L'esecuzione discorsiva del sistema hegeliano berlinese

The main subject of this dissertation is Hegel’s Berlin system. Its aim is to examine the extent to which the discursive exposition of the system is integral to the way philosophy justifies itself as knowledge. Our case study, consisting of the configuration the system gives itself in the Encyclopedia of the Philosophical Sciences in Basic Outline (1827, 1830), is examined in light of the following question: to what extent is it possible for a philosophical text to offer a theoretical framework to the concept of philosophy that emerges from its performance (i) as an academic text, offering an overview of systematic philosophy to an audience, and (ii) as a printed text? The work is divided into three chapters, titled from some characteristics that are predicated of the encyclopedic text. Each of the chapters is developed around an interpretive hypothesis that allows us to approach the Hegelian formulation of the problem of a concept of philosophy performed and justified in a text: 1) In order to account for its own reality and for the concept of philosophy that its performance produces, philosophy must determine in what relation the philosophical as rational knowing stands to the factual, representative dimension that accompanies its very first appearance. In other words, philosophy cannot leave presupposed the historical dimension of its own organization as knowledge; 2) the demonstration that elevates the historical aspect of science to a conscious dimension, no longer presupposed, cannot be interpreted by remaining within the theoretical coordinates in which at the beginning of the text this demonstrative need is formulated ‘historically’, without risking a non-critical assumption; 3) in the way in which philosophy proceeds to its own exposition there is at stake an unprecedented way of elaborating a concept of science that (i) does not ignore the dimension in which it is reproduced as knowledge, (i) nor does it limit itself to presupposing a scene (the educational, didactic context, in which subjectivities would become aware of themselves) within which it would be active. The end point of the analysis is a cosmic concept of philosophy that is essentially modern. Philosophy stands for an activity that is exposed as discourse. It allows subjects to become subjects of a science that is learned as it is performed. In this same process, philosophy establishes the measure of its own truth, its own end.

Oggetto del presente lavoro è il sistema hegeliano berlinese. La sua indagine si propone di esaminare in che misura l’esposizione discorsiva del sistema è parte integrante del modo in cui la filosofia si giustifica come sapere. Il caso studio, costituito dalla configurazione che il sistema si dà nella Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1827, 1830), è esaminato alla luce della seguente domanda: in che misura un testo filosofico è capace di prevedere e offrire un framework teorico al concetto di filosofia che emerge dalla sua esecuzione (i) come testo accademico che offre una visione d’insieme della filosofia sistematica a un uditorio e (ii) come testo a stampa? Il lavoro si articola in tre capitoli, intitolati a partire da alcune caratteristiche che vengono predicate del testo enciclopedico. Ciascuno dei capitoli si sviluppa attorno a un’ipotesi interpretativa che consente di avvicinarsi alla formulazione hegeliana del problema di un concetto di filosofia performato e giustificato in un testo: 1) per rendere conto da sé della sua realtà e del concetto di filosofia che la sua esecuzione produce, la filosofia deve dire argomentativamente in che relazione sta il filosofico come conoscere razionale con la dimensione fattuale, rappresentativa, che si accompagna al suo stesso primo apparire. In altri termini, essa non può lasciare presupposta la dimensione storica del suo stesso organizzarsi a sapere; 2) la giustificazione che eleva l’aspetto storico della scienza a una dimensione consaputa, non più presupposta, non può essere interpretata rimanendo all’interno delle coordinate teoriche in cui all’inizio del testo questa esigenza dimostrativa è formulata ‘storicamente’, pena un’assunzione non critica; 3) nel modo in cui la filosofia procede alla propria esposizione è in gioco una maniera inedita di elaborare un concetto di scienza che non ignora la dimensione in cui si riproduce come sapere, né però si limita a presupporre una scena (il contesto educativo, didattico, in cui le soggettività prenderebbero coscienza di sé) all’interno della quale sarebbe attiva. Il punto di arrivo delle analisi è un concetto cosmico moderno di filosofia. La filosofia rappresenta un’attività che si espone come discorso: consente ai soggetti di diventare soggetti di una scienza che si impara mentre viene eseguita e, in questo stesso processo, stabilisce la misura della propria verità, il proprio fine.