In questa tesi vengono presentati i risultati di uno studio svolto lungo gradienti altitudinali per verificare la risposta di insetti forestali alla temperatura. A questo scopo sono stati scelti vari siti in Europa, in modo da coprire varie situazioni climatiche e considerando in ciascuno di essi il gradiente altitudinale come analogo spaziale del cambiamento climatico, in relazione al tasso di riduzione della temperatura di 0.6°C ogni 100 m di quota. Sono stati considerati gli effetti diretti e indiretti della temperatura sulle principali categorie funzionali di insetti, considerati a livelli endemici di densità. La qualità della pianta è stata considerata mediante indicatori come la durezza delle foglie, il rapporto C/N, le caratteristiche dimensionali degli alberi. L’effetto della quota sulla fitofagia è stato positivo o indifferente in relazione alle categorie funzionali e alle piante ospiti. Insetti masticatori e minatori fogliari hanno risposto in un maggiore numero di casi rispetto a fitomizi e galligeni, mentre le conifere (abete rosso, larice, pino silvestre) hanno presentato risposte più chiare rispetto alle latifoglie (faggio). Sono stati messi in evidenza effetti positivi della quota su dimensione e durezza delle foglie (eccetto il larice) pur non trovando un legame significativo con la performance degli insetti. Non sono stati inoltre evidenziati fenomeni di competizione e facilitazione tra categorie ecologiche, con l’unica eccezione del larice. Uno studio specifico ha riguardato l’analisi dell’abbondanza dei nidi di processionaria del pino lungo gradienti altitudinali nella Sierra Nevada in Spagna meridionale. È stato osservato che i nidi aumentano con la quota, fatto che contrasta con i modelli previsionali esistenti per questa specie. Sono stati quindi analizzati alcuni dei potenziali fattori esplicativi quali le caratteristiche del popolamento, la qualità degli aghi, la parassitizzazione delle uova e l’azione dei competitori. La temperatura invernale non spiega la distribuzione altitudinale dei nidi, che invece risponde ad alcune caratteristiche della pianta ma soprattutto alla fecondità, che aumenta con l’altitudine, e al parassitismo, che diminuisce decisamente con l’aumentare della quota. In un ulteriore studio specialistico sono stati considerati alcuni insetti dei coni dell’abete rosso le cui tracce erano reperibili in coni maturi caduti al suolo lungo 4 gradienti altitudinali alpini, in Italia e in Francia. Gli insetti specializzati nel nutrirsi di seme (Cydia strobilella e Strobilomyia anthracina) non hanno risposto alla variazione di altitudine mentre gli insetti generalisti consumatori dei tessuti del cono (Dioryctria abietella e Ernobius abietis) hanno risposto in modo negativo all’aumentare della quota. E’ stato anche possibile mettere in evidenza una interazione positiva tra lo specialista C. strobilella e le due specie generaliste. Complessivamente gli studi svolti nell’ambito della presente tesi hanno fornito risultati utili a comprendere gli effetti del cambiamento climatico sull’attività trofica di alcuni insetti forestali, tuttavia si ritiene che sussista ancora dell’incertezza sulle previsioni da svolgere in merito. Si auspica che per la continuazione degli studi vengano prese in maggiore considerazione le interazioni tra altitudine, pianta ospite e insetti
Responses of forest insects to climate change. Herbivory and plant quality along. European elevational gradients
CZWIENCZEK, EWELINA BARBARA
2012
Abstract
In questa tesi vengono presentati i risultati di uno studio svolto lungo gradienti altitudinali per verificare la risposta di insetti forestali alla temperatura. A questo scopo sono stati scelti vari siti in Europa, in modo da coprire varie situazioni climatiche e considerando in ciascuno di essi il gradiente altitudinale come analogo spaziale del cambiamento climatico, in relazione al tasso di riduzione della temperatura di 0.6°C ogni 100 m di quota. Sono stati considerati gli effetti diretti e indiretti della temperatura sulle principali categorie funzionali di insetti, considerati a livelli endemici di densità. La qualità della pianta è stata considerata mediante indicatori come la durezza delle foglie, il rapporto C/N, le caratteristiche dimensionali degli alberi. L’effetto della quota sulla fitofagia è stato positivo o indifferente in relazione alle categorie funzionali e alle piante ospiti. Insetti masticatori e minatori fogliari hanno risposto in un maggiore numero di casi rispetto a fitomizi e galligeni, mentre le conifere (abete rosso, larice, pino silvestre) hanno presentato risposte più chiare rispetto alle latifoglie (faggio). Sono stati messi in evidenza effetti positivi della quota su dimensione e durezza delle foglie (eccetto il larice) pur non trovando un legame significativo con la performance degli insetti. Non sono stati inoltre evidenziati fenomeni di competizione e facilitazione tra categorie ecologiche, con l’unica eccezione del larice. Uno studio specifico ha riguardato l’analisi dell’abbondanza dei nidi di processionaria del pino lungo gradienti altitudinali nella Sierra Nevada in Spagna meridionale. È stato osservato che i nidi aumentano con la quota, fatto che contrasta con i modelli previsionali esistenti per questa specie. Sono stati quindi analizzati alcuni dei potenziali fattori esplicativi quali le caratteristiche del popolamento, la qualità degli aghi, la parassitizzazione delle uova e l’azione dei competitori. La temperatura invernale non spiega la distribuzione altitudinale dei nidi, che invece risponde ad alcune caratteristiche della pianta ma soprattutto alla fecondità, che aumenta con l’altitudine, e al parassitismo, che diminuisce decisamente con l’aumentare della quota. In un ulteriore studio specialistico sono stati considerati alcuni insetti dei coni dell’abete rosso le cui tracce erano reperibili in coni maturi caduti al suolo lungo 4 gradienti altitudinali alpini, in Italia e in Francia. Gli insetti specializzati nel nutrirsi di seme (Cydia strobilella e Strobilomyia anthracina) non hanno risposto alla variazione di altitudine mentre gli insetti generalisti consumatori dei tessuti del cono (Dioryctria abietella e Ernobius abietis) hanno risposto in modo negativo all’aumentare della quota. E’ stato anche possibile mettere in evidenza una interazione positiva tra lo specialista C. strobilella e le due specie generaliste. Complessivamente gli studi svolti nell’ambito della presente tesi hanno fornito risultati utili a comprendere gli effetti del cambiamento climatico sull’attività trofica di alcuni insetti forestali, tuttavia si ritiene che sussista ancora dell’incertezza sulle previsioni da svolgere in merito. Si auspica che per la continuazione degli studi vengano prese in maggiore considerazione le interazioni tra altitudine, pianta ospite e insettiFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/92417
URN:NBN:IT:UNIPD-92417