Le frequenti occasioni di incontro tra Baldassarre Peruzzi (1481-1536) e Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546) offrono interessanti spunti di ricerca sulla collaborazione artistica tra i due architetti di diversa formazione. Gli scambi risultano attestati da un’importante produzione grafica, sulla quale è possibile indagare attraverso alcuni casi studio significativi riguardanti sia i disegni dall’antico che i disegni di progetto. Dopo aver analizzato alcune questioni di carattere generale relative alle tecniche di rilievo e alle modalità di rappresentazione adottate, sono stati approfonditi due casi emblematici nell’ambito degli studi sull’antico: il cosiddetto portico di Pompeo e il complesso di Sant’Adriano e Santa Martina ai fori. Per entrambi gli architetti lo studio dell’antichità costituisce occasione sia di conoscenza di modelli, sia di elaborazione di un linguaggio per la nuova architettura, come emerge dall’analisi delle principali occasioni di incontro su temi progettuali, per le quali è possibile distinguere tra i casi di progettazione autonoma su uno stesso tema (il concorso di San Giovanni dei Fiorentini, il coro di Santa Maria sopra Minerva e gli apparati trionfali preparati in occasione dell’ingresso a Roma di Carlo V) e i casi di collaborazione diretta (la fortezza Farnese a Caprarola, il complesso di San Giacomo degli Incurabili, la fabbrica di San Pietro). I diversi approfondimenti, che si avvalgono di restituzioni grafiche volte a chiarire la lettura dei fogli più complessi, lasciano emergere le ricadute di questa collaborazione nell’opera individuale. Tale collaborazione sembra aver contribuito anche a definire un modo di fare architettura, i cui risvolti sono leggibili, per esempio, nel caso del palazzetto Regis.
Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi: rapporti e influenze
FARAONE, GRETA
2023
Abstract
Le frequenti occasioni di incontro tra Baldassarre Peruzzi (1481-1536) e Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546) offrono interessanti spunti di ricerca sulla collaborazione artistica tra i due architetti di diversa formazione. Gli scambi risultano attestati da un’importante produzione grafica, sulla quale è possibile indagare attraverso alcuni casi studio significativi riguardanti sia i disegni dall’antico che i disegni di progetto. Dopo aver analizzato alcune questioni di carattere generale relative alle tecniche di rilievo e alle modalità di rappresentazione adottate, sono stati approfonditi due casi emblematici nell’ambito degli studi sull’antico: il cosiddetto portico di Pompeo e il complesso di Sant’Adriano e Santa Martina ai fori. Per entrambi gli architetti lo studio dell’antichità costituisce occasione sia di conoscenza di modelli, sia di elaborazione di un linguaggio per la nuova architettura, come emerge dall’analisi delle principali occasioni di incontro su temi progettuali, per le quali è possibile distinguere tra i casi di progettazione autonoma su uno stesso tema (il concorso di San Giovanni dei Fiorentini, il coro di Santa Maria sopra Minerva e gli apparati trionfali preparati in occasione dell’ingresso a Roma di Carlo V) e i casi di collaborazione diretta (la fortezza Farnese a Caprarola, il complesso di San Giacomo degli Incurabili, la fabbrica di San Pietro). I diversi approfondimenti, che si avvalgono di restituzioni grafiche volte a chiarire la lettura dei fogli più complessi, lasciano emergere le ricadute di questa collaborazione nell’opera individuale. Tale collaborazione sembra aver contribuito anche a definire un modo di fare architettura, i cui risvolti sono leggibili, per esempio, nel caso del palazzetto Regis.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/87684
URN:NBN:IT:UNIROMA1-87684