Scopo di questa tesi è di definire la possibilità di utilizzo della risorsa termale della Provincia di Verona. Durante il dominio dell'Impero Romano si conoscevano già le sorgenti di Caldiero (Vr) e di Sirmione (Bs). Dopo il XIX secolo furono terebrati i primi pozzi di acqua calda in seguito allo studio di aree dove si sono riscontrate anomalie geotermiche. Una ricerca attenta della struttura tettonica dell'area analizzata collega la risalita di acqua calda a faglie beanti e permette la localizzazione di bacini di raccolta di tali acque nelle formazioni carbonatiche. Misure della temperatura di acqua calda prelevata da alcuni pozzi ci hanno permesso di calcolare il gradiente geotermico dell'area. Ulteriori ricerche mediante l'utilizzo di analisi chimiche ed isotopiche effettuate su numerosi campioni d'acqua dell'area studiata, pozzi e sorgenti di acqua fredda e calda, hanno permesso di acquisire più informazioni mediante le quali si possono ipotizzare sia le probabili circolazioni della falda sotterranea sia le caratteristiche del bacino di raccolta. Quindi considerazioni geologico-strutturali e idrogeologiche-geochimiche suggeriscono la presenza di un serbatoio carbonatico profondo sede di circolazione dei fluidi termali che sono visibili nell'area orientale, lungo la fascia pedecollinare nella zona di Caldiero, mentre captate da pozzi verso occidente. Non si può certo trascurare lâ ipotesi di risalite dirette di fluidi termali in superficie lungo le discontinuità tettoniche della fascia ai piedi dei Lessini che non sono visibili a causa di un loro mescolamento con acque fredde superficiali. I risultati raggiunti in questa tesi mettono in evidenza interessanti sviluppi scientifico applicativi nell'area benacense tra Sirmione e Lazise/Peschiera, nell'area tra Sant'Ambrogio di Valpolicella e Pescantina e nella fascia pedemontana. Ulteriori sviluppi potrebbero essere, oltre a quelli già presenti di balneoterapia, l' utilizzo per l'ittiocoltura o per il riscaldamento mediante scambio di calore per edifici pubblici e privati.
Geological and Hydrogeochemical Characterization of Lake Garda - Lessini Mountains' Thermal Zone
AGOSTINI, LAURA
2016
Abstract
Scopo di questa tesi è di definire la possibilità di utilizzo della risorsa termale della Provincia di Verona. Durante il dominio dell'Impero Romano si conoscevano già le sorgenti di Caldiero (Vr) e di Sirmione (Bs). Dopo il XIX secolo furono terebrati i primi pozzi di acqua calda in seguito allo studio di aree dove si sono riscontrate anomalie geotermiche. Una ricerca attenta della struttura tettonica dell'area analizzata collega la risalita di acqua calda a faglie beanti e permette la localizzazione di bacini di raccolta di tali acque nelle formazioni carbonatiche. Misure della temperatura di acqua calda prelevata da alcuni pozzi ci hanno permesso di calcolare il gradiente geotermico dell'area. Ulteriori ricerche mediante l'utilizzo di analisi chimiche ed isotopiche effettuate su numerosi campioni d'acqua dell'area studiata, pozzi e sorgenti di acqua fredda e calda, hanno permesso di acquisire più informazioni mediante le quali si possono ipotizzare sia le probabili circolazioni della falda sotterranea sia le caratteristiche del bacino di raccolta. Quindi considerazioni geologico-strutturali e idrogeologiche-geochimiche suggeriscono la presenza di un serbatoio carbonatico profondo sede di circolazione dei fluidi termali che sono visibili nell'area orientale, lungo la fascia pedecollinare nella zona di Caldiero, mentre captate da pozzi verso occidente. Non si può certo trascurare lâ ipotesi di risalite dirette di fluidi termali in superficie lungo le discontinuità tettoniche della fascia ai piedi dei Lessini che non sono visibili a causa di un loro mescolamento con acque fredde superficiali. I risultati raggiunti in questa tesi mettono in evidenza interessanti sviluppi scientifico applicativi nell'area benacense tra Sirmione e Lazise/Peschiera, nell'area tra Sant'Ambrogio di Valpolicella e Pescantina e nella fascia pedemontana. Ulteriori sviluppi potrebbero essere, oltre a quelli già presenti di balneoterapia, l' utilizzo per l'ittiocoltura o per il riscaldamento mediante scambio di calore per edifici pubblici e privati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91365
URN:NBN:IT:UNIPD-91365