Le colture protette svolgono un ruolo decisivo nel panorama economico dell'agricoltura europea e mediterranea, sia sotto il profilo sociale, per numero di occupati, sia dal punto di vista economico, per PLV (Produzione Lorda Vendibile) e per il numero di attività correlate. Negli ultimi anni gli agricoltori si trovano ad affrontare una continua pressione al ribasso sui loro margini di profitto, a causa dei prezzi stagnanti e dei costi crescenti. Per le piccolo-medie imprese del settore, un'opzione per mantenere la competitività è concentrarsi su produzioni di nicchia, fiori e piante locali e prodotti stagionali. Un ulteriore strumento a disposizione dei produttori potrebbe derivare dalla crescente attenzione, e dalla disponibilità a pagare un prezzo maggiore, per fiori e piante con certificazioni sostenibili, come evidenziato da recenti lavori sul comportamento dei consumatori. La produzione sostenibile è un approccio olistico all'analisi ambientale di beni e servizi, che necessita di strumenti adeguati. La valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) è una metodologia diffusa e riconosciuta a livello internazionale per l'analisi degli impatti ambientali di tutti i beni e servizi. Il primo obiettivo di questo lavoro di ricerca è stato la caratterizzazione di alcune catene produttive della floricoltura veneta sotto un punto di vista ambientale, attraverso l'applicazione della metodologia LCA, al fine di individuare punti critici e determinare l'impronta di carbonio (Carbon Footprint) per i prodotti finali. Nel corso del progetto FloSo è stata condotta una raccolta preliminare di dati relativi a tre specie ornamentali allevate in vaso, poinsettia (Euphorbia pulcherrima Willd.), geranio zonale (Pelargonium ×hortorum Bailey) e ciclamino (Cyclamen persicum Mill.). Le colture selezionate sono state scelte per la loro importanza economica, in quanto coprono una quota significativa (17%, 20% e 22%, rispettivamente) del mercato italiano di piante fiorite, e per analizzare una tipica sequenza colturale di un'azienda floricola. I primi dati sono stati acquisiti da due aziende pilota ospitanti alcune prove sulla sperimentazione di materiali alternativi, come i contenitori biodegradabili, che sono stati testati per la coltivazione delle specie sopracitate. Sono state inoltre utilizzate diverse quantità di lolla di riso come componente dei substrati di crescita, in sostituzione di perlite e torba. Delle prove di coltivazione hanno permesso di testare l'idoneità dei substrati formulati per la coltivazione in vaso. Il nostro primo obiettivo è stato la definizione di un primo inventario del ciclo di vita (Life Cycle Inventory, LCI) delle colture selezionate, cercando anche di identificare un set di pratiche rappresentativo e una comune metodologia di acquisizione dati. Le pratiche generali di coltivazione per le specie studiate sono state raccolte durante le prove e attraverso una serie di interviste telefoniche, di e-mail e di comunicazioni personali con i responsabili della produzione. Queste comunicazioni sono state utilizzate per produrre e convalidare un questionario generale che è stato poi inviato ad un campione più ampio di aziende. Con i dati raccolti, è stata calcolata l'impronta di carbonio, confrontando le colture coltivate nel contenitore compostabile in lolla di riso e in vaso plastico tradizionale (capitolo II). I confini del sistema definiti per questa prima analisi vanno dall'arrivo delle giovani piante alla pianta commercializzabile (pianta fiorita e sufficientemente sviluppata). I valori per la categoria Global Warming Potential (GWP) comprendono l'elaborazione dei dati su produzione e trasporto dei materiali, e loro utilizzo durante la fase di coltivazione. Le emissioni associate alla produzione di strutture protettive e attrezzature non sono state incluse nell'analisi. In questa prima analisi abbiamo stabilito la dimensione relativa ad alcuni fattori nella fase di produzione, in particolare i materiali utilizzati per i vasi di produzione e per i componenti del substrato. Il combustibile utilizzato negli impianti di riscaldamento si è rivelato uno dei maggiori responsabili dell'impatto ambientale di poinsettia e geranio zonale. I risultati di questo studio sono paragonabili a quelli di studi precedentemente condotti per la produzione di piante di poinsettia. Abbiamo in seguito condotto un'analisi più specifica e approfondita su piante di ciclamino allevate in quattro differenti substrati contenenti quantità crescenti di lolla di riso (capitolo III). I confini del sistema includono la coltivazione dall'arrivo delle giovani piante al trapianto, includendo strutture e materiali di copertura della serra e attrezzature utilizzate. I dati sull'utilizzo d'acqua e fertilizzanti fanno riferimento a esperimenti specifici condotti per la prova sui substrati. I dati su materiali quali torba e lolla di riso provengono da Ecoinvent (ver. 2.2), e sono stati modificati in base a informazioni raccolte tramite questionari e interviste dirette con aziende e produttori, oltre che da dati pubblicati in letteratura. L'analisi degli impatti (LCIA) è stata condotta con il metodo CML 2001. In seguito, allo scopo di testare la validità delle analisi, si è deciso di sottoporre il questionario precedentemente sviluppato a un campione di 20 aziende appartenenti all'associazione Florveneto (Provincia di Treviso). Le aziende intervistate sono, in genere, a conduzione familiare, con una superficie media inferiore a 1,5 ettari. La maggior parte ha un garden center per la vendita diretta, mentre alcune sono specializzate per la vendita all'ingrosso. I dati raccolti descrivono la fase finale di coltivazione delle piante in vaso (dall'arrivo delle giovani piante alla pianta commercializzabile; il termine stabilito è la vendita del 70% della produzione). Durante la raccolta dati si notato come aziende con dimensioni e produzione simili differiscano, a volte significativamente, per tipologia di strutture, livello tecnologico degli impianti e pratiche di coltivazione adottate. Queste differenze si riflettono in un diverso approccio al tema della sostenibilità ambientale e, conseguentemente, in una diversa propensione ad adottare pratiche a minor impatto ambientale. Alcuni produttori ritengono che le loro imprese dovrebbero adottare ulteriori misure per migliorare la sostenibilità delle coltivazioni. Altri valutano sufficienti le misure già adottate per la tutela dell'ambiente, criticando apertamente le politiche restrittive imposte a livello nazionale o dall'Unione europea, in particolare per quanto riguarda l'impiego di prodotti fitosanitari. Una delle barriere all'adozione di pratiche sostenibili è la mancanza di informazioni circa l'attitudine dei consumatori verso queste produzioni e sui possibili vantaggi da esse derivanti. Fra i produttori con maggiore sensibilità verso la questione ambientale, abbiamo osservato alcune pratiche alternative che rispecchiano le diverse visioni della sostenibilità economica ed ambientale. Partendo da queste osservazioni, si sono valutate alcune alternative riguardanti le misure di conservazione del calore e le fonti energetiche utilizzate nei sistemi di riscaldamento. Sono state messe a confronto le performance effettive e teoriche di tre diversi impianti: bruciatore ad aria calda alimentato a gasolio; caldaia a biomasse (cippato) alimentante un sistema di distribuzione ad acqua; pompa di calore aria-acqua collegata a un impianto fotovoltaico (capitolo IV). Il calore necessario per assicurare la temperatura ottimale durante un ciclo di coltivazione di poinsettia (piante allevate in vaso 14) è stato utilizzato come unità funzionale. I risultati LCIA sono stati espressi per categorie mid-point e end-point, allo scopo di descrivere gli impatti per diversi comparti ambientali ed aree di protezione. Per le categorie d'impatto del metodo CML 2015, i potenziali benefici conseguibili dai sistemi alternativi si limitano a determinati indicatori (cambiamento climatico, consumo delle risorse, potenziale di acidificazione). Nelle aree di protezione calcolate con il metodo ReCiPe il sistema a biomasse ha performance migliori in due delle tre categorie (consumo delle risorse e salute umana). Infine, si è studiato come alcune scelte di gestione influenzino gli impatti nella coltivazione di geranio zonale e ciclamino, valutando anche le variazioni intorno ai valori medi ottenuti dal campione in analisi (capitolo V). Gli scenari valutati riguardano la gestione e il riutilizzo delle biomasse di scarto, la riduzione nell'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. I risultati evidenziano una maggiore uniformità delle pratiche colturali e del livello tecnologico nella coltivazione del geranio, che si traducono in una minore variabilità rispetto a quanto osservato per ciclamino. Per la prima specie i valori d'impatto sono considerevolmente superiori per tutte le categorie valutate, a causa del consumo di combustibili fossili per il riscaldamento delle serre. Per ciclamino, l'adozione di tecniche di controllo integrato e biologico e la sostituzione di una quota di fertilizzanti minerali attraverso l'utilizzo di compost nel substrato di crescita ha come risultato una significativa diminuzione nelle categorie di acidificazione potenziale, eutrofizzazione e tossicità per l'uomo. I benefici osservabili per il geranio si limitano al potenziale di eutrofizzazione, dato il contributo molto rilevante dell'energia necessaria per il riscaldamento nelle restanti categorie.
Environmental analysis of sustainable production practices applied to floriculture crops in Veneto region
BONAGURO, JACO EMANUELE
2017
Abstract
Le colture protette svolgono un ruolo decisivo nel panorama economico dell'agricoltura europea e mediterranea, sia sotto il profilo sociale, per numero di occupati, sia dal punto di vista economico, per PLV (Produzione Lorda Vendibile) e per il numero di attività correlate. Negli ultimi anni gli agricoltori si trovano ad affrontare una continua pressione al ribasso sui loro margini di profitto, a causa dei prezzi stagnanti e dei costi crescenti. Per le piccolo-medie imprese del settore, un'opzione per mantenere la competitività è concentrarsi su produzioni di nicchia, fiori e piante locali e prodotti stagionali. Un ulteriore strumento a disposizione dei produttori potrebbe derivare dalla crescente attenzione, e dalla disponibilità a pagare un prezzo maggiore, per fiori e piante con certificazioni sostenibili, come evidenziato da recenti lavori sul comportamento dei consumatori. La produzione sostenibile è un approccio olistico all'analisi ambientale di beni e servizi, che necessita di strumenti adeguati. La valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) è una metodologia diffusa e riconosciuta a livello internazionale per l'analisi degli impatti ambientali di tutti i beni e servizi. Il primo obiettivo di questo lavoro di ricerca è stato la caratterizzazione di alcune catene produttive della floricoltura veneta sotto un punto di vista ambientale, attraverso l'applicazione della metodologia LCA, al fine di individuare punti critici e determinare l'impronta di carbonio (Carbon Footprint) per i prodotti finali. Nel corso del progetto FloSo è stata condotta una raccolta preliminare di dati relativi a tre specie ornamentali allevate in vaso, poinsettia (Euphorbia pulcherrima Willd.), geranio zonale (Pelargonium ×hortorum Bailey) e ciclamino (Cyclamen persicum Mill.). Le colture selezionate sono state scelte per la loro importanza economica, in quanto coprono una quota significativa (17%, 20% e 22%, rispettivamente) del mercato italiano di piante fiorite, e per analizzare una tipica sequenza colturale di un'azienda floricola. I primi dati sono stati acquisiti da due aziende pilota ospitanti alcune prove sulla sperimentazione di materiali alternativi, come i contenitori biodegradabili, che sono stati testati per la coltivazione delle specie sopracitate. Sono state inoltre utilizzate diverse quantità di lolla di riso come componente dei substrati di crescita, in sostituzione di perlite e torba. Delle prove di coltivazione hanno permesso di testare l'idoneità dei substrati formulati per la coltivazione in vaso. Il nostro primo obiettivo è stato la definizione di un primo inventario del ciclo di vita (Life Cycle Inventory, LCI) delle colture selezionate, cercando anche di identificare un set di pratiche rappresentativo e una comune metodologia di acquisizione dati. Le pratiche generali di coltivazione per le specie studiate sono state raccolte durante le prove e attraverso una serie di interviste telefoniche, di e-mail e di comunicazioni personali con i responsabili della produzione. Queste comunicazioni sono state utilizzate per produrre e convalidare un questionario generale che è stato poi inviato ad un campione più ampio di aziende. Con i dati raccolti, è stata calcolata l'impronta di carbonio, confrontando le colture coltivate nel contenitore compostabile in lolla di riso e in vaso plastico tradizionale (capitolo II). I confini del sistema definiti per questa prima analisi vanno dall'arrivo delle giovani piante alla pianta commercializzabile (pianta fiorita e sufficientemente sviluppata). I valori per la categoria Global Warming Potential (GWP) comprendono l'elaborazione dei dati su produzione e trasporto dei materiali, e loro utilizzo durante la fase di coltivazione. Le emissioni associate alla produzione di strutture protettive e attrezzature non sono state incluse nell'analisi. In questa prima analisi abbiamo stabilito la dimensione relativa ad alcuni fattori nella fase di produzione, in particolare i materiali utilizzati per i vasi di produzione e per i componenti del substrato. Il combustibile utilizzato negli impianti di riscaldamento si è rivelato uno dei maggiori responsabili dell'impatto ambientale di poinsettia e geranio zonale. I risultati di questo studio sono paragonabili a quelli di studi precedentemente condotti per la produzione di piante di poinsettia. Abbiamo in seguito condotto un'analisi più specifica e approfondita su piante di ciclamino allevate in quattro differenti substrati contenenti quantità crescenti di lolla di riso (capitolo III). I confini del sistema includono la coltivazione dall'arrivo delle giovani piante al trapianto, includendo strutture e materiali di copertura della serra e attrezzature utilizzate. I dati sull'utilizzo d'acqua e fertilizzanti fanno riferimento a esperimenti specifici condotti per la prova sui substrati. I dati su materiali quali torba e lolla di riso provengono da Ecoinvent (ver. 2.2), e sono stati modificati in base a informazioni raccolte tramite questionari e interviste dirette con aziende e produttori, oltre che da dati pubblicati in letteratura. L'analisi degli impatti (LCIA) è stata condotta con il metodo CML 2001. In seguito, allo scopo di testare la validità delle analisi, si è deciso di sottoporre il questionario precedentemente sviluppato a un campione di 20 aziende appartenenti all'associazione Florveneto (Provincia di Treviso). Le aziende intervistate sono, in genere, a conduzione familiare, con una superficie media inferiore a 1,5 ettari. La maggior parte ha un garden center per la vendita diretta, mentre alcune sono specializzate per la vendita all'ingrosso. I dati raccolti descrivono la fase finale di coltivazione delle piante in vaso (dall'arrivo delle giovani piante alla pianta commercializzabile; il termine stabilito è la vendita del 70% della produzione). Durante la raccolta dati si notato come aziende con dimensioni e produzione simili differiscano, a volte significativamente, per tipologia di strutture, livello tecnologico degli impianti e pratiche di coltivazione adottate. Queste differenze si riflettono in un diverso approccio al tema della sostenibilità ambientale e, conseguentemente, in una diversa propensione ad adottare pratiche a minor impatto ambientale. Alcuni produttori ritengono che le loro imprese dovrebbero adottare ulteriori misure per migliorare la sostenibilità delle coltivazioni. Altri valutano sufficienti le misure già adottate per la tutela dell'ambiente, criticando apertamente le politiche restrittive imposte a livello nazionale o dall'Unione europea, in particolare per quanto riguarda l'impiego di prodotti fitosanitari. Una delle barriere all'adozione di pratiche sostenibili è la mancanza di informazioni circa l'attitudine dei consumatori verso queste produzioni e sui possibili vantaggi da esse derivanti. Fra i produttori con maggiore sensibilità verso la questione ambientale, abbiamo osservato alcune pratiche alternative che rispecchiano le diverse visioni della sostenibilità economica ed ambientale. Partendo da queste osservazioni, si sono valutate alcune alternative riguardanti le misure di conservazione del calore e le fonti energetiche utilizzate nei sistemi di riscaldamento. Sono state messe a confronto le performance effettive e teoriche di tre diversi impianti: bruciatore ad aria calda alimentato a gasolio; caldaia a biomasse (cippato) alimentante un sistema di distribuzione ad acqua; pompa di calore aria-acqua collegata a un impianto fotovoltaico (capitolo IV). Il calore necessario per assicurare la temperatura ottimale durante un ciclo di coltivazione di poinsettia (piante allevate in vaso 14) è stato utilizzato come unità funzionale. I risultati LCIA sono stati espressi per categorie mid-point e end-point, allo scopo di descrivere gli impatti per diversi comparti ambientali ed aree di protezione. Per le categorie d'impatto del metodo CML 2015, i potenziali benefici conseguibili dai sistemi alternativi si limitano a determinati indicatori (cambiamento climatico, consumo delle risorse, potenziale di acidificazione). Nelle aree di protezione calcolate con il metodo ReCiPe il sistema a biomasse ha performance migliori in due delle tre categorie (consumo delle risorse e salute umana). Infine, si è studiato come alcune scelte di gestione influenzino gli impatti nella coltivazione di geranio zonale e ciclamino, valutando anche le variazioni intorno ai valori medi ottenuti dal campione in analisi (capitolo V). Gli scenari valutati riguardano la gestione e il riutilizzo delle biomasse di scarto, la riduzione nell'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. I risultati evidenziano una maggiore uniformità delle pratiche colturali e del livello tecnologico nella coltivazione del geranio, che si traducono in una minore variabilità rispetto a quanto osservato per ciclamino. Per la prima specie i valori d'impatto sono considerevolmente superiori per tutte le categorie valutate, a causa del consumo di combustibili fossili per il riscaldamento delle serre. Per ciclamino, l'adozione di tecniche di controllo integrato e biologico e la sostituzione di una quota di fertilizzanti minerali attraverso l'utilizzo di compost nel substrato di crescita ha come risultato una significativa diminuzione nelle categorie di acidificazione potenziale, eutrofizzazione e tossicità per l'uomo. I benefici osservabili per il geranio si limitano al potenziale di eutrofizzazione, dato il contributo molto rilevante dell'energia necessaria per il riscaldamento nelle restanti categorie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/89465
URN:NBN:IT:UNIPD-89465