Nella mia tesi di dottorato affronto il pensiero giuridico e politico di Christian Wolff, cercando di vederne le connessioni con la concezione metafisica e gnoseologica. Infatti, come in quasi tutti gli autori illuministi, l’idea di sistema assume in Wolff un ruolo centrale, rendendo impossibile una trattazione separata dei problemi pratici da quelli teoretici. Dopo aver fornito alcuni cenni biografici sul filosofo di Breslavia al fine di collocarlo all’interno della sua epoca e di spiegarne le opzioni filosofiche di fondo, affronto la sua teoria della conoscenza e la sua concezione della filosofia come scienza del possibile. Qui riprendo e metto al vaglio le conclusioni degli studi wolffiani più recenti a proposito di problemi assai dibattuti come il rapporto fra ragione ed esperienza, essenza ed esistenza, possibilità e realtà. In secondo luogo, avvalendomi dei testi originali – in particolare delle Institutiones juris naturae et gentium –, analizzo la concezione wolffiana del diritto naturale. A tal fine seguo l’ordine con cui il filosofo di Breslavia tratta i problemi giuridici, partendo dalla teoria delle azioni, improntata al principio di perfezione, fino ai concetti, di stampo tipicamente giusnaturalistico, di stato di natura, obbligazione naturale, diritto perfetto e diritto imperfetto. Punto cruciale di quest’analisi è il problema del rapporto fra diritto e morale, risolto da Wolff all’insegna dell’unità e non della distinzione, secondo un’impostazione simile a quella di Leibniz e in netta discontinuità con quella di Thomasius. In terzo luogo prendo in esame la concezione wolffiana del contratto sociale e dello Stato, mettendo in evidenza la stretta connessione fra il discorso politico e quello giuridico, del quale il primo ne costituisce, per così dire, l’esito naturale. Le fragilità insite nello stato di natura trovano infatti soluzione nello Stato politico, che Wolff vede come lo strumento principale per l’adempimento delle obbligazioni naturali dell’individuo. In questa prospettiva prendo poi in esame le nozioni di pactum sociale, imperium publicum, bonum commune e civitas. Il quadro che ne risulta è quello di una teoria giuridica e politica estremamente dettagliata, nella quale ciascun concetto è legato all’altro secondo l’ordine imposto dal metodo dimostrativo. Qui sostengo che l’incontro del giusnaturalismo con lo spirito dell’Aufklärung permette di osservare l’opera wolffiana sotto una duplice prospettiva: da un lato quale coerente elaborazione teorica delle idee giusnaturalistiche risalenti a Grozio; dall’altro – e forse proprio in conseguenza di ciò – quale presupposto dell’ideologia giuspositivistica che, con l’avvento dei codici, avrebbe caratterizzato di lì a poco la cultura giuridica europea.

Christian Wolff, filosofo del diritto e della politica

OPOCHER, TOMMASO
2012

Abstract

Nella mia tesi di dottorato affronto il pensiero giuridico e politico di Christian Wolff, cercando di vederne le connessioni con la concezione metafisica e gnoseologica. Infatti, come in quasi tutti gli autori illuministi, l’idea di sistema assume in Wolff un ruolo centrale, rendendo impossibile una trattazione separata dei problemi pratici da quelli teoretici. Dopo aver fornito alcuni cenni biografici sul filosofo di Breslavia al fine di collocarlo all’interno della sua epoca e di spiegarne le opzioni filosofiche di fondo, affronto la sua teoria della conoscenza e la sua concezione della filosofia come scienza del possibile. Qui riprendo e metto al vaglio le conclusioni degli studi wolffiani più recenti a proposito di problemi assai dibattuti come il rapporto fra ragione ed esperienza, essenza ed esistenza, possibilità e realtà. In secondo luogo, avvalendomi dei testi originali – in particolare delle Institutiones juris naturae et gentium –, analizzo la concezione wolffiana del diritto naturale. A tal fine seguo l’ordine con cui il filosofo di Breslavia tratta i problemi giuridici, partendo dalla teoria delle azioni, improntata al principio di perfezione, fino ai concetti, di stampo tipicamente giusnaturalistico, di stato di natura, obbligazione naturale, diritto perfetto e diritto imperfetto. Punto cruciale di quest’analisi è il problema del rapporto fra diritto e morale, risolto da Wolff all’insegna dell’unità e non della distinzione, secondo un’impostazione simile a quella di Leibniz e in netta discontinuità con quella di Thomasius. In terzo luogo prendo in esame la concezione wolffiana del contratto sociale e dello Stato, mettendo in evidenza la stretta connessione fra il discorso politico e quello giuridico, del quale il primo ne costituisce, per così dire, l’esito naturale. Le fragilità insite nello stato di natura trovano infatti soluzione nello Stato politico, che Wolff vede come lo strumento principale per l’adempimento delle obbligazioni naturali dell’individuo. In questa prospettiva prendo poi in esame le nozioni di pactum sociale, imperium publicum, bonum commune e civitas. Il quadro che ne risulta è quello di una teoria giuridica e politica estremamente dettagliata, nella quale ciascun concetto è legato all’altro secondo l’ordine imposto dal metodo dimostrativo. Qui sostengo che l’incontro del giusnaturalismo con lo spirito dell’Aufklärung permette di osservare l’opera wolffiana sotto una duplice prospettiva: da un lato quale coerente elaborazione teorica delle idee giusnaturalistiche risalenti a Grozio; dall’altro – e forse proprio in conseguenza di ciò – quale presupposto dell’ideologia giuspositivistica che, con l’avvento dei codici, avrebbe caratterizzato di lì a poco la cultura giuridica europea.
31-gen-2012
Italiano
Wolff, diritto naturale, contratto sociale, illuminismo tedesco, razionalismo, natural law, social pact, rationalism, German Enlightenment
TODESCAN, FRANCO
KOSTORIS, ROBERTO
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/92277
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-92277