Secondo un protocollo elaborato dal Ministero dell'Interno, a partire dal 2017, alcuni corpi censiti nel Registro Generale dei Cadaveri Non Identificati sono stati analizzati con l'intento di raccogliere adeguatamente dati post mortem derivanti da analisi antropologiche, odontologiche, campioni biologici e indagini documentali, per compiere un tentativo di identificazione secondo i moderni protocolli di analisi. 18 corpi sepolti presso il Cimitero di Roma, sono stati analizzati con un approccio multidisciplinare: 18 sono stati oggetto di esumazione più 1, ancora inumato, ma presente nel Registro. Un approccio antropologico e odontologico tradizionale è stato utilizzato per i resti umani completamente scheletrizzati, mentre per i corpi indecomposti si è proceduto a scansione TC e autopsia dento-scheletrica virtuale. Alcuni corpi, per i quali non è stato possibile procedere alle suddette analisi, sono stati profilati attraverso un’indagine documentale. Per tutti è stato delineato un profilo antropologico, definendo popolazione di appartenenza, sesso, età, statura unitamente alle caratteristiche dentali, degli effetti personali e qualsiasi altra informazione potenzialmente utile a fini identificativi. Tutti i dati relativi al precedente recupero della salma sono stati acquisiti dagli Archivi del Tribunale e presso la P.G. operante. L’insieme delle informazioni sono state poi utilizzate per ricercare fra le persone scomparse i sospetti di identità, da approfondire per una possibile identificazione. In quattro casi, si è potuto rintracciare alcune persone scomparse compatibili che, grazie al confronto 1 a 1 hanno permesso l’identificazione dei corpi e la restituzione alle rispettive famiglie. I dati dei corpi rimasti non identificati sono stati inseriti nella relativa banca dati nazionale. Il processo con miglior rapporto costi-benefici si è rivelato essere quello in parte già proposto dall’Interpol che vede come metodi identificativi la dattiloscopia, l’odontoiatria forense e il DNA. Il presente lavoro ha permesso di accentuare l’importanza del seguire quest’ordine di applicazione delle diverse metodologie, unitamente ad una esperienza specifica degli operatori nel settore identificativo. Ciò risulta controcorrente rispetto a quanto avviene oggi in Italia nella maggioranza dei casi giudiziari che vedono al primo posto, invece, l’estrazione del DNA come metodo prioritario e privilegiato.

Identificazione dei corpi senza nome in Lazio: odontologia e antropologia forense, medicina legale e genetica forense

MILANI, CHANTAL
2021

Abstract

Secondo un protocollo elaborato dal Ministero dell'Interno, a partire dal 2017, alcuni corpi censiti nel Registro Generale dei Cadaveri Non Identificati sono stati analizzati con l'intento di raccogliere adeguatamente dati post mortem derivanti da analisi antropologiche, odontologiche, campioni biologici e indagini documentali, per compiere un tentativo di identificazione secondo i moderni protocolli di analisi. 18 corpi sepolti presso il Cimitero di Roma, sono stati analizzati con un approccio multidisciplinare: 18 sono stati oggetto di esumazione più 1, ancora inumato, ma presente nel Registro. Un approccio antropologico e odontologico tradizionale è stato utilizzato per i resti umani completamente scheletrizzati, mentre per i corpi indecomposti si è proceduto a scansione TC e autopsia dento-scheletrica virtuale. Alcuni corpi, per i quali non è stato possibile procedere alle suddette analisi, sono stati profilati attraverso un’indagine documentale. Per tutti è stato delineato un profilo antropologico, definendo popolazione di appartenenza, sesso, età, statura unitamente alle caratteristiche dentali, degli effetti personali e qualsiasi altra informazione potenzialmente utile a fini identificativi. Tutti i dati relativi al precedente recupero della salma sono stati acquisiti dagli Archivi del Tribunale e presso la P.G. operante. L’insieme delle informazioni sono state poi utilizzate per ricercare fra le persone scomparse i sospetti di identità, da approfondire per una possibile identificazione. In quattro casi, si è potuto rintracciare alcune persone scomparse compatibili che, grazie al confronto 1 a 1 hanno permesso l’identificazione dei corpi e la restituzione alle rispettive famiglie. I dati dei corpi rimasti non identificati sono stati inseriti nella relativa banca dati nazionale. Il processo con miglior rapporto costi-benefici si è rivelato essere quello in parte già proposto dall’Interpol che vede come metodi identificativi la dattiloscopia, l’odontoiatria forense e il DNA. Il presente lavoro ha permesso di accentuare l’importanza del seguire quest’ordine di applicazione delle diverse metodologie, unitamente ad una esperienza specifica degli operatori nel settore identificativo. Ciò risulta controcorrente rispetto a quanto avviene oggi in Italia nella maggioranza dei casi giudiziari che vedono al primo posto, invece, l’estrazione del DNA come metodo prioritario e privilegiato.
25-feb-2021
Italiano
Cadaveri senza nome; identificazione; antropologia forense; odontologia forense; persone scomparse
FINESCHI, VITTORIO
D'AMELIO, Stefano
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-89506