La tesi di dottorato è dedicata alla tematica della responsabilità patrimoniale generica del debitore, considerata dal punto di vista della sua evoluzione nell’esperienza giuridica contemporanea. Tradizionalmente, il sistema della responsabilità patrimoniale del debitore è stato raffigurato come fondato su due dogmi apparentemente insuperabili. Il primo si identifica nell’unicità e indivisibilità del patrimonio e nel principio di universalità della garanzia patrimoniale ex art. 2740 c.c., destinato a cedere soltanto nelle ipotesi tassativamente previste dalla legge. Il secondo si sostanzia nella nullità delle limitazioni convenzionali della responsabilità patrimoniale. In questo quadro, non soltanto si è costantemente affermato che nessun bene del debitore sfugge alla garanzia patrimoniale generica e che le sue limitazioni non sono altro che eccezioni dal carattere residuale che solo la legge può stabilire, ma si è anche negata all’autonomia privata la possibilità di interferire in alcun modo con tale istituto. Questa ricostruzione, apparentemente confortata dal dato testuale dell’art. 2740 c.c., deve inevitabilmente confrontarsi con l’evoluzione normativa, da anni ormai orientata in direzione contraria, soprattutto in ragione del moltiplicarsi delle ipotesi di separazione patrimoniale nell’ambito di un’identica sfera soggettiva di titolarità, che hanno finito col mettere in crisi l’idea per cui il debitore debba rispondere del proprio inadempimento con l’intero patrimonio. L’obiettivo della tesi è quello di ricostruirei nuovi confini della responsabilità patrimoniale tenendo conto delle innovazioni legislative in materia, nonché dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale. Il presente studio si interroga, anzitutto, in merito all’effettività dei dogmi che tradizionalmente costituiscono i capisaldi dell’intero sistema, nel tentativo di verificare se essi siano stati realmente imposti da principi normativi insuperabili, oppure se vi siano sempre state le basi per utilizzare una diversa chiave di lettura del sistema medesimo. Il lavoro si snoda in una prima parte dedicata all’approfondimento del concetto di responsabilità patrimoniale nei suoi svolgimenti storici fino alla codificazione odierna, nell’ambito della quale vengono messe in evidenza le ragioni che hanno portato a rinvenire nell’istituto in esame uno dei pilastri dell’ordinamento giuridico e vengono poste le basi per una differente lettura del sistema, occasionata anche dal confronto con l’approccio alla tematica dei patrimoni separati maturato nella Scozia e nel Québec. Nella seconda parte il lavoro è rivolto all’approfondimento di alcune fattispecie di patrimoni separati presenti nel nostro ordinamento, quali il fondo patrimoniale (artt. 167 e ss. c.c.), i patrimoni destinati ad uno specifico affare (artt. 2447 bis e ss. c.c.), nonché l’atto di destinazione per la realizzazione di interessi meritevoli di tutela (art. 2645 ter c.c.), con lo specifico fine di individuare quale sia stato il loro contributo all’evoluzione del sistema e di definire i nuovi confini della responsabilità patrimoniale del debitore. L’ultima parte dello studio è destinata al confronto con il dogma della nullità delle limitazioni convenzionali della responsabilità patrimoniale, il cui fondamento è stato tradizionalmente individuato nell’art. 2740, comma 2, c.c. L’interrogativo di fondo a cui si cerca di dare risposta è se esso sia stato realmente imposto dal dato normativo, oppure se sia frutto dell’elaborazione dottrinale radicatasi nel corso del tempo. In quest’ottica, l’analisi mira specificamente a verificare se le ragioni che giustificano il principio di tipicità dei patrimoni separati valgano anche con riferimento alle limitazioni della responsabilità patrimoniale frutto di accordo tra debitore e creditore.

I nuovi confini della responsabilità patrimoniale del debitore

MARCHETTI, GIOVANNA
2015

Abstract

La tesi di dottorato è dedicata alla tematica della responsabilità patrimoniale generica del debitore, considerata dal punto di vista della sua evoluzione nell’esperienza giuridica contemporanea. Tradizionalmente, il sistema della responsabilità patrimoniale del debitore è stato raffigurato come fondato su due dogmi apparentemente insuperabili. Il primo si identifica nell’unicità e indivisibilità del patrimonio e nel principio di universalità della garanzia patrimoniale ex art. 2740 c.c., destinato a cedere soltanto nelle ipotesi tassativamente previste dalla legge. Il secondo si sostanzia nella nullità delle limitazioni convenzionali della responsabilità patrimoniale. In questo quadro, non soltanto si è costantemente affermato che nessun bene del debitore sfugge alla garanzia patrimoniale generica e che le sue limitazioni non sono altro che eccezioni dal carattere residuale che solo la legge può stabilire, ma si è anche negata all’autonomia privata la possibilità di interferire in alcun modo con tale istituto. Questa ricostruzione, apparentemente confortata dal dato testuale dell’art. 2740 c.c., deve inevitabilmente confrontarsi con l’evoluzione normativa, da anni ormai orientata in direzione contraria, soprattutto in ragione del moltiplicarsi delle ipotesi di separazione patrimoniale nell’ambito di un’identica sfera soggettiva di titolarità, che hanno finito col mettere in crisi l’idea per cui il debitore debba rispondere del proprio inadempimento con l’intero patrimonio. L’obiettivo della tesi è quello di ricostruirei nuovi confini della responsabilità patrimoniale tenendo conto delle innovazioni legislative in materia, nonché dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale. Il presente studio si interroga, anzitutto, in merito all’effettività dei dogmi che tradizionalmente costituiscono i capisaldi dell’intero sistema, nel tentativo di verificare se essi siano stati realmente imposti da principi normativi insuperabili, oppure se vi siano sempre state le basi per utilizzare una diversa chiave di lettura del sistema medesimo. Il lavoro si snoda in una prima parte dedicata all’approfondimento del concetto di responsabilità patrimoniale nei suoi svolgimenti storici fino alla codificazione odierna, nell’ambito della quale vengono messe in evidenza le ragioni che hanno portato a rinvenire nell’istituto in esame uno dei pilastri dell’ordinamento giuridico e vengono poste le basi per una differente lettura del sistema, occasionata anche dal confronto con l’approccio alla tematica dei patrimoni separati maturato nella Scozia e nel Québec. Nella seconda parte il lavoro è rivolto all’approfondimento di alcune fattispecie di patrimoni separati presenti nel nostro ordinamento, quali il fondo patrimoniale (artt. 167 e ss. c.c.), i patrimoni destinati ad uno specifico affare (artt. 2447 bis e ss. c.c.), nonché l’atto di destinazione per la realizzazione di interessi meritevoli di tutela (art. 2645 ter c.c.), con lo specifico fine di individuare quale sia stato il loro contributo all’evoluzione del sistema e di definire i nuovi confini della responsabilità patrimoniale del debitore. L’ultima parte dello studio è destinata al confronto con il dogma della nullità delle limitazioni convenzionali della responsabilità patrimoniale, il cui fondamento è stato tradizionalmente individuato nell’art. 2740, comma 2, c.c. L’interrogativo di fondo a cui si cerca di dare risposta è se esso sia stato realmente imposto dal dato normativo, oppure se sia frutto dell’elaborazione dottrinale radicatasi nel corso del tempo. In quest’ottica, l’analisi mira specificamente a verificare se le ragioni che giustificano il principio di tipicità dei patrimoni separati valgano anche con riferimento alle limitazioni della responsabilità patrimoniale frutto di accordo tra debitore e creditore.
10-gen-2015
Italiano
responsabilità patrimoniale patrimoni separati
DELLE MONACHE, STEFANO
Università degli studi di Padova
348
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/88176
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-88176