La memoria di lavoro è una funzione cognitiva fondamentale che permette di compiere le azioni della vita quotidiana, sia in ambito accademico e professionale che sociale. Tale funzione è influenzata negativamente dall’invecchiamento. Nonostante l’ampio numero di studi presenti in letteratura relativi a tale cambiamento, la componente visuo-spaziale è stata poco studiata. Sono stati pertanto effettuati tre studi, due con partecipanti sani ed uno con pazienti con Parkinson. Il compito era un test n back visuo-spaziale, formato da tre condizioni: una di controllo, una con basso ed una con alto carico della memoria di lavoro. Nel primo studio sono stati raccolti dati comportamentali in partecipanti dai 20 agli 80 anni; tale studio aveva lo scopo di vedere quando l’età iniziava ad avere un’influenza nei dati e se la riserva cognitiva avesse invece un ruolo positivo nelle modificazioni della memoria di lavoro visuo-spaziale causate dall’invecchiamento. Nel secondo studio, invece, sono stati raccolti dati comportamentali, elettrofisiologici ed emodinamici in partecipanti adulti ed anziani sani, caratterizzati per avere la stessa riserva cognitiva e la stessa scolarità. Nell’ultimo studio, invece, sono stati raccolti dati comportamentali in pazienti con Parkinson che prendevano farmaci, appaiati per genere, età, scolarità e riserva cognitiva con i partecipanti del gruppo di controllo. Il primo studio ha messo in luce che l’età influenza prima i tempi di reazione e poi le accuratezze (34 vs 57 anni) e che l’età ha un effetto negativo in entrambi; nei tempi di reazione è stata trovata un’interazione tra età e condizione ad alto carico cognitivo. La riserva cognitiva data dalla scolarità aveva un’influenza positiva sia nei tempi di reazione che nelle accuratezze ed il punteggio totale nelle accuratezze. Nel secondo studio, l’età ha avuto un effetto negativo sia nel processo di selezione della risposta sia nelle parti che compongono il processo di memoria di lavoro: inibizione, aggiornamento e mantenimento. Tuttavia, nei partecipanti anziani si è visto un processo attentivo compensatorio. Tali cambiamenti dati dall’età erano visibili nei correlati comportamentali, emodinamici ed elettrofisiologici. Nell’ultimo studio, i pazienti non hanno mostrato differenze rispetto al gruppo di controllo; inoltre la riserva cognitiva totale e quella data dall’attività lavorativa hanno avuto un effetto positivo nei correlati comportamentali. In conclusione, la memoria di lavoro visuo-spaziale è influenzata negativamente dall’età, ma l’effetto può venire attenuato da alta scolarità e buona riserva cognitiva.
Visuo-spatial working memory and ageing: behavioural, psychophysiological and hemodynamic correlates
ZARANTONELLO, LISA
2017
Abstract
La memoria di lavoro è una funzione cognitiva fondamentale che permette di compiere le azioni della vita quotidiana, sia in ambito accademico e professionale che sociale. Tale funzione è influenzata negativamente dall’invecchiamento. Nonostante l’ampio numero di studi presenti in letteratura relativi a tale cambiamento, la componente visuo-spaziale è stata poco studiata. Sono stati pertanto effettuati tre studi, due con partecipanti sani ed uno con pazienti con Parkinson. Il compito era un test n back visuo-spaziale, formato da tre condizioni: una di controllo, una con basso ed una con alto carico della memoria di lavoro. Nel primo studio sono stati raccolti dati comportamentali in partecipanti dai 20 agli 80 anni; tale studio aveva lo scopo di vedere quando l’età iniziava ad avere un’influenza nei dati e se la riserva cognitiva avesse invece un ruolo positivo nelle modificazioni della memoria di lavoro visuo-spaziale causate dall’invecchiamento. Nel secondo studio, invece, sono stati raccolti dati comportamentali, elettrofisiologici ed emodinamici in partecipanti adulti ed anziani sani, caratterizzati per avere la stessa riserva cognitiva e la stessa scolarità. Nell’ultimo studio, invece, sono stati raccolti dati comportamentali in pazienti con Parkinson che prendevano farmaci, appaiati per genere, età, scolarità e riserva cognitiva con i partecipanti del gruppo di controllo. Il primo studio ha messo in luce che l’età influenza prima i tempi di reazione e poi le accuratezze (34 vs 57 anni) e che l’età ha un effetto negativo in entrambi; nei tempi di reazione è stata trovata un’interazione tra età e condizione ad alto carico cognitivo. La riserva cognitiva data dalla scolarità aveva un’influenza positiva sia nei tempi di reazione che nelle accuratezze ed il punteggio totale nelle accuratezze. Nel secondo studio, l’età ha avuto un effetto negativo sia nel processo di selezione della risposta sia nelle parti che compongono il processo di memoria di lavoro: inibizione, aggiornamento e mantenimento. Tuttavia, nei partecipanti anziani si è visto un processo attentivo compensatorio. Tali cambiamenti dati dall’età erano visibili nei correlati comportamentali, emodinamici ed elettrofisiologici. Nell’ultimo studio, i pazienti non hanno mostrato differenze rispetto al gruppo di controllo; inoltre la riserva cognitiva totale e quella data dall’attività lavorativa hanno avuto un effetto positivo nei correlati comportamentali. In conclusione, la memoria di lavoro visuo-spaziale è influenzata negativamente dall’età, ma l’effetto può venire attenuato da alta scolarità e buona riserva cognitiva.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/92073
URN:NBN:IT:UNIPD-92073