Il presente lavoro di ricerca ha contribuito alla comprensione dei meccanismi neurocognitivi sottostanti alla modulazione del dolore da parte di processi sensoriali, attenzionali, emozionali e cognitivi. Abbiamo preso in considerazione indici soggettivi, comportamentali ed elettrofisiologici per rilevare gli effetti della posizione del corpo, delle emozioni, delle aspettative legate al placebo, e del reappraisal cognitivo sull’esperienza soggettiva del dolore e sui potenziali somatosensoriali dolore-relati. Quattro studi sono stati condotti per indagare differenti tipologie di modulazione del dolore. Lo Studio 1 ha testato l’ipotesi che la posizione orizzontale del corpo riduca la percezione e l’elaborazione corticale del dolore. Abbiamo dimostrato che la posizione del corpo supina vs. seduta era associata ad una diminuita percezione di stimoli non dolorosi e ad una inibita elaborazione corticale tardiva (300-600) di stimoli dolorosi e non dolorosi, relata ad attività neurale in regioni frontali destre (corteccia cingolata anteriore e giro frontale superiore). Lo Studio 2 ha indagato le differenze di genere nella modulazione emozionale del dolore. Sebbene maschi e femmine non differissero a livello comportamentale e mostrassero ridotti punteggi di dolore solamente durante la visione di immagini erotiche, delle notevoli differenze di genere sono emerse nei potenziali N2 e P2 elicitati da stimoli dolorosi. I maschi avevano mostrato una inibita elaborazione corticale del dolore solamente durante la visione di immagini erotiche, mentre le femmine hanno mostrato una modulazione corticale del dolore diversificata per ogni contenuto emozionale preso in considerazione (immagine erotiche vs. sport/avventura vs. neutre vs. paura/minaccia vs. mutilazione), in particolare per la N2. Nello Studio 3, abbiamo esaminato il ruolo delle credenze individuali nell’efficacia di un trattamento analgesico tradizionale e di uno omeopatico. Abbiamo utilizzato un paradigma decettivo, i.e., né i partecipanti, né le sperimentatrici erano a conoscenza che il trattamento somministrato era una sostanza inerte. Abbiamo trovato che solamente i partecipanti che assumevano un trattamento che era coerente con le loro credenze mostravano una ridotta elaborazione corticale del dolore, indicata da diminuite ampiezze della P2. Infine, lo Studio 4 ha dimostrato che i partecipanti sani sono in grado di modificare la propria esperienza del dolore, utilizzando una strategia di reappraisal cognitiva che fa uso di immagini mentali. L’intensità di dolore percepita era o diminuita o aumentata rispetto ad una condizione neutra e un’efficace inibizione del dolore era associata ad incrementate ampiezze N2 e diminuite ampiezze P2
Influence of body position, emotions, placebo and cognitive modulation on pain experience and pain-related somatosensory ERPs
FARDO, FRANCESCA
2013
Abstract
Il presente lavoro di ricerca ha contribuito alla comprensione dei meccanismi neurocognitivi sottostanti alla modulazione del dolore da parte di processi sensoriali, attenzionali, emozionali e cognitivi. Abbiamo preso in considerazione indici soggettivi, comportamentali ed elettrofisiologici per rilevare gli effetti della posizione del corpo, delle emozioni, delle aspettative legate al placebo, e del reappraisal cognitivo sull’esperienza soggettiva del dolore e sui potenziali somatosensoriali dolore-relati. Quattro studi sono stati condotti per indagare differenti tipologie di modulazione del dolore. Lo Studio 1 ha testato l’ipotesi che la posizione orizzontale del corpo riduca la percezione e l’elaborazione corticale del dolore. Abbiamo dimostrato che la posizione del corpo supina vs. seduta era associata ad una diminuita percezione di stimoli non dolorosi e ad una inibita elaborazione corticale tardiva (300-600) di stimoli dolorosi e non dolorosi, relata ad attività neurale in regioni frontali destre (corteccia cingolata anteriore e giro frontale superiore). Lo Studio 2 ha indagato le differenze di genere nella modulazione emozionale del dolore. Sebbene maschi e femmine non differissero a livello comportamentale e mostrassero ridotti punteggi di dolore solamente durante la visione di immagini erotiche, delle notevoli differenze di genere sono emerse nei potenziali N2 e P2 elicitati da stimoli dolorosi. I maschi avevano mostrato una inibita elaborazione corticale del dolore solamente durante la visione di immagini erotiche, mentre le femmine hanno mostrato una modulazione corticale del dolore diversificata per ogni contenuto emozionale preso in considerazione (immagine erotiche vs. sport/avventura vs. neutre vs. paura/minaccia vs. mutilazione), in particolare per la N2. Nello Studio 3, abbiamo esaminato il ruolo delle credenze individuali nell’efficacia di un trattamento analgesico tradizionale e di uno omeopatico. Abbiamo utilizzato un paradigma decettivo, i.e., né i partecipanti, né le sperimentatrici erano a conoscenza che il trattamento somministrato era una sostanza inerte. Abbiamo trovato che solamente i partecipanti che assumevano un trattamento che era coerente con le loro credenze mostravano una ridotta elaborazione corticale del dolore, indicata da diminuite ampiezze della P2. Infine, lo Studio 4 ha dimostrato che i partecipanti sani sono in grado di modificare la propria esperienza del dolore, utilizzando una strategia di reappraisal cognitiva che fa uso di immagini mentali. L’intensità di dolore percepita era o diminuita o aumentata rispetto ad una condizione neutra e un’efficace inibizione del dolore era associata ad incrementate ampiezze N2 e diminuite ampiezze P2File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/94473
URN:NBN:IT:UNIPD-94473