Le relazioni industriali del XXI secolo sono chiamate ad affrontare una sfida particolarmente impegnativa e direttamente collegata alle trasformazioni che l’organizzazione del lavoro e l'impresa attraversano. È possibile riassumere l’attuale modello globale, entro il cui schema le grandi imprese mondiali si sono ordinate, nella definizione di "Catene globali del valore”, un tema intorno a cui si è sviluppato un significativo corpus di studi. In questo modello, il processo produttivo viene separato dentro la stessa azienda o tra aziende diverse in particolare per quello che riguarda le sue parti meno precipue (o "non-core"). La frammentazione della produzione che ne consegue necessita di un coordinamento da parte dell’azienda che domina la Catena globale e che si rivela in molti casi di tipo coercitivo nei confronti delle altre aziende. I rapporti di filiera così sbilanciati si acuiscono in particolare nel settore agroalimentare sia perché dominato dalle grandi catene di distribuzione organizzata sia per la particolarità della “merce” prodotta (che è prima di tutto cibo e alimento, con le conseguenze sociali che si possono immaginare). Tale modello produttivo pone quindi una sfida all’organizzazione collettiva dei lavoratori: come far evolvere le forme di rappresentanza sindacale e come modificare la rappresentazione del “conflitto”? Occorrono nuovi approcci coraggiosi al tema che si sviluppino “dentro” le Catene globali e “lungo” di essa: è infatti necessario essere contemporaneamente attivi a livello locale e mantenere una prospettiva ed un coordinamento globale. Il presente contributo propone quindi alcune possibili risposte sperimentate dai differenti sistemi di rappresentanza sociale e individuate attraverso l’analisi della letteratura scientifica in merito. Viene proposta una innovativa classificazione di queste modalità di organizzazione, facendo coincidere per ognuna di queste definizioni teoriche l’esperienza pratica che ne sussume e da cui nasce. In tale sistematizzazione innovativa trovano posto: il “Sindacalismo internazionale”, che sembra tuttavia non riuscire a eliminare il problema di avere differenziali di diritto del lavoro tra le nazioni coinvolte ed eccessivamente burocratico; l’ “Internazionalismo” (o il “Movimentismo”) che si rivelano ultimamente inefficaci per la divisione a compartimenti degli ambiti di azione politica e dell’inefficace azione di coordinamento di attività di mobilitazione già autonomamente svolte a livello locale; il “Sindacalismo legislativo”, cioè l’individuazione di nuovi strumenti regolativi nei rapporti di filiera che abbiano una base pattizia (sia essa legislativa o privata) ma che si rivela inefficace se non controproducente nella tutela dei lavoratori; il “Sindacalismo contrattualista di filiera” che a livello territoriale propone un coordinamento tra sigle sindacali di diverse categorie produttive, efficace per le Catene globali poco estese internazionalmente; il “Sindacalismo regolatorio” di cui il modello svedese di “memorandum d’intesa” è un innovativo e interessante caso che viene approfondito nel contributo. La ricerca qui presentata tenta quindi, di fronte ad un problema complesso del mondo del lavoro, di utilizzare il metodo delle relazioni industriali e del dialogo sociale per come è stato tracciato da Marco Biagi. L’analisi e la valutazione delle migliori esperienze in campo sono la chiave per tentare di conciliare il legittimo localismo delle esigenze dei siti produttivi con una necessaria prospettiva globale e di filiera. Il lavoro di ricerca, svolto a svolta all’interno e nell’ambito di un percorso di apprendistato di alta formazione e ricerca presso la FAI Cisl (Federazione nazionale agricola, alimentare, ambientale e industriale del sistema di rappresentanza cislino), vuole essere quindi un’opportunità di apprendimento collettivo e individuale per la comunità sindacale a cui fa riferimento.

Le Catene globali del valore e la loro sfida alla rappresentanza collettiva: Quale ruolo per le relazioni industriali nel settore agroalimentare?

ROESEL, LORENZO
2023

Abstract

Le relazioni industriali del XXI secolo sono chiamate ad affrontare una sfida particolarmente impegnativa e direttamente collegata alle trasformazioni che l’organizzazione del lavoro e l'impresa attraversano. È possibile riassumere l’attuale modello globale, entro il cui schema le grandi imprese mondiali si sono ordinate, nella definizione di "Catene globali del valore”, un tema intorno a cui si è sviluppato un significativo corpus di studi. In questo modello, il processo produttivo viene separato dentro la stessa azienda o tra aziende diverse in particolare per quello che riguarda le sue parti meno precipue (o "non-core"). La frammentazione della produzione che ne consegue necessita di un coordinamento da parte dell’azienda che domina la Catena globale e che si rivela in molti casi di tipo coercitivo nei confronti delle altre aziende. I rapporti di filiera così sbilanciati si acuiscono in particolare nel settore agroalimentare sia perché dominato dalle grandi catene di distribuzione organizzata sia per la particolarità della “merce” prodotta (che è prima di tutto cibo e alimento, con le conseguenze sociali che si possono immaginare). Tale modello produttivo pone quindi una sfida all’organizzazione collettiva dei lavoratori: come far evolvere le forme di rappresentanza sindacale e come modificare la rappresentazione del “conflitto”? Occorrono nuovi approcci coraggiosi al tema che si sviluppino “dentro” le Catene globali e “lungo” di essa: è infatti necessario essere contemporaneamente attivi a livello locale e mantenere una prospettiva ed un coordinamento globale. Il presente contributo propone quindi alcune possibili risposte sperimentate dai differenti sistemi di rappresentanza sociale e individuate attraverso l’analisi della letteratura scientifica in merito. Viene proposta una innovativa classificazione di queste modalità di organizzazione, facendo coincidere per ognuna di queste definizioni teoriche l’esperienza pratica che ne sussume e da cui nasce. In tale sistematizzazione innovativa trovano posto: il “Sindacalismo internazionale”, che sembra tuttavia non riuscire a eliminare il problema di avere differenziali di diritto del lavoro tra le nazioni coinvolte ed eccessivamente burocratico; l’ “Internazionalismo” (o il “Movimentismo”) che si rivelano ultimamente inefficaci per la divisione a compartimenti degli ambiti di azione politica e dell’inefficace azione di coordinamento di attività di mobilitazione già autonomamente svolte a livello locale; il “Sindacalismo legislativo”, cioè l’individuazione di nuovi strumenti regolativi nei rapporti di filiera che abbiano una base pattizia (sia essa legislativa o privata) ma che si rivela inefficace se non controproducente nella tutela dei lavoratori; il “Sindacalismo contrattualista di filiera” che a livello territoriale propone un coordinamento tra sigle sindacali di diverse categorie produttive, efficace per le Catene globali poco estese internazionalmente; il “Sindacalismo regolatorio” di cui il modello svedese di “memorandum d’intesa” è un innovativo e interessante caso che viene approfondito nel contributo. La ricerca qui presentata tenta quindi, di fronte ad un problema complesso del mondo del lavoro, di utilizzare il metodo delle relazioni industriali e del dialogo sociale per come è stato tracciato da Marco Biagi. L’analisi e la valutazione delle migliori esperienze in campo sono la chiave per tentare di conciliare il legittimo localismo delle esigenze dei siti produttivi con una necessaria prospettiva globale e di filiera. Il lavoro di ricerca, svolto a svolta all’interno e nell’ambito di un percorso di apprendistato di alta formazione e ricerca presso la FAI Cisl (Federazione nazionale agricola, alimentare, ambientale e industriale del sistema di rappresentanza cislino), vuole essere quindi un’opportunità di apprendimento collettivo e individuale per la comunità sindacale a cui fa riferimento.
2023
Italiano
Catene globali del valore, rappresentanza collettiva, relazioni industriali, organizzazione sindacale
TIRABOSCHI, MICHELE
Università degli Studi di Siena
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/88244
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNISI-88244