Il presente lavoro è dedicato in senso lato all'epistemologia hegeliana e in particolare al concetto di sensazione (Empfindung), trattato a livello sistematico da Hegel all'interno dell'Antropologia enciclopedica – la prima delle scienze filosofiche che compongono la filosofia dello spirito soggettivo. L'approccio di questo lavoro non è né storicofilologico, né genericamente interno-sistematico, ma prende le mosse da una Fragestellung specifica. Nella fattispecie la ricostruzione della teoria hegeliana della sensazione viene sollecitata a partire dalla questione del rapporto fra mente e mondo per come essa si è nuovamente imposta nel dibattito a partire dalla pubblicazione del libro Mente e Mondo di J. McDowell. Per inquadrare la mia analisi della teoria hegeliana della sensazione, provvedo nel Capitolo 1 all'esplicitazione del problema che fa da sfondo alla mia ricostruzione. Il mio obiettivo è leggere l'epistemologia hegeliana come il tentativo di conciliazione coerente delle istanze del realismo empirico e dell'idealismo corrispondenti rispettivamente a due vettori esplicativi, il vettore bottom-up e il vettore top-down. Questi atteggiamenti, se considerati come reciprocamente esclusivi, portano secondo Hegel ad esiti unilaterali ed erronei, ma al tempo stesso essi corrispondono a due vettori teorici presenti e attivi all'interno del sistema hegeliano stesso. La critica hegeliana alle unilateralità di tali prospettive viene condotta in modo speculare alle critiche che McDowell rivolge alle filosofie del Dato e al coerentismo. La sensazione risulta così come un luogo centrale in cui l'idealismo assoluto hegeliano è alla prova nella sua ambizione di conciliare realismo empirico e idealismo – così come per McDowell, la percezione sensibile rappresenta il luogo in cui le ansie generate dalle filosofie del Dato e del coerentismo possono essere dissipate. Il Capitolo 2 rappresenta una sorta di pars destruens votata alla preparazione del terreno per la ricostruzione vera e propria della teoria hegeliana della sensazione. Qui viene mostrato come la posizione epistemologica hegeliana (pur presentando caratteristiche comuni ad entrambe le prospettive) risulti incompatibile rispetto ad approcci unilaterlmente bottom-up, secondo cui il conoscere emergerebbe a partire da un mondo esterno indipendente da esso, sia rispetto ad approcci unilateralmente top-down, secondo cui il conoscere sarebbe un'attività che ha la propria radice nella nostra libertà in quanto esseri autocoscienti e parlanti, e cercano – muovendo da qui – di dare conto della realtà e dell'esperienza. L'analisi vera e propria della teoria hegeliana della sensazione verrà affrontata nel Capitolo 3, come tentativo di emendare e tenere assieme le istanze attraversate nel corso del Capitolo 2. Nel Capitolo 4, infine, torno sull'analogia con la prospettiva mcdowelliana presentata nel Capitolo 1. Qui istituisco un confronto fra la proposta teorica di McDowell e quella di Hegel, cercando di mostrare, al di là dei punti di contatto fra le strategie dei due autori, una eccedenza dell'articolazione della risposta hegeliana rispetto a quella di McDowell ed evidenziando come la stessa soluzione hegeliana non sia esente da possibili problemi.
Mente e mondo. La teoria hegeliana della sensazione
SANGUINETTI, FEDERICO
2013
Abstract
Il presente lavoro è dedicato in senso lato all'epistemologia hegeliana e in particolare al concetto di sensazione (Empfindung), trattato a livello sistematico da Hegel all'interno dell'Antropologia enciclopedica – la prima delle scienze filosofiche che compongono la filosofia dello spirito soggettivo. L'approccio di questo lavoro non è né storicofilologico, né genericamente interno-sistematico, ma prende le mosse da una Fragestellung specifica. Nella fattispecie la ricostruzione della teoria hegeliana della sensazione viene sollecitata a partire dalla questione del rapporto fra mente e mondo per come essa si è nuovamente imposta nel dibattito a partire dalla pubblicazione del libro Mente e Mondo di J. McDowell. Per inquadrare la mia analisi della teoria hegeliana della sensazione, provvedo nel Capitolo 1 all'esplicitazione del problema che fa da sfondo alla mia ricostruzione. Il mio obiettivo è leggere l'epistemologia hegeliana come il tentativo di conciliazione coerente delle istanze del realismo empirico e dell'idealismo corrispondenti rispettivamente a due vettori esplicativi, il vettore bottom-up e il vettore top-down. Questi atteggiamenti, se considerati come reciprocamente esclusivi, portano secondo Hegel ad esiti unilaterali ed erronei, ma al tempo stesso essi corrispondono a due vettori teorici presenti e attivi all'interno del sistema hegeliano stesso. La critica hegeliana alle unilateralità di tali prospettive viene condotta in modo speculare alle critiche che McDowell rivolge alle filosofie del Dato e al coerentismo. La sensazione risulta così come un luogo centrale in cui l'idealismo assoluto hegeliano è alla prova nella sua ambizione di conciliare realismo empirico e idealismo – così come per McDowell, la percezione sensibile rappresenta il luogo in cui le ansie generate dalle filosofie del Dato e del coerentismo possono essere dissipate. Il Capitolo 2 rappresenta una sorta di pars destruens votata alla preparazione del terreno per la ricostruzione vera e propria della teoria hegeliana della sensazione. Qui viene mostrato come la posizione epistemologica hegeliana (pur presentando caratteristiche comuni ad entrambe le prospettive) risulti incompatibile rispetto ad approcci unilaterlmente bottom-up, secondo cui il conoscere emergerebbe a partire da un mondo esterno indipendente da esso, sia rispetto ad approcci unilateralmente top-down, secondo cui il conoscere sarebbe un'attività che ha la propria radice nella nostra libertà in quanto esseri autocoscienti e parlanti, e cercano – muovendo da qui – di dare conto della realtà e dell'esperienza. L'analisi vera e propria della teoria hegeliana della sensazione verrà affrontata nel Capitolo 3, come tentativo di emendare e tenere assieme le istanze attraversate nel corso del Capitolo 2. Nel Capitolo 4, infine, torno sull'analogia con la prospettiva mcdowelliana presentata nel Capitolo 1. Qui istituisco un confronto fra la proposta teorica di McDowell e quella di Hegel, cercando di mostrare, al di là dei punti di contatto fra le strategie dei due autori, una eccedenza dell'articolazione della risposta hegeliana rispetto a quella di McDowell ed evidenziando come la stessa soluzione hegeliana non sia esente da possibili problemi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/94191
URN:NBN:IT:UNIPD-94191