La ricerca ha affrontato lo studio della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Galatina (LE), situato in Terra d’Otranto (oggi più comunemente noto come Salento, nelle Puglie) nel cantiere sviluppatosi – secondo la storiografia di riferimento – tra la fine del ‘300 e gli inizi del ’400, con inserimenti anche documentati della metà del XV secolo. A tutt’oggi il monumento manca di un approfondimento scientifico sull’architettura, sulle vicende che ne hanno caratterizzato l’edificazione, sull’analisi delle strutture murarie, sulle diverse fasi di cantiere e sulla fabbrica del Coro ottagonale inferiore, voluto secondo la tradizione da Giovanni Antonio Del Balzo Orsini e incastonato alla metà del ’400 sulla basilica trecentesca. Inoltre, si è cercato di dare soluzione all'annoso dibattito ancora aperto sulla sua eventuale ricostruzione su un preesistente edificio bizantino di rito greco o sulla invece ipotesi di trovarsi di fronte ad un edificio costruito ex novo come modello per gli esempi francescani successivi.L’indagine bibliografica preliminare e la ricerca d’archivio, condotte in maniera sistematica hanno fatto emergere la mancanza di uno studio sistematico e fondato della Basilica rispetto ai cantieri coevi trecenteschi della Puglia e del meridione d’Italia in generale. L’utilizzo di strumenti tecnologici, quali l’utilizzo del laser-scanner per la restituzione del rilevo grafico-architettonico nonché di scansioni georadar per l’individuazione delle preesistenze hanno dato risultati di lettura inediti e convincenti soprattutto per l’interpretazione delle soluzioni architettoniche, che si sono susseguite nei diversi periodi. Sono stati anche presi in considerazione infatti gli aspetti relativi ai restauri condotti alla fine del XIX secolo, precoce esempio di intervento su un edificio pugliese: la riscoperta dei caratteri considerati originali della fabbrica è stata indagata in maniera critica dall’autore che non si è limitato ad elencare gli interventi, ricostruiti attraverso l’inedita documentazione d’archivio, ma li ha inseriti all’interno del contesto di riferimento e analizzati nel dettaglio alla luce della lettura della fabbrica effettuata attraverso il rilievo. Questi risultati, di grande importanza per la Storia dell’Architettura medievale, sono stati raggiunti grazie alla formazione del candidato, poliedrico nella ricerca bibliografica, archivistica e sul campo. Dalla dissertazione emerge chiaramente come la chiesa francescana pugliese sia il frutto di un progetto assai complesso formatosi su almeno due preesistenti edifici: uno databile presumibilmente al periodo greco-bizantino ed un altro di epoca probabilmente degli inizi del XIV secolo, su cui si è innestata una rivisitazione in stile tardo-trecentesca di stampo francese, proveniente da modelli napoletani di committenza reale, ma di formazione europea voluti nel periodo trecentesco da Raimondello Del Balzo Orsini e dalla coniuge (poi Regina di Napoli) Maria d’Enghien. Tale analisi comprova l’esistenza di un tempio precedente all’attuale, la cui fase conclusiva non ha fatto altro che inglobarne la composizione architettonica e la facies originaria. Il lavoro compiuto a diverse scale di dettaglio sulla Basilica Orsiniana permette di inserire pienamente l’edificio pugliese nel capitolo di un caso-studio di indubbio valore, unico nel panorama dell’edilizia religiosa meridionale italiana nel XIV secolo.
Il complesso architettonico della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina
DE PASCALIS, Donato Giancarlo
2021
Abstract
La ricerca ha affrontato lo studio della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Galatina (LE), situato in Terra d’Otranto (oggi più comunemente noto come Salento, nelle Puglie) nel cantiere sviluppatosi – secondo la storiografia di riferimento – tra la fine del ‘300 e gli inizi del ’400, con inserimenti anche documentati della metà del XV secolo. A tutt’oggi il monumento manca di un approfondimento scientifico sull’architettura, sulle vicende che ne hanno caratterizzato l’edificazione, sull’analisi delle strutture murarie, sulle diverse fasi di cantiere e sulla fabbrica del Coro ottagonale inferiore, voluto secondo la tradizione da Giovanni Antonio Del Balzo Orsini e incastonato alla metà del ’400 sulla basilica trecentesca. Inoltre, si è cercato di dare soluzione all'annoso dibattito ancora aperto sulla sua eventuale ricostruzione su un preesistente edificio bizantino di rito greco o sulla invece ipotesi di trovarsi di fronte ad un edificio costruito ex novo come modello per gli esempi francescani successivi.L’indagine bibliografica preliminare e la ricerca d’archivio, condotte in maniera sistematica hanno fatto emergere la mancanza di uno studio sistematico e fondato della Basilica rispetto ai cantieri coevi trecenteschi della Puglia e del meridione d’Italia in generale. L’utilizzo di strumenti tecnologici, quali l’utilizzo del laser-scanner per la restituzione del rilevo grafico-architettonico nonché di scansioni georadar per l’individuazione delle preesistenze hanno dato risultati di lettura inediti e convincenti soprattutto per l’interpretazione delle soluzioni architettoniche, che si sono susseguite nei diversi periodi. Sono stati anche presi in considerazione infatti gli aspetti relativi ai restauri condotti alla fine del XIX secolo, precoce esempio di intervento su un edificio pugliese: la riscoperta dei caratteri considerati originali della fabbrica è stata indagata in maniera critica dall’autore che non si è limitato ad elencare gli interventi, ricostruiti attraverso l’inedita documentazione d’archivio, ma li ha inseriti all’interno del contesto di riferimento e analizzati nel dettaglio alla luce della lettura della fabbrica effettuata attraverso il rilievo. Questi risultati, di grande importanza per la Storia dell’Architettura medievale, sono stati raggiunti grazie alla formazione del candidato, poliedrico nella ricerca bibliografica, archivistica e sul campo. Dalla dissertazione emerge chiaramente come la chiesa francescana pugliese sia il frutto di un progetto assai complesso formatosi su almeno due preesistenti edifici: uno databile presumibilmente al periodo greco-bizantino ed un altro di epoca probabilmente degli inizi del XIV secolo, su cui si è innestata una rivisitazione in stile tardo-trecentesca di stampo francese, proveniente da modelli napoletani di committenza reale, ma di formazione europea voluti nel periodo trecentesco da Raimondello Del Balzo Orsini e dalla coniuge (poi Regina di Napoli) Maria d’Enghien. Tale analisi comprova l’esistenza di un tempio precedente all’attuale, la cui fase conclusiva non ha fatto altro che inglobarne la composizione architettonica e la facies originaria. Il lavoro compiuto a diverse scale di dettaglio sulla Basilica Orsiniana permette di inserire pienamente l’edificio pugliese nel capitolo di un caso-studio di indubbio valore, unico nel panorama dell’edilizia religiosa meridionale italiana nel XIV secolo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/88734
URN:NBN:IT:UNIROMA1-88734