La leucemia linfoblastica acuta a cellule T (T-ALL) è una malattia eterogenea caratterizzata da diverse alterazioni genetiche e caratteristiche cliniche, sia in età pediatrica che adulta. Un ruolo importante in questo tipo di neoplasia è ricoperto dal pathway di Notch, meccanismo evolutivamente conservato coinvolto in numerosi processi biologici tra cui il differenziamento dei linfociti T; difatti in circa il 50-55% dei pazienti affetti da T-ALL si riscontra una mutazione attivante nel gene NOTCH1 o a carico di FBW7. Dal momento che solo il 70-80% dei bambini e il 40% degli adulti affetti da questo tipo di leucemia riesce a raggiungere la remissione a lungo termine, e’ necessario sviluppare ed adottare nuove strategie terapeutiche per poter curare anche i pazienti refrattari alle terapie convenzionali. A questo scopo abbiamo analizzato gli effetti biologici e terapeutici di un anticorpo neutralizzante specifico per il recettore Notch1 umano, avvalendoci di un modello di xenotrapianto di T-ALL. Tale modello è stato generato nel nostro laboratorio utilizzando campioni ottenuti da pazienti pediatrici con caratteristiche cliniche differenti e presentanti diverso stato mutazionale di NOTCH1/FBW7. Il trattamento con anti-Notch1 si è rivelato efficace nel contrastare la crescita della leucemia dei campioni con mutazione di NOTCH1/FBW7, compresi campioni derivati da pazienti in ricaduta o poco responsivi alle terapie convenzionali. In seguito alla somministrazione di anti-Notch1, in questi xenotrapianti abbiamo osservato un aumento dei livelli di apoptosi, una riduzione della proliferazione, un effetto inibitorio molto marcato sui profili trascrizionali dei geni target di Notch e inoltre una modulazione del metabolismo cellulare delle cellule leucemiche. Gli esperimenti di inoculo seriale indicano che la terapia con anti-Notch1 può compromettere la capacità di dare origine a leucemia delle cellule di T-ALL residue dopo il trattamento. Inoltre un esperimento preliminare ha rivelato che la somministrazione continua dell’anticorpo anti-Notch1 può causare l’insorgenza di fenomeni di resistenza alla terapia. Infine abbiamo dimostrato che la combinazione di anti-Notch1 e desametasone, un farmaco comunemente utilizzato nel trattamento delle T-ALL, può ulteriormente migliorare l’efficacia terapeutica. Nel complesso, i nostri risultati indicano che la presenza di mutazioni in NOTCH1/FBW7 identifica dei candidati che potrebbero beneficiare di una terapia mirata contro Notch1 e sottolinea la potenzialità del valutare l’espressione dei geni target di Notch e del CD7 come marcatori predittivi della risposta terapeutica all’anti-Notch1.
Selective targeting of NOTCH-1 for therapeutic purposes in xenograft models of T-acute lymphoblastic leukemia
AGNUSDEI, VALENTINA
2013
Abstract
La leucemia linfoblastica acuta a cellule T (T-ALL) è una malattia eterogenea caratterizzata da diverse alterazioni genetiche e caratteristiche cliniche, sia in età pediatrica che adulta. Un ruolo importante in questo tipo di neoplasia è ricoperto dal pathway di Notch, meccanismo evolutivamente conservato coinvolto in numerosi processi biologici tra cui il differenziamento dei linfociti T; difatti in circa il 50-55% dei pazienti affetti da T-ALL si riscontra una mutazione attivante nel gene NOTCH1 o a carico di FBW7. Dal momento che solo il 70-80% dei bambini e il 40% degli adulti affetti da questo tipo di leucemia riesce a raggiungere la remissione a lungo termine, e’ necessario sviluppare ed adottare nuove strategie terapeutiche per poter curare anche i pazienti refrattari alle terapie convenzionali. A questo scopo abbiamo analizzato gli effetti biologici e terapeutici di un anticorpo neutralizzante specifico per il recettore Notch1 umano, avvalendoci di un modello di xenotrapianto di T-ALL. Tale modello è stato generato nel nostro laboratorio utilizzando campioni ottenuti da pazienti pediatrici con caratteristiche cliniche differenti e presentanti diverso stato mutazionale di NOTCH1/FBW7. Il trattamento con anti-Notch1 si è rivelato efficace nel contrastare la crescita della leucemia dei campioni con mutazione di NOTCH1/FBW7, compresi campioni derivati da pazienti in ricaduta o poco responsivi alle terapie convenzionali. In seguito alla somministrazione di anti-Notch1, in questi xenotrapianti abbiamo osservato un aumento dei livelli di apoptosi, una riduzione della proliferazione, un effetto inibitorio molto marcato sui profili trascrizionali dei geni target di Notch e inoltre una modulazione del metabolismo cellulare delle cellule leucemiche. Gli esperimenti di inoculo seriale indicano che la terapia con anti-Notch1 può compromettere la capacità di dare origine a leucemia delle cellule di T-ALL residue dopo il trattamento. Inoltre un esperimento preliminare ha rivelato che la somministrazione continua dell’anticorpo anti-Notch1 può causare l’insorgenza di fenomeni di resistenza alla terapia. Infine abbiamo dimostrato che la combinazione di anti-Notch1 e desametasone, un farmaco comunemente utilizzato nel trattamento delle T-ALL, può ulteriormente migliorare l’efficacia terapeutica. Nel complesso, i nostri risultati indicano che la presenza di mutazioni in NOTCH1/FBW7 identifica dei candidati che potrebbero beneficiare di una terapia mirata contro Notch1 e sottolinea la potenzialità del valutare l’espressione dei geni target di Notch e del CD7 come marcatori predittivi della risposta terapeutica all’anti-Notch1.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
agnusdei_valentina_tesi.pdf
accesso aperto
Dimensione
6.28 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.28 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/94092
URN:NBN:IT:UNIPD-94092