Differentemente da quanto ordinariamente previsto dalle fonti normative che regolano le tipologie contrattuali c.d. “atipiche” la legislazione nazionale in materia di lavoro agile non compie alcun rinvio esplicito alla contrattazione collettiva. Ciò rappresenta un significativo elemento di novità nel panorama giuridico italiano, andando ad incidere sulla tradizionale triangolazione tra legge, autonomia collettiva e autonomia individuale, riducendola, in potenza, a un mero rapporto binario tra previsione legale e accordo individuale. Nonostante ciò, si rileva come la produzione di contrattazione collettiva in materia di lavoro agile sia stata, fino ad oggi, particolarmente copiosa, nonché in costante crescita, sia in termini numerici che in termini di importanza percepita: il Protocollo sul lavoro in modalità agile, emesso il 7 dicembre del 2021, la definisce addirittura come “fonte privilegiata di regolamentazione dello svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile”. Considerate tali circostanze, la ricerca si pone l’obiettivo di indagare a quali condizioni possano ritenersi condivisibili le affermazioni di quella dottrina giuslavoristica che individua, appunto, nella contrattazione collettiva, lo strumento più idoneo al fine di regolare il lavoro agile in conformità alle finalità di conciliazione vita-lavoro e di incremento della competitività previste dalla Legge n. 81/2017, equilibrando la valorizzazione dell’autonomia individuale per quanto concerne la conformazione spazio-temporale di tale prestazione di lavoro e i vincoli che l’ordinamento giuslavoristico tuttora pone in tal senso a tutela del lavoratore subordinato. La ricerca presenta dunque un’analisi trasversale delle tematiche connesse al lavoro agile che appaiono da una parte essere maggiormente connesse alla dimensione “organizzativa” dell’istituto, e dall’altra schemi e paradigmi del diritto del lavoro ritenuti pressoché inscalfibili fino a pochi anni fa; tali tematiche sono il luogo di lavoro, il tempo di lavoro, l’esercizio dei poteri datoriali, la formazione, il welfare. Al fine di raggiungere gli obiettivi proposti, è stata operata una rassegna analitica della principale letteratura giuslavoristica nonché appartenente all’ambito della sociologia dell’organizzazione che è occupata di lavoro agile e della sua regolazione da parte della contrattazione collettiva. Tale rassegna è stata poi corroborata da un’analisi diacronica ed intersettoriale di contratti collettivi al livello nazionale e territoriale, e accordi aziendali regolanti tale istituto, raccolti, catalogati e consultati durante il lavoro quotidiano presso la Fondazione ADAPT portato avanti tra il settembre 2020 e settembre 2023.
La contrattazione collettiva all'epoca del lavoro agile
PORCHEDDU, DILETTA
2023
Abstract
Differentemente da quanto ordinariamente previsto dalle fonti normative che regolano le tipologie contrattuali c.d. “atipiche” la legislazione nazionale in materia di lavoro agile non compie alcun rinvio esplicito alla contrattazione collettiva. Ciò rappresenta un significativo elemento di novità nel panorama giuridico italiano, andando ad incidere sulla tradizionale triangolazione tra legge, autonomia collettiva e autonomia individuale, riducendola, in potenza, a un mero rapporto binario tra previsione legale e accordo individuale. Nonostante ciò, si rileva come la produzione di contrattazione collettiva in materia di lavoro agile sia stata, fino ad oggi, particolarmente copiosa, nonché in costante crescita, sia in termini numerici che in termini di importanza percepita: il Protocollo sul lavoro in modalità agile, emesso il 7 dicembre del 2021, la definisce addirittura come “fonte privilegiata di regolamentazione dello svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile”. Considerate tali circostanze, la ricerca si pone l’obiettivo di indagare a quali condizioni possano ritenersi condivisibili le affermazioni di quella dottrina giuslavoristica che individua, appunto, nella contrattazione collettiva, lo strumento più idoneo al fine di regolare il lavoro agile in conformità alle finalità di conciliazione vita-lavoro e di incremento della competitività previste dalla Legge n. 81/2017, equilibrando la valorizzazione dell’autonomia individuale per quanto concerne la conformazione spazio-temporale di tale prestazione di lavoro e i vincoli che l’ordinamento giuslavoristico tuttora pone in tal senso a tutela del lavoratore subordinato. La ricerca presenta dunque un’analisi trasversale delle tematiche connesse al lavoro agile che appaiono da una parte essere maggiormente connesse alla dimensione “organizzativa” dell’istituto, e dall’altra schemi e paradigmi del diritto del lavoro ritenuti pressoché inscalfibili fino a pochi anni fa; tali tematiche sono il luogo di lavoro, il tempo di lavoro, l’esercizio dei poteri datoriali, la formazione, il welfare. Al fine di raggiungere gli obiettivi proposti, è stata operata una rassegna analitica della principale letteratura giuslavoristica nonché appartenente all’ambito della sociologia dell’organizzazione che è occupata di lavoro agile e della sua regolazione da parte della contrattazione collettiva. Tale rassegna è stata poi corroborata da un’analisi diacronica ed intersettoriale di contratti collettivi al livello nazionale e territoriale, e accordi aziendali regolanti tale istituto, raccolti, catalogati e consultati durante il lavoro quotidiano presso la Fondazione ADAPT portato avanti tra il settembre 2020 e settembre 2023.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/87583
URN:NBN:IT:UNISI-87583