La ricerca prende avvio dall'idea di proporre una lettura del fenomeno del Teatro Carcere in Italia e dei suoi statuti fondativi. A seguito di una ricostruzione storica e di una restituzione delle principali riflessioni teoriche sul teatro sociale e sul teatro recluso, si portano alla luce le caratteristiche e le peculiarità del Teatro Carcere inteso come teatro tout court. Risulta evidente che esiste una stratigrafia complessa del fenomeno, all'interno della quale coesistono livelli di maturità artistica e di istituzionalizzazione distanti, tale da rendere impossibile una ricostruzione lineare delle sue origini, del suo sviluppo e del suo attuale stato. Sotto la dicitura Teatro Carcere viene compresa infatti una costellazione di iniziative molto diverse tra loro, sia per modalità processuali che per obiettivi programmatici. Il presente studio si basa sulla considerazione che il Teatro Carcere non è descrivibile come genere o essere sommariamente considerato come uno degli ambiti del teatro sociale, ma che può essere indagato come teatro svolto con attori non professionisti. Considerare il teatro nato negli istituti penitenziari come un teatro di dilettanti libera dall'interpretazione di un fatto artistico alla stregua di un intervento che abbia a che fare con l'intrattenimento o la risocializzazione dei detenuti, e di riportare il discorso su un piano prettamente teatrale. Metodologicamente, consente di prendere in analisi esperienze anche strutturalmente e stilisticamente eterogenee sulla base di criteri definiti, come la creazione di gruppi o compagnie intorno alla figura del regista, l'uso di determinati repertori o di modalità drammaturgiche alternative, senza forzarle all'interno di uno schema predefinito. Leggere il fenomeno nella sua complessità ha significato effettuare in primo luogo una ricognizione delle attività in carcere sul territorio, attraverso una mappatura delle esperienze di cui si dà conto nel corso della trattazione. Oltre al contatto diretto avuto con diverse realtà di Teatro Carcere, è stato seguito regolarmente il lavoro di due casi di studio, la Compagnia Fort Apache Cinema Teatro diretta da Valentina Esposito e Jubilo, gruppo guidato da Diego Pileggi, dei quali si sono approfondite soprattutto le strategie pedagogiche, intese come metodi di trasmissione delle competenze attoriali.

Gli statuti del Teatro Carcere in Italia: compagnie, repertori, drammaturgie

STORANI, MARTINA
2021

Abstract

La ricerca prende avvio dall'idea di proporre una lettura del fenomeno del Teatro Carcere in Italia e dei suoi statuti fondativi. A seguito di una ricostruzione storica e di una restituzione delle principali riflessioni teoriche sul teatro sociale e sul teatro recluso, si portano alla luce le caratteristiche e le peculiarità del Teatro Carcere inteso come teatro tout court. Risulta evidente che esiste una stratigrafia complessa del fenomeno, all'interno della quale coesistono livelli di maturità artistica e di istituzionalizzazione distanti, tale da rendere impossibile una ricostruzione lineare delle sue origini, del suo sviluppo e del suo attuale stato. Sotto la dicitura Teatro Carcere viene compresa infatti una costellazione di iniziative molto diverse tra loro, sia per modalità processuali che per obiettivi programmatici. Il presente studio si basa sulla considerazione che il Teatro Carcere non è descrivibile come genere o essere sommariamente considerato come uno degli ambiti del teatro sociale, ma che può essere indagato come teatro svolto con attori non professionisti. Considerare il teatro nato negli istituti penitenziari come un teatro di dilettanti libera dall'interpretazione di un fatto artistico alla stregua di un intervento che abbia a che fare con l'intrattenimento o la risocializzazione dei detenuti, e di riportare il discorso su un piano prettamente teatrale. Metodologicamente, consente di prendere in analisi esperienze anche strutturalmente e stilisticamente eterogenee sulla base di criteri definiti, come la creazione di gruppi o compagnie intorno alla figura del regista, l'uso di determinati repertori o di modalità drammaturgiche alternative, senza forzarle all'interno di uno schema predefinito. Leggere il fenomeno nella sua complessità ha significato effettuare in primo luogo una ricognizione delle attività in carcere sul territorio, attraverso una mappatura delle esperienze di cui si dà conto nel corso della trattazione. Oltre al contatto diretto avuto con diverse realtà di Teatro Carcere, è stato seguito regolarmente il lavoro di due casi di studio, la Compagnia Fort Apache Cinema Teatro diretta da Valentina Esposito e Jubilo, gruppo guidato da Diego Pileggi, dei quali si sono approfondite soprattutto le strategie pedagogiche, intese come metodi di trasmissione delle competenze attoriali.
12-lug-2021
Italiano
Teatro; carcere; mappatura
CIANCARELLI, Roberto
JOVICEVIC, Aleksandra
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/92740
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-92740