INTRODUZIONE ED OBIETTIVI Da quando è stato introdotto 40 anni fa, il trapianto di rene si è progressivamente affermato come la terapia di scelta dell'insufficienza renale terminale. La progressiva perdita di funzione dell'organo trapiantato rimane, tuttavia, la principale causa di fallimento del trapianto. L'outcome del graft è influenzato da molteplici parametri: uno di questi è la "delayed graft function" (DGF), ovvero la ritardata ripresa funzionale dell'organo trapiantato. C'è crescente evidenza che il grado di danno dell'organo da trapiantare possa essere influenzato da eventi intercorsi in terapia intensiva o durante il periodo di morte cerebrale. Un punto chiave, quindi, per capire la qualità dell'organo da trapiantare, sembrerebbe essere la gestione rianimatoria del donatore in morte cerebrale. Gli studi disponibili in letteratura sull'argomento sono quasi esclusivamente basati su una popolazione adulta oppure prendono in considerazione un numero ristretto di parametri. Non ci risulta che esistano attualmente studi simili condotti su pazienti pediatrici. Partendo quindi dall'ipotesi, dimostrata nell'adulto, che alcune variabili riguardanti la rianimazione del donatore possano influenzare la DGF e quindi l'outcome del trapianto, scopo principale del presente progetto di ricerca è stato capire se esista questa correlazione anche nell'ambito del trapianto renale pediatrico. SCOPI Analisi della prevalenza di DGF e i suoi fattori di rischio in una popolazione selezionata. Valutazione dell'impatto della DGF sulla funzionalità del trapianto e sulla sopravvivenza del paziente e del graft a 24 mesi dopo il trapianto. MATERIALI E METODI Sono stati presi in considerazione i dati di tutti i pazienti con età inferiore ai 15 anni sottoposti a trapianto di rene presso il nostro Dipartimento di Pediatria (Chirurgia Pediatrica e Nefrologia Pediatrica- Azienda Ospedaliera e Università degli Studi di Padova) ed è quindi stato condotto uno studio retrospettivo su tutti i casi di trapianto di rene da donatore non vivente eseguiti dal 26/12/2003 al 18/04/2011. E'stato escluso il periodo antecedente per la sostanziale differenza nella terapia immunosoppressiva, fatto che avrebbe costituito una notevole fonte di errore nell'analisi dei dati. I dati dei donatori sono stati estratti dalle osservazioni delle unità di terapia intensiva dalla diagnosi di morte cerebrale al prelievo dell'organo. Sono state considerate: tipo e volume di Plasma Expander, trasfusioni, utilizzo di inotropi, episodi di shock ipotensivo, episodi di arresto cardiocircolatorio, ermanenza in terapia intensiva, creatininemia, uremia e diuresi. I dati dei riceventi sono stati ottenuti attraverso la revisione sistematica delle cartelle cliniche dei reparti di Chirurgia Pediatrica e Nefrologia Pediatrica del nostro centro. I criteri di inclusione sono stati:età inferiore ai 18 anni, donatore cadavere in morte cerebrale, follow-up di almeno un anno. I pazienti sono stati divisi in gruppo 1 (11 pz.) con Delayed Graft Function (DGF) e gruppo 2 (105 pz.) senza DGF. Gli endpoints dello studio sono stati: DGF, funzione dellâ organo trapiantato a 6-12-24 mesi dal trapianto e sopravvivenza del paziente a 6-12-24 mesi. RISULTATI Nel periodo di tempo considerato sono stati eseguiti un totale di 141 trapianti di rene, 126 da donatore cadavere, dei quali in 116 bambini i dati relativi alla donazione erano completi. L'analisi univariata dei parametri del donatore in morte cerebrale ha mostrato che l'età , la morte da accidente cerebrovascolare e dil sesso del donatore sono fattori di rischio per lo sviluppo di DGF. Il modello di regressione logistica multivariata haconfermato come fattore di rischio indipendente per DGF l'età del donatore. A 6 mesi di follow-up, il gruppo con DGF ha mostrato una funzionalità renale e un quadro istologico bioptico peggiori rispetto al gruppo senza DGF, ma non abbastanza da raggiungere la significatività . CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L'età del donatore si è rivelata un importante fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di DGF, a sottolineare quanto già presente in letteratura di come reni provenienti da donatori pi๠â anzianiâ siano pi๠suscettibili ad esaurire prima la loro funzionalità . La DGF è risultato inoltre un importante fattore di rischio la perdita di funzione del graft a lungo termine , ma non ha alcun effetto sulla sopravvivenza del paziente
Trapianto di rene in età pediatrica. Effetto della rianimazione del donatore in morte cerebrale sull'outcome dell'organo trapiantato
GASPARELLA, PAOLO
2013
Abstract
INTRODUZIONE ED OBIETTIVI Da quando è stato introdotto 40 anni fa, il trapianto di rene si è progressivamente affermato come la terapia di scelta dell'insufficienza renale terminale. La progressiva perdita di funzione dell'organo trapiantato rimane, tuttavia, la principale causa di fallimento del trapianto. L'outcome del graft è influenzato da molteplici parametri: uno di questi è la "delayed graft function" (DGF), ovvero la ritardata ripresa funzionale dell'organo trapiantato. C'è crescente evidenza che il grado di danno dell'organo da trapiantare possa essere influenzato da eventi intercorsi in terapia intensiva o durante il periodo di morte cerebrale. Un punto chiave, quindi, per capire la qualità dell'organo da trapiantare, sembrerebbe essere la gestione rianimatoria del donatore in morte cerebrale. Gli studi disponibili in letteratura sull'argomento sono quasi esclusivamente basati su una popolazione adulta oppure prendono in considerazione un numero ristretto di parametri. Non ci risulta che esistano attualmente studi simili condotti su pazienti pediatrici. Partendo quindi dall'ipotesi, dimostrata nell'adulto, che alcune variabili riguardanti la rianimazione del donatore possano influenzare la DGF e quindi l'outcome del trapianto, scopo principale del presente progetto di ricerca è stato capire se esista questa correlazione anche nell'ambito del trapianto renale pediatrico. SCOPI Analisi della prevalenza di DGF e i suoi fattori di rischio in una popolazione selezionata. Valutazione dell'impatto della DGF sulla funzionalità del trapianto e sulla sopravvivenza del paziente e del graft a 24 mesi dopo il trapianto. MATERIALI E METODI Sono stati presi in considerazione i dati di tutti i pazienti con età inferiore ai 15 anni sottoposti a trapianto di rene presso il nostro Dipartimento di Pediatria (Chirurgia Pediatrica e Nefrologia Pediatrica- Azienda Ospedaliera e Università degli Studi di Padova) ed è quindi stato condotto uno studio retrospettivo su tutti i casi di trapianto di rene da donatore non vivente eseguiti dal 26/12/2003 al 18/04/2011. E'stato escluso il periodo antecedente per la sostanziale differenza nella terapia immunosoppressiva, fatto che avrebbe costituito una notevole fonte di errore nell'analisi dei dati. I dati dei donatori sono stati estratti dalle osservazioni delle unità di terapia intensiva dalla diagnosi di morte cerebrale al prelievo dell'organo. Sono state considerate: tipo e volume di Plasma Expander, trasfusioni, utilizzo di inotropi, episodi di shock ipotensivo, episodi di arresto cardiocircolatorio, ermanenza in terapia intensiva, creatininemia, uremia e diuresi. I dati dei riceventi sono stati ottenuti attraverso la revisione sistematica delle cartelle cliniche dei reparti di Chirurgia Pediatrica e Nefrologia Pediatrica del nostro centro. I criteri di inclusione sono stati:età inferiore ai 18 anni, donatore cadavere in morte cerebrale, follow-up di almeno un anno. I pazienti sono stati divisi in gruppo 1 (11 pz.) con Delayed Graft Function (DGF) e gruppo 2 (105 pz.) senza DGF. Gli endpoints dello studio sono stati: DGF, funzione dellâ organo trapiantato a 6-12-24 mesi dal trapianto e sopravvivenza del paziente a 6-12-24 mesi. RISULTATI Nel periodo di tempo considerato sono stati eseguiti un totale di 141 trapianti di rene, 126 da donatore cadavere, dei quali in 116 bambini i dati relativi alla donazione erano completi. L'analisi univariata dei parametri del donatore in morte cerebrale ha mostrato che l'età , la morte da accidente cerebrovascolare e dil sesso del donatore sono fattori di rischio per lo sviluppo di DGF. Il modello di regressione logistica multivariata haconfermato come fattore di rischio indipendente per DGF l'età del donatore. A 6 mesi di follow-up, il gruppo con DGF ha mostrato una funzionalità renale e un quadro istologico bioptico peggiori rispetto al gruppo senza DGF, ma non abbastanza da raggiungere la significatività . CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L'età del donatore si è rivelata un importante fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di DGF, a sottolineare quanto già presente in letteratura di come reni provenienti da donatori pi๠â anzianiâ siano pi๠suscettibili ad esaurire prima la loro funzionalità . La DGF è risultato inoltre un importante fattore di rischio la perdita di funzione del graft a lungo termine , ma non ha alcun effetto sulla sopravvivenza del pazienteFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/88382
URN:NBN:IT:UNIPD-88382