La ricerca analizza e descrive i processi e le pratiche attraverso cui emergono e vengono a generarsi nella contemporaneità, differenti idee e percezioni di natura e naturalità. L’apparente contrapposizione tra spazi naturali e spazi artificiali viene quindi studiata nel particolare contesto di uno specifico parco regionale italiano, attraverso l’analisi delle pratiche e dei saperi che proprio in questo spazio fisico e concettuale si dipanano. I luoghi diventano in questa prospettiva spazi narrativi sempre mutevoli: percorsi attraversati da idee, corpi e performance individuali, ma anche strutturati e modellati da leggi, regolamenti, confini e mappe. Spazi che acquistano significato in quanto percorsi e abitati da narrative ed estetiche, ma che proprio per questo diventano anche patrimonio; heritage-eredità che assume significato pubblico e politico, generando continue fluttuazioni sull’identità dei gruppi e delle comunità coinvolte. L’idea di natura e della sua protezione, diviene in questa chiave di lettura, oggetto mutevole, continuamente trasfigurato, nonché specchio, attraverso cui osservare il continuo progettarsi delle comunità locali, delle loro strategie, connessioni e confini. La creazione del Parco della Vena del Gesso Romagnola, genera e legittima pubblicamente l’idea del gesso come roccia e di un paesaggio geologico come bene in se stesso. Un bene naturale da preservare nei suoi valori estetici, nonché nei suoi processi di evoluzione “naturali”. Un bene che allo stesso tempo si configura però anche risorsa mineraria e industriale e spazio epifanico del sacro. Studiare le pratiche di costruzione della natura e della sua protezione all’interno del Parco vuol dire, parafrasando Appadurai, tracciare la vita sociale del gesso. La roccia, il gesso, i suoi spazi, i saperi e le pratiche ad esso connesse, diventano in questa prospettiva luoghi antropologici dove convergono e si generano nuovi epistemi in grado di orientare la percezione e la relazione tra e nel reale.
Simulacri di natura. Politiche del patrimonio, retorica dell'identità e conflitto nel parco della Vena del gesso romagnola
BENASSI, ANDREA
2014
Abstract
La ricerca analizza e descrive i processi e le pratiche attraverso cui emergono e vengono a generarsi nella contemporaneità, differenti idee e percezioni di natura e naturalità. L’apparente contrapposizione tra spazi naturali e spazi artificiali viene quindi studiata nel particolare contesto di uno specifico parco regionale italiano, attraverso l’analisi delle pratiche e dei saperi che proprio in questo spazio fisico e concettuale si dipanano. I luoghi diventano in questa prospettiva spazi narrativi sempre mutevoli: percorsi attraversati da idee, corpi e performance individuali, ma anche strutturati e modellati da leggi, regolamenti, confini e mappe. Spazi che acquistano significato in quanto percorsi e abitati da narrative ed estetiche, ma che proprio per questo diventano anche patrimonio; heritage-eredità che assume significato pubblico e politico, generando continue fluttuazioni sull’identità dei gruppi e delle comunità coinvolte. L’idea di natura e della sua protezione, diviene in questa chiave di lettura, oggetto mutevole, continuamente trasfigurato, nonché specchio, attraverso cui osservare il continuo progettarsi delle comunità locali, delle loro strategie, connessioni e confini. La creazione del Parco della Vena del Gesso Romagnola, genera e legittima pubblicamente l’idea del gesso come roccia e di un paesaggio geologico come bene in se stesso. Un bene naturale da preservare nei suoi valori estetici, nonché nei suoi processi di evoluzione “naturali”. Un bene che allo stesso tempo si configura però anche risorsa mineraria e industriale e spazio epifanico del sacro. Studiare le pratiche di costruzione della natura e della sua protezione all’interno del Parco vuol dire, parafrasando Appadurai, tracciare la vita sociale del gesso. La roccia, il gesso, i suoi spazi, i saperi e le pratiche ad esso connesse, diventano in questa prospettiva luoghi antropologici dove convergono e si generano nuovi epistemi in grado di orientare la percezione e la relazione tra e nel reale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/91982
URN:NBN:IT:UNIROMA1-91982