Questo studio si propone di articolare il costrutto di responsività materna su un piano discorsivo-conversazionale e su un piano affettivo, analizzando l’interazione tra madri e bambini con un Disturbo Specifico di Linguaggio. In primo luogo, l’intento è stato quello di analizzare la capacità di impegnarsi in pratiche di repair nei momenti in cui la comunicazione con il bambino risulta problematica. Si è quindi cercato di mettere luce e di delineare in modo microanalitico strategie e repertori conversazionali diversi attraverso cui madri e bambini affrontano le situazioni in cui nel discorso si presenta una “trouble source” (Schegloff et al., 1977). In secondo luogo si è analizzata la responsività materna con concetti che interpretano una dimensione emotivo-affettiva dell’interazione madre-bambino, con l’obiettivo di verificare se quest’ultima mostri un andamento indipendente o interdipendente con i repertori conversazionali di repair materno. I partecipanti sono 12 bambini di età compresa tra i 4 anni e i 5 anni e 11 mesi, che hanno avuto una diagnosi di Disturbo di Linguaggio di tipo espressivo o fonologico non secondario ad altre condizioni patologiche; le osservazioni sono state raccolte presso un Centro di Ricerca e Cura di Roma, un Servizio di Riabilitazione Neurocognitiva di Pisa e due studi logopedici privati. L’osservazione e la videoregistrazione dell’interazione madre-bambino sono state effettuate in due situazioni: un contesto di visione condivisa di foto che rappresentano momenti di vita del bambino e della sua famiglia, e un contesto di gioco libero con materiali forniti dalla ricercatrice. Entrambe le situazioni hanno avuto una durata di 15 minuti ciascuna. Le interazioni sono state trascritte utilizzando le norme di trascrizione e codifica CHAT (Codes for the Human Analysis of Transcript) previste dal Sistema Internazionale CHILDES (Child Language Data Exchange System) (McWinney, 1997). Per quanto riguarda l’aspetto discorsivo, è stata utilizzata la metodologia dell’analisi conversazionale: sono state analizzate le sequenze in cui la madre inizia e conclude una riparazione o avvia un processo di correzione co-costruita, a seguito di un’azione comunicativa verbale e non verbale del bambino considerata problematica. Le sequenze di repair sono state descritte e analizzate considerando diversi piani. Per quanto riguarda la dimensione affettiva della responsività, le videoregistrazioni sono state analizzate e codificate attraverso l’Emotional Availability Scale (EAS) – IV Edition (Biringen, 2008). Questa scala considera la responsività materna nelle sue dimensioni di sensibilità, non intrusività, non ostilità e capacità di strutturare la situazione tenendo conto degli interessi e delle proposte del bambino, e allo stesso tempo tiene conto della responsività e del grado di coinvolgimento del bambino nell’interazione. Sono state infine condotte alcune analisi quantitative per mettere in relazione le pratiche di repair con le dimensioni della sensibilità e dello structuring analizzate attraverso l’Emotional Availability Scale.
Responsività nella comunicazione tra genitore e bambino con Disturbo Specifico di Linguaggio
TOMA, Chiara
2012
Abstract
Questo studio si propone di articolare il costrutto di responsività materna su un piano discorsivo-conversazionale e su un piano affettivo, analizzando l’interazione tra madri e bambini con un Disturbo Specifico di Linguaggio. In primo luogo, l’intento è stato quello di analizzare la capacità di impegnarsi in pratiche di repair nei momenti in cui la comunicazione con il bambino risulta problematica. Si è quindi cercato di mettere luce e di delineare in modo microanalitico strategie e repertori conversazionali diversi attraverso cui madri e bambini affrontano le situazioni in cui nel discorso si presenta una “trouble source” (Schegloff et al., 1977). In secondo luogo si è analizzata la responsività materna con concetti che interpretano una dimensione emotivo-affettiva dell’interazione madre-bambino, con l’obiettivo di verificare se quest’ultima mostri un andamento indipendente o interdipendente con i repertori conversazionali di repair materno. I partecipanti sono 12 bambini di età compresa tra i 4 anni e i 5 anni e 11 mesi, che hanno avuto una diagnosi di Disturbo di Linguaggio di tipo espressivo o fonologico non secondario ad altre condizioni patologiche; le osservazioni sono state raccolte presso un Centro di Ricerca e Cura di Roma, un Servizio di Riabilitazione Neurocognitiva di Pisa e due studi logopedici privati. L’osservazione e la videoregistrazione dell’interazione madre-bambino sono state effettuate in due situazioni: un contesto di visione condivisa di foto che rappresentano momenti di vita del bambino e della sua famiglia, e un contesto di gioco libero con materiali forniti dalla ricercatrice. Entrambe le situazioni hanno avuto una durata di 15 minuti ciascuna. Le interazioni sono state trascritte utilizzando le norme di trascrizione e codifica CHAT (Codes for the Human Analysis of Transcript) previste dal Sistema Internazionale CHILDES (Child Language Data Exchange System) (McWinney, 1997). Per quanto riguarda l’aspetto discorsivo, è stata utilizzata la metodologia dell’analisi conversazionale: sono state analizzate le sequenze in cui la madre inizia e conclude una riparazione o avvia un processo di correzione co-costruita, a seguito di un’azione comunicativa verbale e non verbale del bambino considerata problematica. Le sequenze di repair sono state descritte e analizzate considerando diversi piani. Per quanto riguarda la dimensione affettiva della responsività, le videoregistrazioni sono state analizzate e codificate attraverso l’Emotional Availability Scale (EAS) – IV Edition (Biringen, 2008). Questa scala considera la responsività materna nelle sue dimensioni di sensibilità, non intrusività, non ostilità e capacità di strutturare la situazione tenendo conto degli interessi e delle proposte del bambino, e allo stesso tempo tiene conto della responsività e del grado di coinvolgimento del bambino nell’interazione. Sono state infine condotte alcune analisi quantitative per mettere in relazione le pratiche di repair con le dimensioni della sensibilità e dello structuring analizzate attraverso l’Emotional Availability Scale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91041
URN:NBN:IT:UNIROMA1-91041