Introduzione- L’insufficienza renale cronica (IRC) e specialmente la terapia sostitutiva (dialisi e trapianto), aumentano il rischio di riscontrare tumori dei reni nativi. I fattori che possono essere implicati sono la malattia renale multicistica acquisita nei dializzati e la terapia immunosoppressiva nei pazienti trapiantati. Nelle linee guida internazionali mancano tuttavia delle chiare indicazioni sulla tipologia di screening a cui sottoporre questi pazienti , benché in caso di diagnosi precoce la prognosi di queste neoplasie possa risultare ottima. Scopo dello studio- nella fase retrospettiva dello studio è stata analizzata la casistica di neoplasie renali dei reni nativi in pazienti affetti da insufficienza renale cronica e in pazienti trapiantati di rene e sottoposti a nefrectomia presso l’U.O.C. Trapianti di Rene e Pancreas dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. L’istotipo del tumore, il grading, lo stadio alla diagnosi e la prognosi di questa tipologia di pazienti sono stati valutati e confrontati con i dati riportati in letteratura relativi a pazienti uremici e nella popolazione generale. Nella fase prospettica: l'analisi istopatologica e citofluorimetrica dei reni sono state indirizzate allo studio dell'espressione delle molecole di costimolazione a livello delle cellule epiteliali renali, per determinare la loro funzione di antigen presenting cell non professionali. Sono state inoltre analizzate le sottopopolazioni linfocitarie T residenti ed il loro stato di attivazione. Materiali e metodi: Da Aprile 2007 a Giugno 2013, 18 pazienti affetti da IRC e/o trapiantati di rene sono stati sottoposti a nefrectomia per riscontro di neoplasia renale presso la U.O.C. Trapianti Rene e Pancreas dell’Azienda Ospedale- Università di Padova. Sono stati analizzati: la causa dell’IRC, il tipo di terapia sostitutiva, il timing del trapianto di rene, la terapia immunosoppressiva, l’istotipo della neoplasia, il grado Fuhrman, e l’outcome dei pazienti. Successivamente tra dicembre 2014 e dicembre 2015, sono stati arruolati nello studio 16 pazienti (5F/11M). Le indicazioni all’intervento di nefrectomia sono state malattia policistica dell’adulto (APKD) 13 pazienti, sospetta neoplasia del rene nativo 3 pazienti, 1 paziente è stata sottoposta ed espianto di autotrapianto di rene, effettuato per il riscontro di un’aneurisma dell’arteria renale primitiva. Sono state riscontrate le seguenti neoplasie renali 2 carcinomi a cellule chiare (Furhman 4 e Furhman 2 rispettivamente), 1 carcinoma papillare. Risultati- L’età media dei pazienti al momento della nefrectomia era 53.4±11.2 anni. Sei pazienti erano in trattamento dialitico (2 in emodialisi e 4 in dialisi peritoneale), mentre 11 pazienti erano trapiantati di rene e 1 era trapiantato di pancreas e rene. Un paziente ha presentato due neoplasie maligne bilaterali metacrone ed un tumore benigno. L’esame istologico ha evidenziato 17 casi di neoplasia maligna (9 carcinomi a cellule chiare e 8 carcinomi papillari) e 3 di tumore benigno (due adenomi papillari e un oncocitoma renale). Lo stadio alla diagnosi era: in 16 casi T1 ed in un caso T2. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a nefrectomia: 12 per via laparoscopica, 5 per via laparotomica e 2 per via lombotomica. Tutti i pazienti erano asintomatici alla diagnosi, che è avvenuta in corso di ecografia eseguita per altre ragioni e successivamente confermata all’esame TAC con mezzo di contrasto e/o RM. Dopo un follow-up medio di 22±20 mesi, due pazienti sono deceduti per cause non collegate alla neoplasia renale e non si sono verificate recidive locali o a distanza della neoplasia, in assenza di trattamento adiuvante. L’analisi puramente descrittiva della citofluorimetria sembra evidenziare una maggiore espressione di CD80, HLAABCm, HLAABCr; HLADRm e HLADRr; dove HLAABCm e HLADRm rappresentano l'intensità media della fluorescenza per cellula, mentre HLAABCr e HLADRr rappresentano la percentuale di cellule che superano il gate e sono quindi catalogate come positive. L’espressione di MCHC aumenta nei pazienti trapiantati rispetto ai non trapiantati in quanto il rene trapiantato sta esprimendo antigeni in modo non tollerigeno in quanto organo non self, la terapia immunosoppressiva determina un’inibizione del linfociti T a valle del CD80, impedendo il rigetto. Conclusioni- La diagnosi delle neoplasie renali che viene effettuata nell’ambito di programma di follow-up nel paziente trapiantato di rene e di screening nel paziente uremico consente di individuare neoplasie in stadio precoce, migliorandone l’outcome e riducendo la necessità di terapie adiuvanti. Sembra esserci un’attivazione nel processo di immunosorveglianza suggerito dall’ elevata espressione della molecola di costimolazione CD80 nei pazienti affetti da neoplasie renali. Rimane da chiarire il ruolo della terapia immunosoppressiva nell’immunosorveglianza.

Meccanismi di immunosorveglianza nella carcinogensei dei reni affetti da end-stage renal disease

SILVESTRE, CRISTINA
2016

Abstract

Introduzione- L’insufficienza renale cronica (IRC) e specialmente la terapia sostitutiva (dialisi e trapianto), aumentano il rischio di riscontrare tumori dei reni nativi. I fattori che possono essere implicati sono la malattia renale multicistica acquisita nei dializzati e la terapia immunosoppressiva nei pazienti trapiantati. Nelle linee guida internazionali mancano tuttavia delle chiare indicazioni sulla tipologia di screening a cui sottoporre questi pazienti , benché in caso di diagnosi precoce la prognosi di queste neoplasie possa risultare ottima. Scopo dello studio- nella fase retrospettiva dello studio è stata analizzata la casistica di neoplasie renali dei reni nativi in pazienti affetti da insufficienza renale cronica e in pazienti trapiantati di rene e sottoposti a nefrectomia presso l’U.O.C. Trapianti di Rene e Pancreas dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. L’istotipo del tumore, il grading, lo stadio alla diagnosi e la prognosi di questa tipologia di pazienti sono stati valutati e confrontati con i dati riportati in letteratura relativi a pazienti uremici e nella popolazione generale. Nella fase prospettica: l'analisi istopatologica e citofluorimetrica dei reni sono state indirizzate allo studio dell'espressione delle molecole di costimolazione a livello delle cellule epiteliali renali, per determinare la loro funzione di antigen presenting cell non professionali. Sono state inoltre analizzate le sottopopolazioni linfocitarie T residenti ed il loro stato di attivazione. Materiali e metodi: Da Aprile 2007 a Giugno 2013, 18 pazienti affetti da IRC e/o trapiantati di rene sono stati sottoposti a nefrectomia per riscontro di neoplasia renale presso la U.O.C. Trapianti Rene e Pancreas dell’Azienda Ospedale- Università di Padova. Sono stati analizzati: la causa dell’IRC, il tipo di terapia sostitutiva, il timing del trapianto di rene, la terapia immunosoppressiva, l’istotipo della neoplasia, il grado Fuhrman, e l’outcome dei pazienti. Successivamente tra dicembre 2014 e dicembre 2015, sono stati arruolati nello studio 16 pazienti (5F/11M). Le indicazioni all’intervento di nefrectomia sono state malattia policistica dell’adulto (APKD) 13 pazienti, sospetta neoplasia del rene nativo 3 pazienti, 1 paziente è stata sottoposta ed espianto di autotrapianto di rene, effettuato per il riscontro di un’aneurisma dell’arteria renale primitiva. Sono state riscontrate le seguenti neoplasie renali 2 carcinomi a cellule chiare (Furhman 4 e Furhman 2 rispettivamente), 1 carcinoma papillare. Risultati- L’età media dei pazienti al momento della nefrectomia era 53.4±11.2 anni. Sei pazienti erano in trattamento dialitico (2 in emodialisi e 4 in dialisi peritoneale), mentre 11 pazienti erano trapiantati di rene e 1 era trapiantato di pancreas e rene. Un paziente ha presentato due neoplasie maligne bilaterali metacrone ed un tumore benigno. L’esame istologico ha evidenziato 17 casi di neoplasia maligna (9 carcinomi a cellule chiare e 8 carcinomi papillari) e 3 di tumore benigno (due adenomi papillari e un oncocitoma renale). Lo stadio alla diagnosi era: in 16 casi T1 ed in un caso T2. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a nefrectomia: 12 per via laparoscopica, 5 per via laparotomica e 2 per via lombotomica. Tutti i pazienti erano asintomatici alla diagnosi, che è avvenuta in corso di ecografia eseguita per altre ragioni e successivamente confermata all’esame TAC con mezzo di contrasto e/o RM. Dopo un follow-up medio di 22±20 mesi, due pazienti sono deceduti per cause non collegate alla neoplasia renale e non si sono verificate recidive locali o a distanza della neoplasia, in assenza di trattamento adiuvante. L’analisi puramente descrittiva della citofluorimetria sembra evidenziare una maggiore espressione di CD80, HLAABCm, HLAABCr; HLADRm e HLADRr; dove HLAABCm e HLADRm rappresentano l'intensità media della fluorescenza per cellula, mentre HLAABCr e HLADRr rappresentano la percentuale di cellule che superano il gate e sono quindi catalogate come positive. L’espressione di MCHC aumenta nei pazienti trapiantati rispetto ai non trapiantati in quanto il rene trapiantato sta esprimendo antigeni in modo non tollerigeno in quanto organo non self, la terapia immunosoppressiva determina un’inibizione del linfociti T a valle del CD80, impedendo il rigetto. Conclusioni- La diagnosi delle neoplasie renali che viene effettuata nell’ambito di programma di follow-up nel paziente trapiantato di rene e di screening nel paziente uremico consente di individuare neoplasie in stadio precoce, migliorandone l’outcome e riducendo la necessità di terapie adiuvanti. Sembra esserci un’attivazione nel processo di immunosorveglianza suggerito dall’ elevata espressione della molecola di costimolazione CD80 nei pazienti affetti da neoplasie renali. Rimane da chiarire il ruolo della terapia immunosoppressiva nell’immunosorveglianza.
2016
Italiano
Immunosorveglianza, carcinogenesi, neoplasie renali; immunosurveillance, renal carcinoma
VALENTE, MARIALUISA
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/92214
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-92214