I PAESAGGI VULNERABILI TRA PERCEZIONE E RESILIENZA: L’ISOLA DI MADEIRA E LE CINQUE TERRE COME CASI DI STUDIO. Il lavoro di ricerca è stato teso alla definizione e interpretazione di un paesaggio vulnerabile, nell’ipotesi che questa rappresentazione, e la sua esplicitazione critica, sia la premessa per letture del territorio e politiche efficaci per la gestione del rischio. Il lavoro di tesi ha cercato, pertanto, di concettualizzare teoricamente e operativamente i paesaggi della vulnerabilità cercando di proporre una nuova tipologia di questa analisi che possa aiutare nella costruzione di processi resilienti in grado di ridurre l’esposizione delle comunità ai disastri. Si è cercato, cioè, di presentare un nuovo approccio di analisi alla disaster risk reduction, con carattere locale, integrato e periscopico. In letteratura sono stati definiti diversi tipi di paesaggio vulnerabile in ragione delle dinamiche ambientali e dei rischi presenti sul territorio; in particolare sono stati identificati i riskscapes, gli hazardscapes, e i disasterscapes, definiti dalle diverse interazioni entro vulnerabilità, resilienza e percezione. Il paesaggio è una realtà fragile, sottoposta a continui mutamenti e alterazioni che discendono dall’opera dell’uomo e della natura. In quanto realtà in divenire, il paesaggio non è un’entità stabile, e dinamiche sociali e processi ambientali possono avere impatti irreversibili su di esso. Comprendere le dinamiche e i processi che agiscono sul paesaggio è fondamentale nella prevenzione dei disastri e nella riduzione dei rischi che popolazioni, ambiente e patrimonio oggi vivono in misura crescente, a conseguenza anche del cambiamento climatico. Per giungere a una definizione del paesaggio vulnerabile nelle Cinque Terre e a Madeira sono stati, pertanto, indagati la vulnerabilità, la percezione e il livello di resilienza del paesaggio al rischio, partendo dallo studio del locale. Infine, è stato discusso cosa sia un paesaggio resiliente (potenzialità e limiti del concetto nella riduzione del rischio di disastri) e come costruirlo in un contesto sperimentale quale l’isola di Madeira. Durante il lavoro di ricerca sono stati adottati tre livelli di analisi: rischio oggettivo (nel quale sono state discusse le diverse tipologie di rischio geo-fisico presenti nelle aree di studio e le dinamiche società-ambiente che accrescono o producono questi rischi), rischio percepito (in particolare, è stato analizzato il livello di percezione del rischio degli attori coinvolti nella costruzione del paesaggio), resilienza del paesaggio (per la quale sono state considerate le azioni locali messe in atto per aumentare la capacità di risposta ai disastri e di riduzione del rischio). Nella prevenzione dei disastri è fondamentale lavorare non solo sui contesti fisici e sui processi antropici ma anche sulle rappresentazioni che i diversi attori hanno del rischio di eventi naturali. Si tratta, perciò, di riflettere e contribuire alla costruzione di rappresentazioni del territorio e, di conseguenza, del paesaggio (come inteso da Raffestin) che incorporino il rischio e la vulnerabilità. I risultati delle analisi empiriche sono stati, poi, comparati al fine di comprendere potenzialità e limiti di un’analisi paesaggistica nel processo di riduzione del rischio di disastri. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il lavoro di ricerca è stato diviso in tre fasi che corrispondono ai tre corpi della tesi. Una prima fase di riflessione concettuale e discussione teorica, a cui segue l’analisi delle fonti (bibliografiche, cartografiche, iconografiche, fotografie storiche e immagini satellitari) che hanno fornito indicazioni e dati sul rischio nelle aree di studio. Questo lavoro ha consentito di definire la vulnerabilità storica dei paesaggi nelle Cinque Terre e sull’isola di Madeira e di comprendere le dinamiche di formazione del rischio attuale. È seguita, poi, una fase di indagine della percezione della popolazione, e a tal proposito sono state realizzate 60 interviste strutturate e semi-strutturate (nell'isola di Madeira e nelle Cinque Terre) e 300 questionari (nell'isola di Madeira). I questionari hanno adottato strumenti di indagine già sperimentati in ricerche scientifiche nazionali e internazionali. Infine, l’ultima fase è stata dedicata alla ricerca di campo (osservazione partecipante e ricerca-lavoro) attraverso la quale è stato possibile raccogliere informazioni, prendere contatto con le realtà locali, e attivare collaborazioni al fine di definire e (onde possibile) incrementare la resilienza locale. I risultati hanno mostrato che l’isola di Madeira e le Cinque Terre sono paesaggi frequentemente interessati da processi naturali a volte disastrosi, le cui origini si possono ritrovare in buona misura nel lavoro di produzione e modificazione del paesaggio operato dall'uomo nel corso dei secoli e dal processo di abbandono delle aree agricole. Entrambe le regioni sono conosciute a livello internazionale per le loro bellezze paesistiche e costituiscono importanti mete turistiche mondiali. Di conseguenza, la promozione e rappresentazione di questi paesaggi è principalmente guidata dalla necessità di preservare il turismo (oggi prima risorsa economica locale) e di ridurre la percezione di un paesaggio del rischio. I paesaggi delle Cinque Terre e di Madeira sono apparsi, pertanto, come paesaggi fortemente vulnerabili. Entro questi paesaggi, tuttavia, si incontrano interessanti esempi di resilienza, che costituiscono delle basi da cui partire per la costruzione di un paesaggio resiliente al rischio.

I paesaggi vulnerabili tra percezione e resilienza: l'isola di Madeira e le Cinque Terre come casi di studio

BONATI, SARA
2014

Abstract

I PAESAGGI VULNERABILI TRA PERCEZIONE E RESILIENZA: L’ISOLA DI MADEIRA E LE CINQUE TERRE COME CASI DI STUDIO. Il lavoro di ricerca è stato teso alla definizione e interpretazione di un paesaggio vulnerabile, nell’ipotesi che questa rappresentazione, e la sua esplicitazione critica, sia la premessa per letture del territorio e politiche efficaci per la gestione del rischio. Il lavoro di tesi ha cercato, pertanto, di concettualizzare teoricamente e operativamente i paesaggi della vulnerabilità cercando di proporre una nuova tipologia di questa analisi che possa aiutare nella costruzione di processi resilienti in grado di ridurre l’esposizione delle comunità ai disastri. Si è cercato, cioè, di presentare un nuovo approccio di analisi alla disaster risk reduction, con carattere locale, integrato e periscopico. In letteratura sono stati definiti diversi tipi di paesaggio vulnerabile in ragione delle dinamiche ambientali e dei rischi presenti sul territorio; in particolare sono stati identificati i riskscapes, gli hazardscapes, e i disasterscapes, definiti dalle diverse interazioni entro vulnerabilità, resilienza e percezione. Il paesaggio è una realtà fragile, sottoposta a continui mutamenti e alterazioni che discendono dall’opera dell’uomo e della natura. In quanto realtà in divenire, il paesaggio non è un’entità stabile, e dinamiche sociali e processi ambientali possono avere impatti irreversibili su di esso. Comprendere le dinamiche e i processi che agiscono sul paesaggio è fondamentale nella prevenzione dei disastri e nella riduzione dei rischi che popolazioni, ambiente e patrimonio oggi vivono in misura crescente, a conseguenza anche del cambiamento climatico. Per giungere a una definizione del paesaggio vulnerabile nelle Cinque Terre e a Madeira sono stati, pertanto, indagati la vulnerabilità, la percezione e il livello di resilienza del paesaggio al rischio, partendo dallo studio del locale. Infine, è stato discusso cosa sia un paesaggio resiliente (potenzialità e limiti del concetto nella riduzione del rischio di disastri) e come costruirlo in un contesto sperimentale quale l’isola di Madeira. Durante il lavoro di ricerca sono stati adottati tre livelli di analisi: rischio oggettivo (nel quale sono state discusse le diverse tipologie di rischio geo-fisico presenti nelle aree di studio e le dinamiche società-ambiente che accrescono o producono questi rischi), rischio percepito (in particolare, è stato analizzato il livello di percezione del rischio degli attori coinvolti nella costruzione del paesaggio), resilienza del paesaggio (per la quale sono state considerate le azioni locali messe in atto per aumentare la capacità di risposta ai disastri e di riduzione del rischio). Nella prevenzione dei disastri è fondamentale lavorare non solo sui contesti fisici e sui processi antropici ma anche sulle rappresentazioni che i diversi attori hanno del rischio di eventi naturali. Si tratta, perciò, di riflettere e contribuire alla costruzione di rappresentazioni del territorio e, di conseguenza, del paesaggio (come inteso da Raffestin) che incorporino il rischio e la vulnerabilità. I risultati delle analisi empiriche sono stati, poi, comparati al fine di comprendere potenzialità e limiti di un’analisi paesaggistica nel processo di riduzione del rischio di disastri. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il lavoro di ricerca è stato diviso in tre fasi che corrispondono ai tre corpi della tesi. Una prima fase di riflessione concettuale e discussione teorica, a cui segue l’analisi delle fonti (bibliografiche, cartografiche, iconografiche, fotografie storiche e immagini satellitari) che hanno fornito indicazioni e dati sul rischio nelle aree di studio. Questo lavoro ha consentito di definire la vulnerabilità storica dei paesaggi nelle Cinque Terre e sull’isola di Madeira e di comprendere le dinamiche di formazione del rischio attuale. È seguita, poi, una fase di indagine della percezione della popolazione, e a tal proposito sono state realizzate 60 interviste strutturate e semi-strutturate (nell'isola di Madeira e nelle Cinque Terre) e 300 questionari (nell'isola di Madeira). I questionari hanno adottato strumenti di indagine già sperimentati in ricerche scientifiche nazionali e internazionali. Infine, l’ultima fase è stata dedicata alla ricerca di campo (osservazione partecipante e ricerca-lavoro) attraverso la quale è stato possibile raccogliere informazioni, prendere contatto con le realtà locali, e attivare collaborazioni al fine di definire e (onde possibile) incrementare la resilienza locale. I risultati hanno mostrato che l’isola di Madeira e le Cinque Terre sono paesaggi frequentemente interessati da processi naturali a volte disastrosi, le cui origini si possono ritrovare in buona misura nel lavoro di produzione e modificazione del paesaggio operato dall'uomo nel corso dei secoli e dal processo di abbandono delle aree agricole. Entrambe le regioni sono conosciute a livello internazionale per le loro bellezze paesistiche e costituiscono importanti mete turistiche mondiali. Di conseguenza, la promozione e rappresentazione di questi paesaggi è principalmente guidata dalla necessità di preservare il turismo (oggi prima risorsa economica locale) e di ridurre la percezione di un paesaggio del rischio. I paesaggi delle Cinque Terre e di Madeira sono apparsi, pertanto, come paesaggi fortemente vulnerabili. Entro questi paesaggi, tuttavia, si incontrano interessanti esempi di resilienza, che costituiscono delle basi da cui partire per la costruzione di un paesaggio resiliente al rischio.
2014
Italiano
paesaggio resiliente/resilientscape; vulnerabilità al rischio/risk vulnerability; partecipazione/participation; costruire resilienza/building resilience; disastri naturali/natural hazards
DANSERO, EGIDIO
Università degli studi di Padova
217
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/92820
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-92820