono caratterizzate da una chiara tendenza all’evitamento attivo. In questa direzione, i correlati elettroencefalografici (EEG) delle tendenze motivazionali in risposta a stimoli emozionali sono stati esaminati nella fobia del sangue e nella disforia (i.e., depressione subclinica). La fobia del sangue, infatti, contrariamente alle altre fobie specifiche, non è associata a un aumento della disposizione all’azione in risposta allo stimolo fobigeno: pertanto, l’affettività negativa in questi individui non sembra derivare da una marcata tendenza all’evitamento attivo. D’altro canto, la depressione è una condizione in cui non è chiaro se l’affettività negativa sia sottesa da una dominanza del sistema di evitamento o da una scarsa attivazione del sistema motivazionale appetitivo. Infatti, è oggetto di dibattito in letteratura se l'umore depresso sia da ricondurre all’elaborazione preferenziale di stimoli spiacevoli o a una ridotta sensibilità alla ricompensa e agli stimoli emozionali piacevoli. Al fine di indagare questi aspetti, sono stati condotti tre studi. Nello studio 1, si è scelto di indagare la modulazione di bande EEG durante un compito Go/Nogo emozionale nella fobia del sangue. Il Go/Nogo emozionale, che includeva la presentazione di immagini fobia-relate, insieme a stimoli spiacevoli (non fobigeni), neutri e piacevoli, si è rivelato ideale per studiare la disposizione all’azione nella fobia del sangue. Dai risultati dello studio si evince che gli individui con fobia del sangue presentano una risposta motivazionale conflittuale alle immagini fobigene, caratterizzata da tendenze concomitanti a prestare attenzione e a evitare lo stimolo temuto, in contrasto con quanto tipicamente osservato in altre fobie. Negli studi 2 e 3, è stata indagata la modulazione delle bande EEG durante un compito di imagery emozionale in individui con disforia. L’imagery emozionale è un compito in cui viene richiesto ai partecipanti di immaginare attivamente determinati scenari emozionali ed è quindi particolarmente adatto per studiare la modulazione emozionale delle tendenze motivazionali appetitive e difensive. Complessivamente, i risultati supportano l'idea che l’umore depresso nella disforia sia da ascrivere a una scarsa motivazione appetitiva, associata a una ridotta elaborazione di stimoli piacevoli. Anche in questo caso, non sono emerse evidenze relative a un incremento di motivazione difensiva e di tendenza all’evitamento in individui disforici. Infine, la nostra ricerca si è focalizzata sulle possibili implicazioni cliniche dei risultati sopra descritti, in particolare in relazione all'applicazione di training bio-comportamentali per la riduzione dell’affettività negativa. In linea con la letteratura, i risultati dei nostri primi tre studi hanno mostrato che l’asimmetria frontale alfa è un indice informativo delle tendenze motivazionali sottostanti l’affettività e le risposte emozionali. Pertanto, un quarto studio è stato condotto, volto a valutare l'efficacia di un training di neurofeedback dell’asimmetria alfa frontale nella riduzione dell’affettività negativa e dei sintomi ansiosi e depressivi in individui sani. Dopo cinque sedute di neurofeedback, i partecipanti sottoposti al training dell’asimmetria alfa sono riusciti a ridurre l'attività prefrontale destra rispetto a quella sinistra, come indicato da uno specifico aumento di alpha frontale destra. In conformità con il ruolo della corteccia prefrontale destra nella motivazione difensiva e nell’affettività negativa, l’aumento dell’alfa frontale a destra era associato a una significativa riduzione dell’affettività negativa e dell’ansia. In conclusione, la presente tesi conferma ed estende il legame tra le tendenze motivazionali e l’affettività negativa, mostrando che l’affettività negativa non è associata esclusivamente a un aumento della motivazione difensiva e della disposizione all’evitamento attivo. Infatti, tra le psicopatologie caratterizzate da affettività negativa, la fobia del sangue e la disforia si discostano dal modello motivazionale classico. Inoltre, è stato proposto un primo passo verso la transizione dalla ricerca di base all'applicazione clinica, attraverso l'attuazione di un EEG-neurofeedback per la riduzione dell’affettività negativa. Nel complesso, il presente lavoro getta le basi per una migliore comprensione delle basi motivazionali di psicopatologie caratterizzate da affettività negativa, fornendo inoltre un chiaro supporto all’applicazione di training bio-comportamentali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/87159
URN:NBN:IT:UNIPD-87159