OBIETTIVI DELLA TESI Il ruolo delle Banche Centrali nelle società si esplica non solo in ambito economico, ma assume una rilevanza sociale nel loro atto stesso del comunicare. Lo studio sull'impatto sociale della crisi passa necessariamente anche attraverso lo studio dello story telling della “Grande recessione”. Con il presente lavoro ci si è proposti di identificare quali siano state le strategie e lo stile di comunicazione utilizzati dalle principali Istituzioni coinvolte nella gestione della crisi 2007-2012, Banca d'Italia, Banca Centrale Europea e Federal Reserve, così come ci vengono rappresentati negli atti di comunicazione pubblicoistituzionale per eccellenza, ovvero i comunicati stampa ufficiali. Il lavoro si pone l'obiettivo di delineare non solo l'approccio comunicativo ma anche il milieu culturale che emerge dal racconto della crisi da parte delle BC e di rilevarne le differenze. Le dimensioni, che abbiamo preso come riferimento della presente indagine, sono: le parole della crisi, le differenze tra il contesto socioeconomico europeo e quello americano, la cultura organizzativa degli Istituti che traspare dal linguaggio utilizzato. INQUADRAMENTO TEORICO Il lavoro si fonda su un approccio multidisciplinare che combina tematiche e teorie economiche, comunicazionali e sociolinguistiche; si parte da un inquadramento storico, economico e sociale dell’Istituzione Banca Centrale, passando all’analisi delle principali teorie sulla comunicazione in genere e su quella pubblica e istituzionale. Il tema “crisi” è declinato sia nella sua componente socioeconomica sia nel suo rapporto con la comunicazione e la società, mentre la comunicazione delle BC nel rapporto con i media viene analizzata sia nelle modalità che un Istituto Centrale utilizza per comunicare l’economia, sia nelle strategie comunicative messe in atto per una sana gestione della crisi. L'approccio teorico e i metodi utilizzati per la ricerca vengono illustrati presentando i riferimenti metodologici e le teorie e le prassi di analisi testuale di tipo quali-quantitativo. CAMPIONAMENTO E METODI UTILIZZATI Al fine di identificare le parole chiave utilizzate durante la crisi 2007-2012 dai 3 Istituti Centrali, si è partiti dal campionamento dei comunicati stampa ottenuti dai siti Internet di Fed, BCE e Bankitalia, estrapolando empiricamente quei comunicati che trattano il tema della crisi. Sono state identificate le milestones della crisi (anni dal 2007 al 2012), poi raggruppate in bienni; i testi, uniti per biennio in un unico corpus per Istituto, ci forniscono 3 corpora in inglese per BCE e Fed, mentre per Bankitalia (vista anche l’incongruenza linguistica) un corpus unico in italiano relativo al terzo biennio. L’indagine di tipo empirico utilizza strumenti quantitativi quali i software di analisi testuale T-LAB, per la parte di studio lessicometrico, Word Tree, per l'analisi delle concordanze (quali-quantitativa), e WordClouds, per una rappresentazione grafica dei risultati. Per le tecniche qualitative si è utilizzata una griglia di riferimento dell’analisi retorica, per compendiare i dati ottenuti dall’analisi computer assistita. L’analisi retorica poi è stata accompagnata da una griglia teorico-empirica rispetto alle teorie dell’organizzazione, volta a inquadrare le macro-tendenze della cultura organizzativa che traspare dai testi esaminati. I risultati ottenuti per Fed e BCE sono poi stati messi a confronto, mentre il caso Bankitalia è stato analizzato a parte per disomogeneità linguistica e parziale indisponibilità dei dati. RISULTATI OTTENUTI In generale il linguaggio delle 3 Istituzioni si avvale del ragionamento logico piuttosto che agire su un piano emozionale, secondo una pragmatica del discorso volta a calmierare gli effetti emotivi dell’economia e a scongiurare il panico. La forma scritta in stile reportistico, lo stile formale, le frasi brevi, lo scarso uso di frasi secondarie (meno per Bankitalia, vista l’articolata struttura grammaticale e del discorso della lingua italiana), il linguaggio asciutto, lo scarso uso dell’aggettivazione e di figure retoriche, l’utilizzo di terminologia tecnica e di dati a supporto, sono tutti elementi comuni al tipo di racconto utilizzato. Rispetto alle 3 dimensioni dell’indagine (parole della crisi, differenze tra contesto europeo e americano, indizi di cultura organizzativa) possiamo declinare i risultati seguenti. Il linguaggio e gli obiettivi comunicazionali e strategici della Fed e della BCE differiscono visibilmente; la BCE sembra più orientata ad azioni di stabilizzazione dell'Eurosistema, in un'ottica di generale supervisione dei fenomeni di crisi, mentre la Fed si rivolge maggiormente alla tutela dei consumatori e ad un approccio che mira ad affrontare la crisi del mercato immobiliare, in modo da attutire le ripercussioni sul sistema bancario. Dal punto di vista dell’azione risulta più attiva e tempestiva quella del contesto USA, più prudente e dunque meno reattiva quella del contesto europeo. Ciò riflette anche la struttura socioeconomica fondamentalmente diversa dei due contesti culturali, più liberista e flessibile quello americano, più conservativo e rigido quello europeo. Rispetto alle modalità operative, sebbene entrambe le Banche Centrali rispondano a norme di collegialità, non mancano delle differenze che investono le modalità di funzionamento delle Authority: la BCE più verticistica e “segreta” rispetto alla formazione delle decisioni, la Fed più incline a partecipazione e trasparenza. La Banca d’Italia, pur non trovandosi allora in prima linea rispetto a situazioni di emergenza, sia sul fronte del salvataggio di gruppi bancari che del debito sovrano - peraltro non esente da criticità acuite a causa di speculazioni sullo spread -, presenta una comunicazione prudente centrata sulle politiche europee di contenimento e previsione della rischiosità delle posizioni creditizie, con riferimenti agli stress test e alle indicazioni di patrimonializzazione delle banche. Rispetto alla cultura organizzativa si evidenzia come la BCE interpreti il proprio ruolo secondo uno schema organizzazionale c.d. debole: il sistema di controllo verticistico, gerarchizzato e centralistico fa da contraltare al rischio di individualismi nazionali e personali dei membri del Board e assicura quell’unità di intenti e di azioni tipica delle organizzazioni burocratizzate, che temono la perdita del controllo e lo sviluppo di subculture. Trattandosi comunque di una struttura burocratica che esercita il proprio potere in forma centralizzata e gerarchizzata, anche la Federal Reserve presenta le medesime caratteristiche; la differenza con la BCE è insita nell’incentivazione e nel riconoscimento della pluralità delle subculture, che riportate in un alveo decisionale comune possono essere fonte e garanzia di trasparenza e pluralismo nella collegialità. Lo stile Bankitalia si connota, data l’assenza di partecipazione attiva dei cittadini e dei soggetti interessati al percorso normativo e data la politica non disclosing in merito alle diverse opinioni dei membri del Direttorio, per un sistema organizzativo a tratti di ispirazione gerarchico-normativa, caratterizzato da una cultura organizzativa di tipo centralista, che può correre il rischio di gemmazione di subculture rispetto ai valori aziendali condivisi. CONCLUSIONI Con questo lavoro di ricerca abbiamo cercato di rispondere a varie domande rispetto al tipo di comunicazione messa in atto dalle Banche Centrali durante i periodi di crisi e constatato come siano molti i livelli di lettura possibili rispetto all’uso delle parole all’interno di un testo. Siamo consapevoli però che vi sono diversi tagli di ricerca e filoni di studio che possono partire da questa tesi, quali ad esempio l’interrelazione tra le dichiarazioni rilasciate alla pubblica opinione e l’andamento degli indicatori dell’economia e dei mercati, o l’analisi delle trascrizioni delle dichiarazioni dei Governatori in conferenza stampa e delle interviste pubblicate (sia in forma scritta che in forma audiovisiva), nonché delle sessioni di Q&A che seguono alle riunioni dei Board delle varie BC. Verificare se dall’analisi di testi diversi, prelevati negli stessi periodi, si ottengano risultati simili potrà costituire una conferma alle considerazioni qui formulate.

Il racconto della crisi: la comunicazione delle banche centrali durante la grande recessione 2007-2012. I comunicati ufficiali alla stampa nazionale e internazionale: il percorso delle notizie

Biasiol, Andrea
2017

Abstract

OBIETTIVI DELLA TESI Il ruolo delle Banche Centrali nelle società si esplica non solo in ambito economico, ma assume una rilevanza sociale nel loro atto stesso del comunicare. Lo studio sull'impatto sociale della crisi passa necessariamente anche attraverso lo studio dello story telling della “Grande recessione”. Con il presente lavoro ci si è proposti di identificare quali siano state le strategie e lo stile di comunicazione utilizzati dalle principali Istituzioni coinvolte nella gestione della crisi 2007-2012, Banca d'Italia, Banca Centrale Europea e Federal Reserve, così come ci vengono rappresentati negli atti di comunicazione pubblicoistituzionale per eccellenza, ovvero i comunicati stampa ufficiali. Il lavoro si pone l'obiettivo di delineare non solo l'approccio comunicativo ma anche il milieu culturale che emerge dal racconto della crisi da parte delle BC e di rilevarne le differenze. Le dimensioni, che abbiamo preso come riferimento della presente indagine, sono: le parole della crisi, le differenze tra il contesto socioeconomico europeo e quello americano, la cultura organizzativa degli Istituti che traspare dal linguaggio utilizzato. INQUADRAMENTO TEORICO Il lavoro si fonda su un approccio multidisciplinare che combina tematiche e teorie economiche, comunicazionali e sociolinguistiche; si parte da un inquadramento storico, economico e sociale dell’Istituzione Banca Centrale, passando all’analisi delle principali teorie sulla comunicazione in genere e su quella pubblica e istituzionale. Il tema “crisi” è declinato sia nella sua componente socioeconomica sia nel suo rapporto con la comunicazione e la società, mentre la comunicazione delle BC nel rapporto con i media viene analizzata sia nelle modalità che un Istituto Centrale utilizza per comunicare l’economia, sia nelle strategie comunicative messe in atto per una sana gestione della crisi. L'approccio teorico e i metodi utilizzati per la ricerca vengono illustrati presentando i riferimenti metodologici e le teorie e le prassi di analisi testuale di tipo quali-quantitativo. CAMPIONAMENTO E METODI UTILIZZATI Al fine di identificare le parole chiave utilizzate durante la crisi 2007-2012 dai 3 Istituti Centrali, si è partiti dal campionamento dei comunicati stampa ottenuti dai siti Internet di Fed, BCE e Bankitalia, estrapolando empiricamente quei comunicati che trattano il tema della crisi. Sono state identificate le milestones della crisi (anni dal 2007 al 2012), poi raggruppate in bienni; i testi, uniti per biennio in un unico corpus per Istituto, ci forniscono 3 corpora in inglese per BCE e Fed, mentre per Bankitalia (vista anche l’incongruenza linguistica) un corpus unico in italiano relativo al terzo biennio. L’indagine di tipo empirico utilizza strumenti quantitativi quali i software di analisi testuale T-LAB, per la parte di studio lessicometrico, Word Tree, per l'analisi delle concordanze (quali-quantitativa), e WordClouds, per una rappresentazione grafica dei risultati. Per le tecniche qualitative si è utilizzata una griglia di riferimento dell’analisi retorica, per compendiare i dati ottenuti dall’analisi computer assistita. L’analisi retorica poi è stata accompagnata da una griglia teorico-empirica rispetto alle teorie dell’organizzazione, volta a inquadrare le macro-tendenze della cultura organizzativa che traspare dai testi esaminati. I risultati ottenuti per Fed e BCE sono poi stati messi a confronto, mentre il caso Bankitalia è stato analizzato a parte per disomogeneità linguistica e parziale indisponibilità dei dati. RISULTATI OTTENUTI In generale il linguaggio delle 3 Istituzioni si avvale del ragionamento logico piuttosto che agire su un piano emozionale, secondo una pragmatica del discorso volta a calmierare gli effetti emotivi dell’economia e a scongiurare il panico. La forma scritta in stile reportistico, lo stile formale, le frasi brevi, lo scarso uso di frasi secondarie (meno per Bankitalia, vista l’articolata struttura grammaticale e del discorso della lingua italiana), il linguaggio asciutto, lo scarso uso dell’aggettivazione e di figure retoriche, l’utilizzo di terminologia tecnica e di dati a supporto, sono tutti elementi comuni al tipo di racconto utilizzato. Rispetto alle 3 dimensioni dell’indagine (parole della crisi, differenze tra contesto europeo e americano, indizi di cultura organizzativa) possiamo declinare i risultati seguenti. Il linguaggio e gli obiettivi comunicazionali e strategici della Fed e della BCE differiscono visibilmente; la BCE sembra più orientata ad azioni di stabilizzazione dell'Eurosistema, in un'ottica di generale supervisione dei fenomeni di crisi, mentre la Fed si rivolge maggiormente alla tutela dei consumatori e ad un approccio che mira ad affrontare la crisi del mercato immobiliare, in modo da attutire le ripercussioni sul sistema bancario. Dal punto di vista dell’azione risulta più attiva e tempestiva quella del contesto USA, più prudente e dunque meno reattiva quella del contesto europeo. Ciò riflette anche la struttura socioeconomica fondamentalmente diversa dei due contesti culturali, più liberista e flessibile quello americano, più conservativo e rigido quello europeo. Rispetto alle modalità operative, sebbene entrambe le Banche Centrali rispondano a norme di collegialità, non mancano delle differenze che investono le modalità di funzionamento delle Authority: la BCE più verticistica e “segreta” rispetto alla formazione delle decisioni, la Fed più incline a partecipazione e trasparenza. La Banca d’Italia, pur non trovandosi allora in prima linea rispetto a situazioni di emergenza, sia sul fronte del salvataggio di gruppi bancari che del debito sovrano - peraltro non esente da criticità acuite a causa di speculazioni sullo spread -, presenta una comunicazione prudente centrata sulle politiche europee di contenimento e previsione della rischiosità delle posizioni creditizie, con riferimenti agli stress test e alle indicazioni di patrimonializzazione delle banche. Rispetto alla cultura organizzativa si evidenzia come la BCE interpreti il proprio ruolo secondo uno schema organizzazionale c.d. debole: il sistema di controllo verticistico, gerarchizzato e centralistico fa da contraltare al rischio di individualismi nazionali e personali dei membri del Board e assicura quell’unità di intenti e di azioni tipica delle organizzazioni burocratizzate, che temono la perdita del controllo e lo sviluppo di subculture. Trattandosi comunque di una struttura burocratica che esercita il proprio potere in forma centralizzata e gerarchizzata, anche la Federal Reserve presenta le medesime caratteristiche; la differenza con la BCE è insita nell’incentivazione e nel riconoscimento della pluralità delle subculture, che riportate in un alveo decisionale comune possono essere fonte e garanzia di trasparenza e pluralismo nella collegialità. Lo stile Bankitalia si connota, data l’assenza di partecipazione attiva dei cittadini e dei soggetti interessati al percorso normativo e data la politica non disclosing in merito alle diverse opinioni dei membri del Direttorio, per un sistema organizzativo a tratti di ispirazione gerarchico-normativa, caratterizzato da una cultura organizzativa di tipo centralista, che può correre il rischio di gemmazione di subculture rispetto ai valori aziendali condivisi. CONCLUSIONI Con questo lavoro di ricerca abbiamo cercato di rispondere a varie domande rispetto al tipo di comunicazione messa in atto dalle Banche Centrali durante i periodi di crisi e constatato come siano molti i livelli di lettura possibili rispetto all’uso delle parole all’interno di un testo. Siamo consapevoli però che vi sono diversi tagli di ricerca e filoni di studio che possono partire da questa tesi, quali ad esempio l’interrelazione tra le dichiarazioni rilasciate alla pubblica opinione e l’andamento degli indicatori dell’economia e dei mercati, o l’analisi delle trascrizioni delle dichiarazioni dei Governatori in conferenza stampa e delle interviste pubblicate (sia in forma scritta che in forma audiovisiva), nonché delle sessioni di Q&A che seguono alle riunioni dei Board delle varie BC. Verificare se dall’analisi di testi diversi, prelevati negli stessi periodi, si ottengano risultati simili potrà costituire una conferma alle considerazioni qui formulate.
27-feb-2017
Italiano
comunicazione; banca centrale; banche centrali; crisi; grande recessione; comunicati stampa; comunicazione pubblica; comunicazione istituzionale; banca d'italia; federal reserve; banca centrale europea; bce; fed; analisi testuale; linguistica computazionale;
PERUZZI, GAIA
MORCELLINI, Mario
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Tesi dottorato Biasiol

Open Access dal 28/02/2020

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/87346
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-87346