In the field of digital philology, most digital scholarly editions (DSE) are produced using a methodology called “source-output”, which involves encoding the text, mostly in XML format according to the TEI standard, and publishing it on the web through advanced graphical interfaces rich in functionality. This methodology has been established over the past thirty years and several computer tools have been developed for the publication (or visualization) of generic DSEs, designed to be applied to multiple different editions. However, the majority of DSes continue to be published using custom-developed computer tools. This unsustainable trend is due to the fact that generic tools are often perceived by scholars as less usable, difficult to customize, and unsuitable for their scientific objectives. In recent years, the scientific community has been exploring how to create flexible and effective generic visualization tools. Two main responses have emerged in the literature: the need for shared editorial models that represent philologists’ desiderata, and the adoption of software engineering practices to produce more robust, durable, and easily maintainable tools. This thesis presents a modeling strategy that takes into account the needs of both philologists and software developers, allowing the creation of editorial models that concretely guide the development of tools for the visualization of DSEs. The strategy involves using editorial models, theoretically framed within the philological approach in which they have emerged and formalized as ontologies, to serve as conceptual models or domain models that describe the application domain of a visualization tool. By applying the principles of domain-driven design, the produced conceptual models can be used to design the logical organization and functioning of a visualization tool by identifying the components underlying a particular type of edition and their relationships. In addition to the modeling strategy itself, this thesis presents an exemplary conceptual model that describes critical editions created according to the neo-Lachmannian philological approach. The example model has been structured in a way that it can be used as a starting point for developing other editorial models, thus developing a network of conceptual models. The thesis concludes with general guidelines on how to design a visualization tool based on the exemplary conceptual model and provides an overview of the next necessary steps to consolidate the modeling strategy and complete the research.

Nel campo della filologia digitale la maggior parte delle edizioni scientifiche digitali (ESD) viene pro-dotta con una metodologia denominata “sorgente-output”, che consiste nella codifica del testo, perlopiù in formato XML secondo lo standard TEI, e nella pubblicazione sul web attraverso interfacce grafiche sofisticate e ricche di funzionalità. Nonostante questa metodologia si sia consolidata negli ultimi trent’anni e che, nel mentre, siano stati prodotti diversi strumenti informatici per la pubblicazione (o visualizzazione) di ESD generici, ovvero ideati per essere applicati a più edizioni diverse, la maggior parte di esse continua a essere pubblicata attraverso strumenti informatici sviluppati ad hoc. Questa tendenza poco sostenibile dipende dal fatto che gli strumenti generici sono spesso percepiti dagli studiosi come poco usabili, difficili da personalizzare e inadatti ai propri obiettivi scientifici. Negli ultimi anni la comunità scientifica si è interrogata su come realizzare strumenti di visualizza-zione generici flessibili ed efficaci. Nella letteratura emergono sostanzialmente due risposte: da un lato il bisogno di modelli editoriali condivisi che rappresentino i desiderata dei filologi, dall’altro il ricorso alle pratiche dell’ingegneria del software per produrre strumenti informatici più robusti, durevoli e facili da mantenere nel tempo. In questo elaborato si presenta una strategia di modellizzazione che, tenendo in conto le esigenze sia dei filologi sia degli sviluppatori informatici, consenta di elaborare dei modelli editoriali che guidino concretamente lo sviluppo di strumenti informatici per la visualizzazione di ESD. La strategia prevede che i modelli editoriali, teoricamente inquadrati rispetto all’approccio filologico in cui sono emersi e formalizzati come ontologie, fungano da modelli concettuali o modelli del dominio, per descrivere il campo applicativo di uno strumento informatico. Grazie ai principi del domain-driven design, i modelli concettuali prodotti possono essere applicati per progettare l’organizzazione logica e il funzionamento di uno strumento di visualizzazione, in quanto individuano i componenti alla base di una particolare tipologia di edizione e i loro rapporti reciproci. Nell’elaborato, oltre alla strategia di modellizzazione in sé, viene presentato un modello concettuale di esempio, che descrive le edizioni critiche realizzate secondo l’approccio filologico neo-lachmanniano. Il modello di esempio è stato strutturato in modo tale da poter essere usato come punto di partenza per elaborare altri modelli editoriali, sviluppando così una rete di modelli concettuali. L’elaborato termina con delle indicazioni di massima su come progettare uno strumento di visualizzazione a partire dal modello concettuale di esempio e con un resoconto dei prossimi passi necessari per consolidare la strategia di modellizzazione e completare la ricerca.

Un modello concettuale per le edizioni critiche digitali

MARTIGNANO, CHIARA
2023

Abstract

In the field of digital philology, most digital scholarly editions (DSE) are produced using a methodology called “source-output”, which involves encoding the text, mostly in XML format according to the TEI standard, and publishing it on the web through advanced graphical interfaces rich in functionality. This methodology has been established over the past thirty years and several computer tools have been developed for the publication (or visualization) of generic DSEs, designed to be applied to multiple different editions. However, the majority of DSes continue to be published using custom-developed computer tools. This unsustainable trend is due to the fact that generic tools are often perceived by scholars as less usable, difficult to customize, and unsuitable for their scientific objectives. In recent years, the scientific community has been exploring how to create flexible and effective generic visualization tools. Two main responses have emerged in the literature: the need for shared editorial models that represent philologists’ desiderata, and the adoption of software engineering practices to produce more robust, durable, and easily maintainable tools. This thesis presents a modeling strategy that takes into account the needs of both philologists and software developers, allowing the creation of editorial models that concretely guide the development of tools for the visualization of DSEs. The strategy involves using editorial models, theoretically framed within the philological approach in which they have emerged and formalized as ontologies, to serve as conceptual models or domain models that describe the application domain of a visualization tool. By applying the principles of domain-driven design, the produced conceptual models can be used to design the logical organization and functioning of a visualization tool by identifying the components underlying a particular type of edition and their relationships. In addition to the modeling strategy itself, this thesis presents an exemplary conceptual model that describes critical editions created according to the neo-Lachmannian philological approach. The example model has been structured in a way that it can be used as a starting point for developing other editorial models, thus developing a network of conceptual models. The thesis concludes with general guidelines on how to design a visualization tool based on the exemplary conceptual model and provides an overview of the next necessary steps to consolidate the modeling strategy and complete the research.
2023
Italiano
Nel campo della filologia digitale la maggior parte delle edizioni scientifiche digitali (ESD) viene pro-dotta con una metodologia denominata “sorgente-output”, che consiste nella codifica del testo, perlopiù in formato XML secondo lo standard TEI, e nella pubblicazione sul web attraverso interfacce grafiche sofisticate e ricche di funzionalità. Nonostante questa metodologia si sia consolidata negli ultimi trent’anni e che, nel mentre, siano stati prodotti diversi strumenti informatici per la pubblicazione (o visualizzazione) di ESD generici, ovvero ideati per essere applicati a più edizioni diverse, la maggior parte di esse continua a essere pubblicata attraverso strumenti informatici sviluppati ad hoc. Questa tendenza poco sostenibile dipende dal fatto che gli strumenti generici sono spesso percepiti dagli studiosi come poco usabili, difficili da personalizzare e inadatti ai propri obiettivi scientifici. Negli ultimi anni la comunità scientifica si è interrogata su come realizzare strumenti di visualizza-zione generici flessibili ed efficaci. Nella letteratura emergono sostanzialmente due risposte: da un lato il bisogno di modelli editoriali condivisi che rappresentino i desiderata dei filologi, dall’altro il ricorso alle pratiche dell’ingegneria del software per produrre strumenti informatici più robusti, durevoli e facili da mantenere nel tempo. In questo elaborato si presenta una strategia di modellizzazione che, tenendo in conto le esigenze sia dei filologi sia degli sviluppatori informatici, consenta di elaborare dei modelli editoriali che guidino concretamente lo sviluppo di strumenti informatici per la visualizzazione di ESD. La strategia prevede che i modelli editoriali, teoricamente inquadrati rispetto all’approccio filologico in cui sono emersi e formalizzati come ontologie, fungano da modelli concettuali o modelli del dominio, per descrivere il campo applicativo di uno strumento informatico. Grazie ai principi del domain-driven design, i modelli concettuali prodotti possono essere applicati per progettare l’organizzazione logica e il funzionamento di uno strumento di visualizzazione, in quanto individuano i componenti alla base di una particolare tipologia di edizione e i loro rapporti reciproci. Nell’elaborato, oltre alla strategia di modellizzazione in sé, viene presentato un modello concettuale di esempio, che descrive le edizioni critiche realizzate secondo l’approccio filologico neo-lachmanniano. Il modello di esempio è stato strutturato in modo tale da poter essere usato come punto di partenza per elaborare altri modelli editoriali, sviluppando così una rete di modelli concettuali. L’elaborato termina con delle indicazioni di massima su come progettare uno strumento di visualizzazione a partire dal modello concettuale di esempio e con un resoconto dei prossimi passi necessari per consolidare la strategia di modellizzazione e completare la ricerca.
digital scholarly editing, digital scholarly editions, ontologies, software development, digital philology, semantic web, visualization tools, digital humanities
LANNUTTI, MARIA SOFIA
Università degli Studi di Siena
424
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/87501
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISI-87501