La tesi esamina l’italiano di Cavour principalmente attraverso l’analisi dell’epistolario, ma tenendo presente anche il confronto con un piccolo gruppo di scritti destinati alla pubblicazione. Chiave di lettura dei dati è la riflessione sul tipo di scrittura in esame, cui si affianca quella sulla collocazione sociolinguistica dello scrivente. Cavour si configura infatti come un mittente di cultura medio-alta ma privo di formazione letteraria e la corrispondenza in italiano ha carattere pratico, legato a contingenze immediate. L’analisi delle missive è stata condotta a partire da una nuova trascrizione dei testi autografi, che si trova in appendice: i problemi connessi alla definizione e allo studio del corpus sono spiegati nell’introduzione, che ha anche lo scopo di ripercorrere il rapporto dello statista (francofono e dialettofono) con l’italiano. L’analisi si basa su un lavoro di schedatura di tutti i livelli linguistici: grafia, fonetica, morfologia, sintassi e lessico. I vari fenomeni sono messi in relazione con quanto emerge in altri studi sulla lingua coeva. Al termine degli spogli è emerso che lo statista, dopo un primo periodo in cui sono presenti maggiori oscillazioni e qualche elemento di interferenza, si serve di un italiano abbastanza corretto, capace di spaziare dal registro formale degli articoli a quello più colloquiale della corrispondenza. Inoltre sintassi e lessico mostrano in maniera abbastanza chiara che una delle varietà maggiormente presenti alla competenza cavouriana è rappresentata dalla lingua burocratica.
Cavour e l'italiano. Analisi linguistica dell'epistolario
KOBAN, FRANCESCA IRENE
2014
Abstract
La tesi esamina l’italiano di Cavour principalmente attraverso l’analisi dell’epistolario, ma tenendo presente anche il confronto con un piccolo gruppo di scritti destinati alla pubblicazione. Chiave di lettura dei dati è la riflessione sul tipo di scrittura in esame, cui si affianca quella sulla collocazione sociolinguistica dello scrivente. Cavour si configura infatti come un mittente di cultura medio-alta ma privo di formazione letteraria e la corrispondenza in italiano ha carattere pratico, legato a contingenze immediate. L’analisi delle missive è stata condotta a partire da una nuova trascrizione dei testi autografi, che si trova in appendice: i problemi connessi alla definizione e allo studio del corpus sono spiegati nell’introduzione, che ha anche lo scopo di ripercorrere il rapporto dello statista (francofono e dialettofono) con l’italiano. L’analisi si basa su un lavoro di schedatura di tutti i livelli linguistici: grafia, fonetica, morfologia, sintassi e lessico. I vari fenomeni sono messi in relazione con quanto emerge in altri studi sulla lingua coeva. Al termine degli spogli è emerso che lo statista, dopo un primo periodo in cui sono presenti maggiori oscillazioni e qualche elemento di interferenza, si serve di un italiano abbastanza corretto, capace di spaziare dal registro formale degli articoli a quello più colloquiale della corrispondenza. Inoltre sintassi e lessico mostrano in maniera abbastanza chiara che una delle varietà maggiormente presenti alla competenza cavouriana è rappresentata dalla lingua burocratica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91466
URN:NBN:IT:UNIPD-91466