L’analisi presentata in questo lavoro ha per oggetto l’interpretazione hegeliana dei primi momenti del darsi dell’evento artistico e cioè di quella forma d’arte che Hegel definisce simbolica. L’obiettivo della tesi è quello di definire quali siano le caratteristiche di tale forma artistica e quale sia il ruolo che essa gioca nello sviluppo dell’arte e nel più generale processo di conoscenza di sé da parte dello spirito. I testi su cui l’indagine si concentra risalgono al periodo berlinese di Hegel e sono, in primo luogo, le trascrizioni degli studenti presenti alle lezioni di filosofia dell’arte negli anni 1820/21, 1823, 1826, 1828/29 e, in secondo luogo, le edizioni berlinesi dell’Enciclopedia, le recensioni pubblicate da Hegel sulle riviste dell’epoca e l’ultima edizione del primo volume della Scienza della logica. Infine, per poter apprezzare l’evoluzione e le peculiarità che caratterizzano la matura concezione hegeliana dell’arte e del simbolo, la tesi offre un confronto di tale concezione con quella presente in alcuni testi risalenti al periodo di Jena, di Norimberga e di Heidelberg. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione del contesto nel quale Hegel sviluppa la propria concezione dell’arte, la quale si distingue dalle altre teorie estetiche perché tripartita (essa è cioè divisa in: arte simbolica, arte classica, arte romantica). Più precisamente, l’analisi si sofferma ad analizzare gli elementi di originalità che caratterizzano la connessione posta da Hegel fra il concetto di simbolo e le produzioni artistico-culturali dei popoli orientali. Nel secondo capitolo, il binomio hegeliano simbolo-oriente viene approfondito in primo luogo attraverso l’analisi della definizione del concetto di simbolo offerta da Hegel nei paragrafi dedicati alla Psicologia nelle edizioni dell’Enciclopedia del 1827/1830 (e negli scritti ad esse preparatori) e, in secondo luogo, attraverso l’analisi della definizione della forma d’arte simbolica proposta nelle lezioni di Filosofia dell’arte berlinesi. Tale indagine mette in luce la complessità insita nella forma d’arte simbolica, la quale è pensata da Hegel come il succedersi di diversi momenti attraverso cui l’intelligenza guadagna una sempre maggiore determinazione del contenuto spirituale rispetto all’elemento naturale. Nel terzo capitolo si affronta la questione relativa alla fine dell’arte simbolica: tale forma artistica finisce prima o dopo del sorgere dell’arte classica? Al fine di rispondere a questa domanda, nel capitolo viene offerta un serrato confronto fra la forma d’arte simbolica e la forma d’arte classica, il quale ne mette in luce alcuni punti di analogia. Nel quarto ed ultimo capitolo la tesi relativa ad una possibile permanenza delle dinamiche simboliche nella forma d’arte classica viene verificata sulla base dell’effettivo avvicendarsi di opere d’arte descritto da Hegel. In conclusione viene considerata la possibilità di concepire il concetto hegeliano di arte simbolica come legato alla capacità umana di rompere con quanto è già noto e conosciuto e così rendere possibile il nuovo.
Primi tentativi di figurazione: l'inizio dell'arte nelle lezioni berlinesi di Hegel
BONATO, MATILDE
2015
Abstract
L’analisi presentata in questo lavoro ha per oggetto l’interpretazione hegeliana dei primi momenti del darsi dell’evento artistico e cioè di quella forma d’arte che Hegel definisce simbolica. L’obiettivo della tesi è quello di definire quali siano le caratteristiche di tale forma artistica e quale sia il ruolo che essa gioca nello sviluppo dell’arte e nel più generale processo di conoscenza di sé da parte dello spirito. I testi su cui l’indagine si concentra risalgono al periodo berlinese di Hegel e sono, in primo luogo, le trascrizioni degli studenti presenti alle lezioni di filosofia dell’arte negli anni 1820/21, 1823, 1826, 1828/29 e, in secondo luogo, le edizioni berlinesi dell’Enciclopedia, le recensioni pubblicate da Hegel sulle riviste dell’epoca e l’ultima edizione del primo volume della Scienza della logica. Infine, per poter apprezzare l’evoluzione e le peculiarità che caratterizzano la matura concezione hegeliana dell’arte e del simbolo, la tesi offre un confronto di tale concezione con quella presente in alcuni testi risalenti al periodo di Jena, di Norimberga e di Heidelberg. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione del contesto nel quale Hegel sviluppa la propria concezione dell’arte, la quale si distingue dalle altre teorie estetiche perché tripartita (essa è cioè divisa in: arte simbolica, arte classica, arte romantica). Più precisamente, l’analisi si sofferma ad analizzare gli elementi di originalità che caratterizzano la connessione posta da Hegel fra il concetto di simbolo e le produzioni artistico-culturali dei popoli orientali. Nel secondo capitolo, il binomio hegeliano simbolo-oriente viene approfondito in primo luogo attraverso l’analisi della definizione del concetto di simbolo offerta da Hegel nei paragrafi dedicati alla Psicologia nelle edizioni dell’Enciclopedia del 1827/1830 (e negli scritti ad esse preparatori) e, in secondo luogo, attraverso l’analisi della definizione della forma d’arte simbolica proposta nelle lezioni di Filosofia dell’arte berlinesi. Tale indagine mette in luce la complessità insita nella forma d’arte simbolica, la quale è pensata da Hegel come il succedersi di diversi momenti attraverso cui l’intelligenza guadagna una sempre maggiore determinazione del contenuto spirituale rispetto all’elemento naturale. Nel terzo capitolo si affronta la questione relativa alla fine dell’arte simbolica: tale forma artistica finisce prima o dopo del sorgere dell’arte classica? Al fine di rispondere a questa domanda, nel capitolo viene offerta un serrato confronto fra la forma d’arte simbolica e la forma d’arte classica, il quale ne mette in luce alcuni punti di analogia. Nel quarto ed ultimo capitolo la tesi relativa ad una possibile permanenza delle dinamiche simboliche nella forma d’arte classica viene verificata sulla base dell’effettivo avvicendarsi di opere d’arte descritto da Hegel. In conclusione viene considerata la possibilità di concepire il concetto hegeliano di arte simbolica come legato alla capacità umana di rompere con quanto è già noto e conosciuto e così rendere possibile il nuovo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/89138
URN:NBN:IT:UNIPD-89138