Il tumore si pone quale malattia cronica, il cui percorso di cura si dipana in un lungo arco temporale. Il sostegno che le reti sociali formali ed informali forniscono al paziente è fondamentale per la gestione dell’iter terapeutico. Il sostegno sociale inoltre assume un’importanza cruciale per la popolazione che vive in condizioni di marginalità: le persone migranti ne fanno spesso parte. La ricerca si è posta lo scopo di esplorare e confrontare le costruzioni discorsive sulle reti sociali implicate nei percorsi di cura del cancro tra un gruppo di pazienti oncologici italiani ed uno di pazienti stranieri provenienti da paesi ad alto tasso migratorio. Il lavoro si muove all’interno di un paradigma di ricerca discorsivo e situato. La ricerca si è svolta in accordo all’Unità Operativa Complessa di oncologia di un ospedale romano di medie dimensioni. Sono state condotte quaranta interviste narrative con i pazienti (venti italiani e venti stranieri) sui temi del supporto sociale, dell’iter di cura e dei cambiamenti generati dall’esperienza di malattia. Nell’intervista è stata inclusa la compilazione di uno strumento grafico di mappatura delle reti capace di ordinare i membri in tre gradi di vicinanza. Sono state inoltre condotte interviste a sei professionisti di alcuni servizi sociosanitari implicati nei percorsi di cura dei pazienti. Il tema delle interviste ha riguardato le pratiche di lavoro soprattutto con la popolazione oncologica straniera. Tutte le interviste sono state analizzate con analisi tematica informata da un quadro teorico del linguaggio che fa riferimento all’analisi del discorso. L’analisi delle mappe ha integrato l’analisi delle frequenze dei membri delle reti ad un’analisi qualitativa sulle scelte linguistiche dei gruppi componenti i network. La ricerca ha fatto emergere rappresentazioni delle reti come più numerose, variegate e percepite più vicine per i pazienti stranieri. E’ emerso come non abbiano un partner stabile, a differenza del gruppo nativo, e come la famiglia di origine sia spesso lontana. Le condizioni economiche instabili, le difficoltà linguistiche e la scarsa conoscenza del funzionamento del sistema sanitario nazionale contribuiscono a rendere i loro bisogni di supporto emotivo, informativo e pratico stringenti. Le diverse funzioni di supporto sono disperse in molteplici membri, mentre i pazienti le concentrano in pochi rapporti consolidati nel tempo (famiglia, amici storici e personale sanitario). L’esperienza di rapporto con la malattia genera cambiamenti di valori ed è raccontata riconfigurare il significato di molti rapporti per entrambi i gruppi, ma con alcune differenze culturali. I pazienti italiani vivono la cura come esperienza privata in relazione al tabù della morte legato alla malattia oncologica, più dei pazienti stranieri. Alcuni aspetti dell’esperienza di cura in rapporto alle reti formali ed informali promuovono uno sviluppo del senso di cittadinanza e fiducia verso le istituzioni. Questo per tutti i pazienti, ma con un portato importante per i partecipanti stranieri ed il loro processo di integrazione nel paese d’arrivo. Questo risultato ha a che fare con la cultura professionale dei servizi sociosanitari implicati nei percorsi terapeutici del cancro. E’ emerso come essi lavorino sull’integrazione tra aspetti biomedici della cura ad altri più attenti alla soggettività del paziente ed al suo vivere entro i contesti sociali di appartenenza. La ricerca ha prodotto una conoscenza utile allo sviluppo dei sistemi di welfare e dei percorsi di integrazione sociale dei cittadini stranieri in rapporto al sistema sanitario.

Le reti sociali a supporto dei percorsi di cura del cancro: un confronto tra un gruppo di pazienti italiani e un gruppo di pazienti stranieri

NUTRICATO, MARIA CRISTINA
2021

Abstract

Il tumore si pone quale malattia cronica, il cui percorso di cura si dipana in un lungo arco temporale. Il sostegno che le reti sociali formali ed informali forniscono al paziente è fondamentale per la gestione dell’iter terapeutico. Il sostegno sociale inoltre assume un’importanza cruciale per la popolazione che vive in condizioni di marginalità: le persone migranti ne fanno spesso parte. La ricerca si è posta lo scopo di esplorare e confrontare le costruzioni discorsive sulle reti sociali implicate nei percorsi di cura del cancro tra un gruppo di pazienti oncologici italiani ed uno di pazienti stranieri provenienti da paesi ad alto tasso migratorio. Il lavoro si muove all’interno di un paradigma di ricerca discorsivo e situato. La ricerca si è svolta in accordo all’Unità Operativa Complessa di oncologia di un ospedale romano di medie dimensioni. Sono state condotte quaranta interviste narrative con i pazienti (venti italiani e venti stranieri) sui temi del supporto sociale, dell’iter di cura e dei cambiamenti generati dall’esperienza di malattia. Nell’intervista è stata inclusa la compilazione di uno strumento grafico di mappatura delle reti capace di ordinare i membri in tre gradi di vicinanza. Sono state inoltre condotte interviste a sei professionisti di alcuni servizi sociosanitari implicati nei percorsi di cura dei pazienti. Il tema delle interviste ha riguardato le pratiche di lavoro soprattutto con la popolazione oncologica straniera. Tutte le interviste sono state analizzate con analisi tematica informata da un quadro teorico del linguaggio che fa riferimento all’analisi del discorso. L’analisi delle mappe ha integrato l’analisi delle frequenze dei membri delle reti ad un’analisi qualitativa sulle scelte linguistiche dei gruppi componenti i network. La ricerca ha fatto emergere rappresentazioni delle reti come più numerose, variegate e percepite più vicine per i pazienti stranieri. E’ emerso come non abbiano un partner stabile, a differenza del gruppo nativo, e come la famiglia di origine sia spesso lontana. Le condizioni economiche instabili, le difficoltà linguistiche e la scarsa conoscenza del funzionamento del sistema sanitario nazionale contribuiscono a rendere i loro bisogni di supporto emotivo, informativo e pratico stringenti. Le diverse funzioni di supporto sono disperse in molteplici membri, mentre i pazienti le concentrano in pochi rapporti consolidati nel tempo (famiglia, amici storici e personale sanitario). L’esperienza di rapporto con la malattia genera cambiamenti di valori ed è raccontata riconfigurare il significato di molti rapporti per entrambi i gruppi, ma con alcune differenze culturali. I pazienti italiani vivono la cura come esperienza privata in relazione al tabù della morte legato alla malattia oncologica, più dei pazienti stranieri. Alcuni aspetti dell’esperienza di cura in rapporto alle reti formali ed informali promuovono uno sviluppo del senso di cittadinanza e fiducia verso le istituzioni. Questo per tutti i pazienti, ma con un portato importante per i partecipanti stranieri ed il loro processo di integrazione nel paese d’arrivo. Questo risultato ha a che fare con la cultura professionale dei servizi sociosanitari implicati nei percorsi terapeutici del cancro. E’ emerso come essi lavorino sull’integrazione tra aspetti biomedici della cura ad altri più attenti alla soggettività del paziente ed al suo vivere entro i contesti sociali di appartenenza. La ricerca ha prodotto una conoscenza utile allo sviluppo dei sistemi di welfare e dei percorsi di integrazione sociale dei cittadini stranieri in rapporto al sistema sanitario.
20-lug-2021
Italiano
social networks; cancer; foreign patients
ZUCCHERMAGLIO, Cristina
PIERRO, Antonio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/92764
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-92764