La tesi raccoglie i risultati del progetto di ricerca che ha avuto come obiettivo l’indagare i rapporti esistenti tra la teoria musicale rinascimentale e le scienze matematiche, considerando soprattutto le testimonianze prodotte in area veneta. In particolare, la riflessione si è concentrata sulle relazioni tra le proporzioni armoniche, la numerologia e la simbologia cabalistica contenute nel trattato di Francesco Zorzi De harmonia mundi totius, pubblicato a Venezia nel 1525. La prima sezione della tesi è dedicata all’opera dello Zorzi e alle sue fonti, specialmente a quelle di natura musicale che sono state individuate attraverso un’indagine analitica conseguente alla lettura e allo studio integrale del trattato De harmonia mundi totius. È stato così possibile enucleare una serie di analogie e divergenze presenti in area veneta nel secolo XVI tra il sistema numerologico utilizzato dalla teoria tradizionale delle proporzioni musicali e quello della kabbalah. In pratica, è stato verificato in quale misura i numeri utilizzati dalla cultura occidentale per descrivere gli intervalli e le consonanze musicali possano trovare precisi riscontri di ordine simbolico e religioso negli insegnamenti esoterici e mistici propri dell’ebraismo, fino a spiegare l’ordine dell’universo (nella duplice dimensione di macrocosmo e microcosmo) e, quindi, evidenziare sotto una nuova luce lo stretto rapporto che si voleva esistesse tra l’opera creatrice di Dio e la musica. In un’apposita appendice sono stati trascritti tutti i passi del trattato di Francesco Zorzi nei quali si parla di musica secondo questa prospettiva. Essi sono stati ordinati nell’originaria versione in lingua latina e nella traduzione in quella italiana, indicando per ognuno le fonti relative. La seconda sezione della tesi è dedicata all’analisi della ragguardevole quantità di riferimenti musicali disseminati nel trattato De harmonia mundi totius, ripetutamente presi in esame dai musicologi, mai però con criteri sistematici. Poiché lo Zorzi sviluppa la teoria dell’armonia universale da un punto di vista filosofico, scientifico e musicale che privilegia il linguaggio delle proporzioni, è stato prioritario stabilire i punti in comune con la tradizione platonica e pitagorica, con particolare riguardo per: l’utilizzo del linguaggio delle proporzioni musicali nella definizione della disposizione dei pianeti; il rapporto tra gli elementi naturali (terra, aria, acqua e fuoco), le serie numeriche e le figure geometriche; il legame del macrocosmo con il microcosmo, che si corrispondono secondo le medesime proporzioni musicali. Inoltre sono state illustrate le novità proposte dallo Zorzi rispetto alla teoria musicale tradizionale, in particolare il suo sistema di suddivisione della scala musicale e la sua rielaborazione del sistema delle serie numeriche. Risultando originale, per vari aspetti, anche l’accostamento che lo Zorzi propone tra la numerologia cabalistica e il linguaggio delle proporzioni musicali, si è cercato quindi di individuare e analizzare la natura del rapporto posto tra il valore numerico assegnato dalla kabbalah ad ogni lettera o parola e la numerologia delle serie musicali. Dal punto di vista musicologico, il trattato De harmonia mundi totius è importante anche per i numerosi riferimenti musicali ed organologici, che sono stati analizzati con attenzione per gli aspetti riconducibili in primo luogo a testi esoterici come il Corpus hermeticum di Ermete Trismegisto, alla letteratura cabalistica come il De vita del Ficino o, ancora, alla tradizione ebraica dei testi biblici. Considerati in questo contesto, assumono nuovi significati gli stessi elementi iconografici e organologici derivati dalla tradizione medievale, come l’accostamento delle figure mitologiche delle Muse a quelle delle schiere dei Cherubini o dei Serafini. Era consueto anche indagare i pianeti per mezzo degli intervalli musicali, come pure illustrare la «Città della luce» attraverso la visione musicale dell’Apocalisse, ma lo Zorzi si spinge oltre fino a descriverne le dimensioni attraverso precise proporzioni legate, ancora una volta, alla simbologia numerica della kabbalah. Considerato l’interesse che il trattato De harmonia mundi totius riserva alla teoria musicale e all’organologia, nella sezione conclusiva della tesi sono state indagate le corrispondenze esistenti tra le teorie dello Zorzi e quelle di alcuni tra i più autorevoli trattatisti del Rinascimento attivi in area veneta, quali Franchino Gaffurio e Gioseffo Zarlino. In particolare, sono stati verificati quali siano i punti in comune e le divergenze che intercorrono tra i vari teorici nella discussione dei concetti di armonia e proporzione, nell’interpretazione delle fonti iconografiche e nell’utilizzo delle testimonianze organologiche. La ricerca è stata sviluppata attraverso un costante confronto con l’ampia bibliografia dedicata al trattato di Francesco Zorzi e che, dal punto di vista musicologico, ha privilegiato gli aspetti che presentano un interesse prevalente per lo studio dei repertori musicali e la conoscenza della prassi esecutiva tra i secoli XV e XVI. Concentrandosi, invece, sul rapporto scarsamente indagato tra la numerologia della teoria musicale e quella cabbalitica, si è pervenuti a una decodificazione dei complessi calcoli numerici e delle corrispondenze simboliche e iconografiche, ricchi di rinvii sapienziali se non addirittura magici, che sono alla base del sistema teorico di Francesco Zorzi. È stata messa a fuoco l’originale rielaborazione della teoria delle proporzioni elaborata dal religioso veneziano attraverso un’abile combinazione di elementi matematici, costituiti dalla serie geometriche, aritmetiche e armoniche, e calcolo cabbalistico, fondato sulla permutazione, la duplicazione e il notariqon. I risultati ottenuti inducono a riconsiderare la figura di Francesco Zorzi come teorico musicale, superando gli schemi di lettura fin qui adottati. Infatti, se per certi aspetti il De harmonia mundi rimane in linea con la trattatistica antica e medievale, ora risulta alquanto evidente il proposito del suo autore di superare i limiti delle speculazioni tradizionali sulle consonanze e, più in generale, sull’armonia, nel tentativo di garantire delle basi scientifiche certe e aggiornate alle sperimentazioni del linguaggio polifonico.

Francesco Zorzi Veneto - De harmonia mundi totius cantica tria (Venezia, 1525) - Teorie musicali e kabbalah

LORENZIN, RUGGERO
2013

Abstract

La tesi raccoglie i risultati del progetto di ricerca che ha avuto come obiettivo l’indagare i rapporti esistenti tra la teoria musicale rinascimentale e le scienze matematiche, considerando soprattutto le testimonianze prodotte in area veneta. In particolare, la riflessione si è concentrata sulle relazioni tra le proporzioni armoniche, la numerologia e la simbologia cabalistica contenute nel trattato di Francesco Zorzi De harmonia mundi totius, pubblicato a Venezia nel 1525. La prima sezione della tesi è dedicata all’opera dello Zorzi e alle sue fonti, specialmente a quelle di natura musicale che sono state individuate attraverso un’indagine analitica conseguente alla lettura e allo studio integrale del trattato De harmonia mundi totius. È stato così possibile enucleare una serie di analogie e divergenze presenti in area veneta nel secolo XVI tra il sistema numerologico utilizzato dalla teoria tradizionale delle proporzioni musicali e quello della kabbalah. In pratica, è stato verificato in quale misura i numeri utilizzati dalla cultura occidentale per descrivere gli intervalli e le consonanze musicali possano trovare precisi riscontri di ordine simbolico e religioso negli insegnamenti esoterici e mistici propri dell’ebraismo, fino a spiegare l’ordine dell’universo (nella duplice dimensione di macrocosmo e microcosmo) e, quindi, evidenziare sotto una nuova luce lo stretto rapporto che si voleva esistesse tra l’opera creatrice di Dio e la musica. In un’apposita appendice sono stati trascritti tutti i passi del trattato di Francesco Zorzi nei quali si parla di musica secondo questa prospettiva. Essi sono stati ordinati nell’originaria versione in lingua latina e nella traduzione in quella italiana, indicando per ognuno le fonti relative. La seconda sezione della tesi è dedicata all’analisi della ragguardevole quantità di riferimenti musicali disseminati nel trattato De harmonia mundi totius, ripetutamente presi in esame dai musicologi, mai però con criteri sistematici. Poiché lo Zorzi sviluppa la teoria dell’armonia universale da un punto di vista filosofico, scientifico e musicale che privilegia il linguaggio delle proporzioni, è stato prioritario stabilire i punti in comune con la tradizione platonica e pitagorica, con particolare riguardo per: l’utilizzo del linguaggio delle proporzioni musicali nella definizione della disposizione dei pianeti; il rapporto tra gli elementi naturali (terra, aria, acqua e fuoco), le serie numeriche e le figure geometriche; il legame del macrocosmo con il microcosmo, che si corrispondono secondo le medesime proporzioni musicali. Inoltre sono state illustrate le novità proposte dallo Zorzi rispetto alla teoria musicale tradizionale, in particolare il suo sistema di suddivisione della scala musicale e la sua rielaborazione del sistema delle serie numeriche. Risultando originale, per vari aspetti, anche l’accostamento che lo Zorzi propone tra la numerologia cabalistica e il linguaggio delle proporzioni musicali, si è cercato quindi di individuare e analizzare la natura del rapporto posto tra il valore numerico assegnato dalla kabbalah ad ogni lettera o parola e la numerologia delle serie musicali. Dal punto di vista musicologico, il trattato De harmonia mundi totius è importante anche per i numerosi riferimenti musicali ed organologici, che sono stati analizzati con attenzione per gli aspetti riconducibili in primo luogo a testi esoterici come il Corpus hermeticum di Ermete Trismegisto, alla letteratura cabalistica come il De vita del Ficino o, ancora, alla tradizione ebraica dei testi biblici. Considerati in questo contesto, assumono nuovi significati gli stessi elementi iconografici e organologici derivati dalla tradizione medievale, come l’accostamento delle figure mitologiche delle Muse a quelle delle schiere dei Cherubini o dei Serafini. Era consueto anche indagare i pianeti per mezzo degli intervalli musicali, come pure illustrare la «Città della luce» attraverso la visione musicale dell’Apocalisse, ma lo Zorzi si spinge oltre fino a descriverne le dimensioni attraverso precise proporzioni legate, ancora una volta, alla simbologia numerica della kabbalah. Considerato l’interesse che il trattato De harmonia mundi totius riserva alla teoria musicale e all’organologia, nella sezione conclusiva della tesi sono state indagate le corrispondenze esistenti tra le teorie dello Zorzi e quelle di alcuni tra i più autorevoli trattatisti del Rinascimento attivi in area veneta, quali Franchino Gaffurio e Gioseffo Zarlino. In particolare, sono stati verificati quali siano i punti in comune e le divergenze che intercorrono tra i vari teorici nella discussione dei concetti di armonia e proporzione, nell’interpretazione delle fonti iconografiche e nell’utilizzo delle testimonianze organologiche. La ricerca è stata sviluppata attraverso un costante confronto con l’ampia bibliografia dedicata al trattato di Francesco Zorzi e che, dal punto di vista musicologico, ha privilegiato gli aspetti che presentano un interesse prevalente per lo studio dei repertori musicali e la conoscenza della prassi esecutiva tra i secoli XV e XVI. Concentrandosi, invece, sul rapporto scarsamente indagato tra la numerologia della teoria musicale e quella cabbalitica, si è pervenuti a una decodificazione dei complessi calcoli numerici e delle corrispondenze simboliche e iconografiche, ricchi di rinvii sapienziali se non addirittura magici, che sono alla base del sistema teorico di Francesco Zorzi. È stata messa a fuoco l’originale rielaborazione della teoria delle proporzioni elaborata dal religioso veneziano attraverso un’abile combinazione di elementi matematici, costituiti dalla serie geometriche, aritmetiche e armoniche, e calcolo cabbalistico, fondato sulla permutazione, la duplicazione e il notariqon. I risultati ottenuti inducono a riconsiderare la figura di Francesco Zorzi come teorico musicale, superando gli schemi di lettura fin qui adottati. Infatti, se per certi aspetti il De harmonia mundi rimane in linea con la trattatistica antica e medievale, ora risulta alquanto evidente il proposito del suo autore di superare i limiti delle speculazioni tradizionali sulle consonanze e, più in generale, sull’armonia, nel tentativo di garantire delle basi scientifiche certe e aggiornate alle sperimentazioni del linguaggio polifonico.
28-gen-2013
Italiano
Francesco Zorzi, harmonia, proporzioni musicali, kabbalah
LOVATO, ANTONIO
ROMANI, VITTORIA
Università degli studi di Padova
238
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-89307