Il presente lavoro si pone l’obiettivo di indagare quale sia la condizione giuridica dello straniero nell’ordinamento italiano, alla luce della Costituzione. La ricerca muove da alcune considerazioni relative alla cittadinanza, cui è dedicato il primo capitolo, allo scopo di evidenziare l’insufficienza della sua ricostruzione solo nei termini della cittadinanza formalmente intesa: a tale nozione si deve affiancare quella di cittadinanza in senso sostanziale, intesa quale status in cui rientrano diritti e doveri. Questi ultimi, e il loro esercizio, sono strettamente correlati al legame con la società e allo svolgimento, all’interno di essa, della propria personalità. Questa prospettiva consente di mettere in discussione l’idea che l’unico modo per affrontare la questione dei diritti degli stranieri sia la contrapposizione «diritti dell’uomo-diritti del cittadino»: si può invece ipotizzare l’esistenza di una pluralità di status, di varia ampiezza, posseduti dai cittadini extracomunitari a seconda del legame con la comunità. La sostenibilità di questa impostazione deve essere valutata, per prima cosa, in base alle norme costituzionali che disciplinano la materia. Pertanto, il secondo capitolo è dedicato allo studio delle norme costituzionali di maggior rilievo in materia di statuto giuridico dello straniero: non solo l’art. 10 Cost., sebbene sia l’unica norma che testualmente vi fa riferimento, ma, soprattutto, gli artt. 2 e 3 Cost.: la loro analisi sarà svolta a partire dai lavori preparatori, e poi attraverso lo studio della giurisprudenza e della dottrina. Quest’ultima, soprattutto quella più recente, ha sostenuto l’opportunità di ricostruire la posizione dello straniero ponendo attenzione ai diritti e doveri che gli spettano e, quindi, in una pluralità di status, differenziabili in ragione dei già evidenziati parametri. L’attenzione si è poi concentrata sulla disciplina positiva in tema di stranieri, per verificare ulteriormente l’ipotesi ricostruttiva adottata: il terzo capitolo è stato dedicato allo studio delle misure di protezione internazionale (rifugio politico e protezione sussidiaria). Il diritto alla protezione internazionale è del tutto peculiare, poiché non può spettare altro che allo straniero, ed inoltre gli status che ne derivano non si fondano – al contrario di quelli che verranno analizzati nel successivo capitolo – su un legame preesistente con la comunità, ma sul possesso dei requisiti previsti per accedere alla protezione internazionale. In particolare, sono stati approfonditi il rapporto tra il diritto di asilo e il rifugio politico, le singole misure di protezione internazionale ed i casi in cui l’Italia sia il paese competente a erogarle, alla luce della disciplina europea. Infine, è stato ricostruito il contenuto dello status di rifugiato politico e avente diritto alla protezione sussidiaria. Lo studio della disciplina positiva continua, nel quarto capitolo, in cui la condizione giuridica dello straniero viene ulteriormente delineata in base alle norme del d. lgs. 286/1998, c.d. Testo Unico sull’immigrazione. In questa sede trova spazio una breve analisi delle questioni connesse alla condizione di reciprocità, seguita dall’approfondimento su alcuni titoli di soggiorno e sugli status ad essi connessi, sia nei presupposti per la loro acquisizione sia nel loro contenuto, senza trascurare un istituto importante come il ricongiungimento familiare che evidenzia come il radicamento di un soggetto nel territorio accresca via via la tutela riconosciutagli, anche in tema di diritto all’unità familiare Infine, si è dato conto di alcune questioni particolarmente rilevanti, in tema di diritto alla salute dei non cittadini, di diritti politici e di doveri costituzionali. Al termine del lavoro, si può confermare la correttezza di riconoscere, accanto alla cittadinanza, altri status che inquadrano il grado di partecipazione di un individuo alla comunità: tale considerazione potrebbe spiegare i suoi effetti anche riguardo alla disciplina della cittadinanza, che, forse, potrebbe essere concessa senza particolari timori a quei soggetti che già si trovino a godere di diritti e doveri in modo equiparabile a coloro che già sono cittadini italiani.
Lo statuto giuridico dello straniero nell'ordinamento costituzionale italiano
PARISE, MARIA ELISA
2016
Abstract
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di indagare quale sia la condizione giuridica dello straniero nell’ordinamento italiano, alla luce della Costituzione. La ricerca muove da alcune considerazioni relative alla cittadinanza, cui è dedicato il primo capitolo, allo scopo di evidenziare l’insufficienza della sua ricostruzione solo nei termini della cittadinanza formalmente intesa: a tale nozione si deve affiancare quella di cittadinanza in senso sostanziale, intesa quale status in cui rientrano diritti e doveri. Questi ultimi, e il loro esercizio, sono strettamente correlati al legame con la società e allo svolgimento, all’interno di essa, della propria personalità. Questa prospettiva consente di mettere in discussione l’idea che l’unico modo per affrontare la questione dei diritti degli stranieri sia la contrapposizione «diritti dell’uomo-diritti del cittadino»: si può invece ipotizzare l’esistenza di una pluralità di status, di varia ampiezza, posseduti dai cittadini extracomunitari a seconda del legame con la comunità. La sostenibilità di questa impostazione deve essere valutata, per prima cosa, in base alle norme costituzionali che disciplinano la materia. Pertanto, il secondo capitolo è dedicato allo studio delle norme costituzionali di maggior rilievo in materia di statuto giuridico dello straniero: non solo l’art. 10 Cost., sebbene sia l’unica norma che testualmente vi fa riferimento, ma, soprattutto, gli artt. 2 e 3 Cost.: la loro analisi sarà svolta a partire dai lavori preparatori, e poi attraverso lo studio della giurisprudenza e della dottrina. Quest’ultima, soprattutto quella più recente, ha sostenuto l’opportunità di ricostruire la posizione dello straniero ponendo attenzione ai diritti e doveri che gli spettano e, quindi, in una pluralità di status, differenziabili in ragione dei già evidenziati parametri. L’attenzione si è poi concentrata sulla disciplina positiva in tema di stranieri, per verificare ulteriormente l’ipotesi ricostruttiva adottata: il terzo capitolo è stato dedicato allo studio delle misure di protezione internazionale (rifugio politico e protezione sussidiaria). Il diritto alla protezione internazionale è del tutto peculiare, poiché non può spettare altro che allo straniero, ed inoltre gli status che ne derivano non si fondano – al contrario di quelli che verranno analizzati nel successivo capitolo – su un legame preesistente con la comunità, ma sul possesso dei requisiti previsti per accedere alla protezione internazionale. In particolare, sono stati approfonditi il rapporto tra il diritto di asilo e il rifugio politico, le singole misure di protezione internazionale ed i casi in cui l’Italia sia il paese competente a erogarle, alla luce della disciplina europea. Infine, è stato ricostruito il contenuto dello status di rifugiato politico e avente diritto alla protezione sussidiaria. Lo studio della disciplina positiva continua, nel quarto capitolo, in cui la condizione giuridica dello straniero viene ulteriormente delineata in base alle norme del d. lgs. 286/1998, c.d. Testo Unico sull’immigrazione. In questa sede trova spazio una breve analisi delle questioni connesse alla condizione di reciprocità, seguita dall’approfondimento su alcuni titoli di soggiorno e sugli status ad essi connessi, sia nei presupposti per la loro acquisizione sia nel loro contenuto, senza trascurare un istituto importante come il ricongiungimento familiare che evidenzia come il radicamento di un soggetto nel territorio accresca via via la tutela riconosciutagli, anche in tema di diritto all’unità familiare Infine, si è dato conto di alcune questioni particolarmente rilevanti, in tema di diritto alla salute dei non cittadini, di diritti politici e di doveri costituzionali. Al termine del lavoro, si può confermare la correttezza di riconoscere, accanto alla cittadinanza, altri status che inquadrano il grado di partecipazione di un individuo alla comunità: tale considerazione potrebbe spiegare i suoi effetti anche riguardo alla disciplina della cittadinanza, che, forse, potrebbe essere concessa senza particolari timori a quei soggetti che già si trovino a godere di diritti e doveri in modo equiparabile a coloro che già sono cittadini italiani.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91642
URN:NBN:IT:UNIPD-91642