La ricerca ha condotto un'indagine ad impianto prevalentemente tematico rintracciando elementi di mimesi della contemporaneità nella poesia italiana dopo la soglia del Duemila: luoghi, strumenti, figure sociali, termini di neoconiazione, riferimenti a fatti pubblici o a condizionamenti della sfera privata da parte di economia e società. Non interessava una scrittura realistica nel senso descrittivo: i vari elementi sono risultati interessanti quando spia di mutamenti della percezione della realtà da parte degli uomini. Nei casi migliori la loro inclusione nel tessuto poetico non si limita ad aggiornare l’arredo dello sfondo di un’azione lirico-soggettivistica; anzi, quei termini tratti dalla realtà contemporanea instaurano dialettiche e dinamiche per alcuni introspettive, per altri estroflesse fino a veri e propri movimenti extrasoggettivi. Sostanziale, dunque, è la loro funzione strumentale per fuoriuscire dalla speculazione lirica. La prima parte della ricerca, dedicata alla periodizzazione del Novecento fino alla sua estrema conclusione, consente di collocare le scritture emergenti dopo il Duemila nella loro alterità o filiazione rispetto al backgrund precedente, sia da un punto di vista antropologico-percettivo che stilistico. Nella seconda parte si è cercato di ricostruire il significato e l’evoluzione del concetto di engagement, che ha ipotecato oltre misura molte scritture attente al reale e che oggi può essere riutilizzato se sdoganato da una definizione esclusivamente ideologica, nutrita da corrispettivi politici o fideistici. Ancor oggi si può parlare di engagement, di passione per la realtà o di impegno della scrittura laddove questa sfidi le mire alienanti e anomiche della società di massa attraverso forme, non fughe, di attenzione al reale plasmate da un impegno etico. Fatta chiarezza sul significato di una “poesia impegnata nel reale”, questa viene proposta come possibile soluzione per ricondurre la poesia (o meglio la lirica) da una posizione marginale a una nuova collocazione sociale. Ne sono emblematici, esempi come Pusterla, De Signoribus, Magrelli. Infine, il monitoraggio e la valutazione comparativa di voci emergenti ha portato a definire un piccolo canone della contemporaneità: Gian Maria Annovi, Adriano Padua, Sara Ventroni, Giovanna Frene sono esponenti di punta di una miscellanea di testimonianze accomunate da un simile afflato nei confronti della realtà. La casistica è stata passata al vaglio, oltre che da un filtro di rilevanza etica, da un giudizio di valore formale, consapevole di un imprescindibile nesso tra forma e contenuto. Sono state predilette forme che esprimessero coerenza con gli intenti e con i contenuti stessi, senza trattare oggetti e situazioni della realtà contemporanea come meri elementi referenziali. Dal punto di vista letterario si è rilevato una consonanza stilistica in un’attitudine “algida”, persuasa e coesa nella propria scrittura
La passione della realtà
DE MARCH, SILVIA
2012
Abstract
La ricerca ha condotto un'indagine ad impianto prevalentemente tematico rintracciando elementi di mimesi della contemporaneità nella poesia italiana dopo la soglia del Duemila: luoghi, strumenti, figure sociali, termini di neoconiazione, riferimenti a fatti pubblici o a condizionamenti della sfera privata da parte di economia e società. Non interessava una scrittura realistica nel senso descrittivo: i vari elementi sono risultati interessanti quando spia di mutamenti della percezione della realtà da parte degli uomini. Nei casi migliori la loro inclusione nel tessuto poetico non si limita ad aggiornare l’arredo dello sfondo di un’azione lirico-soggettivistica; anzi, quei termini tratti dalla realtà contemporanea instaurano dialettiche e dinamiche per alcuni introspettive, per altri estroflesse fino a veri e propri movimenti extrasoggettivi. Sostanziale, dunque, è la loro funzione strumentale per fuoriuscire dalla speculazione lirica. La prima parte della ricerca, dedicata alla periodizzazione del Novecento fino alla sua estrema conclusione, consente di collocare le scritture emergenti dopo il Duemila nella loro alterità o filiazione rispetto al backgrund precedente, sia da un punto di vista antropologico-percettivo che stilistico. Nella seconda parte si è cercato di ricostruire il significato e l’evoluzione del concetto di engagement, che ha ipotecato oltre misura molte scritture attente al reale e che oggi può essere riutilizzato se sdoganato da una definizione esclusivamente ideologica, nutrita da corrispettivi politici o fideistici. Ancor oggi si può parlare di engagement, di passione per la realtà o di impegno della scrittura laddove questa sfidi le mire alienanti e anomiche della società di massa attraverso forme, non fughe, di attenzione al reale plasmate da un impegno etico. Fatta chiarezza sul significato di una “poesia impegnata nel reale”, questa viene proposta come possibile soluzione per ricondurre la poesia (o meglio la lirica) da una posizione marginale a una nuova collocazione sociale. Ne sono emblematici, esempi come Pusterla, De Signoribus, Magrelli. Infine, il monitoraggio e la valutazione comparativa di voci emergenti ha portato a definire un piccolo canone della contemporaneità: Gian Maria Annovi, Adriano Padua, Sara Ventroni, Giovanna Frene sono esponenti di punta di una miscellanea di testimonianze accomunate da un simile afflato nei confronti della realtà. La casistica è stata passata al vaglio, oltre che da un filtro di rilevanza etica, da un giudizio di valore formale, consapevole di un imprescindibile nesso tra forma e contenuto. Sono state predilette forme che esprimessero coerenza con gli intenti e con i contenuti stessi, senza trattare oggetti e situazioni della realtà contemporanea come meri elementi referenziali. Dal punto di vista letterario si è rilevato una consonanza stilistica in un’attitudine “algida”, persuasa e coesa nella propria scritturaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/88259
URN:NBN:IT:UNIPD-88259