Presupposti. Sebbene la qualità della vita può migliorare dopo il trapianto di rene, i livelli di attività fisica raggiunti da tali pazienti rimangono ancora inferiori rispetto a quelli della popolazione generale. Inoltre, la prevalenza di sarcopenia e fragilità è alta nei pazienti nefrotrapiantati e sembra insorgere in età più giovane rispetto alla popolazione generale. In particolare, l'instabilità posturale è stata identificata come uno dei principali fattori che possono portare a esiti avversi come le cadute negli anziani; quindi, è plausibile ipotizzare che i pazienti nefrotrapiantati possano anche presentare un maggior rischio di caduta. Per di più, l'atrofia muscolare comunemente riscontrata nei nefrotapiantati, è stata associata ad un controllo posturale alterato e ad un aumento del rischio di caduta. Infine, gli effetti collaterali della terapia immunosoppressiva, che includono disturbi neurologici, come tremori e neuropatia periferica, possono anche inficiare il controllo posturale in tali pazienti. Partendo da questi presupposti, l'obiettivo generale di questo progetto è quello di caratterizzare i pazienti nefrotrapiantati dal punto di vista funzionale. Nello specifico, il progetto è stato impostato in tre fasi: confrontare l’equilibrio statico dei pazienti nefrotrapiantati con adulti sani, esplorare la prevalenza delle cadute nella popolazione nefrotrapiantata e infine coinvolgere tali pazienti in un programma di allenamento personalizzato e adattato. Al meglio delle nostre conoscenze, questo è il primo protocollo che studia il controllo posturale nella popolazione nefrotrapiantata e gli effetti di un programma di esercizio su tale abilità. Materiali e metodi. Per i tre obiettivi sono stati reclutati tre diversi campioni. Il primo era composto da 19 nefrotapiantati (KTRs) e 19 adulti sani (HA), di pari statura, peso ed età media, che sono i tre determinanti dell’equilibrio statico. In questo protocollo è stato valutato l’equilibrio statico in tre diverse condizioni: occhi aperti (EO), occhi chiusi (CE) e doppio compito (DT). Il secondo campione per il secondo obiettivo del progetto, era composto da 59 nefrotapiantati suddivisi in due gruppi, il primo costituito da 20 nefrotrapiantati con una storia di cadute nell'anno precedente la valutazione e il secondo composto da 39 pazienti senza storia di cadute. In questa fase è stata valutata: la paura di cadere tramite questionario (FES), l’equilibrio statico nelle stesse tre condizioni del primo protocollo, la forza degli arti superiori e inferiori rispettivamente con handgrip strength test e test isometrici e isocinetici per i muscoli estensori e flessori del ginocchio e della caviglia. Infine, per il terzo obiettivo sono stati reclutati 31 nefrotapiantati. Tali soggetti sono stati coinvolti in un programma di allenamento personalizzato e adattato (10 sessioni da un ora, 2 volte alla settimana) volto a migliorare la qualità della vita, la forza e l'equilibrio. Prima e dopo il periodo di allenamento, la capacità fisica dei pazienti è stata valutata utilizzando alcuni test campo inclusi nella batteria del Six Senior Fitness Test. Risultati. Il primo protocollo sperimentale ha confermato che i nefrotapiantati sono generalmente sedentari. Inoltre, le differenze tra nefrotapiantati e adulti sani nelle oscillazioni posturali in tutte le condizioni (EO, EC e DT) hanno rivelato che i nefrotapiantati presentano oscillazioni posturali maggiori rispetto i soggetti sani. Per quanto riguarda il secondo studio, 20 pazienti su 59 partecipanti allo studio (33.9%) hanno riportato almeno una caduta nell'anno precedente. Tale dato, suggerisce che la prevalenza delle cadute nei pazienti nefrotapiantati è da 1.6 a 4.3 volte maggiore rispetto a quella delle persone sane di pari età, il che è indicativo di un alto rischio di caduta. Inoltre, l'analisi della forza muscolare ha evidenziato una tendenza generale di scarsa forza degli arti superiori e inferiori nei soggetti caduti rispetto ai non caduti. Per quanto riguarda l'ultima parte del progetto, nonostante il numero limitato di sessioni di allenamento, i miglioramenti in tutti i test da campo sono stati statisticamente significativi. Conclusioni. I risultati hanno confermato che l'attività fisica adattata dovrebbe essere prescritta come terapia preventiva nei soggetti sottoposti a trapianto renale e che in tali pazienti, nonostante il miglioramento nella qualità della vita derivato dal trapianto, il rischio di cadute rimane elevato e i livelli di forza rimangono scarsi.
Postural Balance, Muscle Strength and History of Falls in Kidney Transplant Recipients. Equilibrio posturale, forza muscolare e storia di cadute nei pazienti nefrotrapiantati
GOBBO, STEFANO
2018
Abstract
Presupposti. Sebbene la qualità della vita può migliorare dopo il trapianto di rene, i livelli di attività fisica raggiunti da tali pazienti rimangono ancora inferiori rispetto a quelli della popolazione generale. Inoltre, la prevalenza di sarcopenia e fragilità è alta nei pazienti nefrotrapiantati e sembra insorgere in età più giovane rispetto alla popolazione generale. In particolare, l'instabilità posturale è stata identificata come uno dei principali fattori che possono portare a esiti avversi come le cadute negli anziani; quindi, è plausibile ipotizzare che i pazienti nefrotrapiantati possano anche presentare un maggior rischio di caduta. Per di più, l'atrofia muscolare comunemente riscontrata nei nefrotapiantati, è stata associata ad un controllo posturale alterato e ad un aumento del rischio di caduta. Infine, gli effetti collaterali della terapia immunosoppressiva, che includono disturbi neurologici, come tremori e neuropatia periferica, possono anche inficiare il controllo posturale in tali pazienti. Partendo da questi presupposti, l'obiettivo generale di questo progetto è quello di caratterizzare i pazienti nefrotrapiantati dal punto di vista funzionale. Nello specifico, il progetto è stato impostato in tre fasi: confrontare l’equilibrio statico dei pazienti nefrotrapiantati con adulti sani, esplorare la prevalenza delle cadute nella popolazione nefrotrapiantata e infine coinvolgere tali pazienti in un programma di allenamento personalizzato e adattato. Al meglio delle nostre conoscenze, questo è il primo protocollo che studia il controllo posturale nella popolazione nefrotrapiantata e gli effetti di un programma di esercizio su tale abilità. Materiali e metodi. Per i tre obiettivi sono stati reclutati tre diversi campioni. Il primo era composto da 19 nefrotapiantati (KTRs) e 19 adulti sani (HA), di pari statura, peso ed età media, che sono i tre determinanti dell’equilibrio statico. In questo protocollo è stato valutato l’equilibrio statico in tre diverse condizioni: occhi aperti (EO), occhi chiusi (CE) e doppio compito (DT). Il secondo campione per il secondo obiettivo del progetto, era composto da 59 nefrotapiantati suddivisi in due gruppi, il primo costituito da 20 nefrotrapiantati con una storia di cadute nell'anno precedente la valutazione e il secondo composto da 39 pazienti senza storia di cadute. In questa fase è stata valutata: la paura di cadere tramite questionario (FES), l’equilibrio statico nelle stesse tre condizioni del primo protocollo, la forza degli arti superiori e inferiori rispettivamente con handgrip strength test e test isometrici e isocinetici per i muscoli estensori e flessori del ginocchio e della caviglia. Infine, per il terzo obiettivo sono stati reclutati 31 nefrotapiantati. Tali soggetti sono stati coinvolti in un programma di allenamento personalizzato e adattato (10 sessioni da un ora, 2 volte alla settimana) volto a migliorare la qualità della vita, la forza e l'equilibrio. Prima e dopo il periodo di allenamento, la capacità fisica dei pazienti è stata valutata utilizzando alcuni test campo inclusi nella batteria del Six Senior Fitness Test. Risultati. Il primo protocollo sperimentale ha confermato che i nefrotapiantati sono generalmente sedentari. Inoltre, le differenze tra nefrotapiantati e adulti sani nelle oscillazioni posturali in tutte le condizioni (EO, EC e DT) hanno rivelato che i nefrotapiantati presentano oscillazioni posturali maggiori rispetto i soggetti sani. Per quanto riguarda il secondo studio, 20 pazienti su 59 partecipanti allo studio (33.9%) hanno riportato almeno una caduta nell'anno precedente. Tale dato, suggerisce che la prevalenza delle cadute nei pazienti nefrotapiantati è da 1.6 a 4.3 volte maggiore rispetto a quella delle persone sane di pari età, il che è indicativo di un alto rischio di caduta. Inoltre, l'analisi della forza muscolare ha evidenziato una tendenza generale di scarsa forza degli arti superiori e inferiori nei soggetti caduti rispetto ai non caduti. Per quanto riguarda l'ultima parte del progetto, nonostante il numero limitato di sessioni di allenamento, i miglioramenti in tutti i test da campo sono stati statisticamente significativi. Conclusioni. I risultati hanno confermato che l'attività fisica adattata dovrebbe essere prescritta come terapia preventiva nei soggetti sottoposti a trapianto renale e che in tali pazienti, nonostante il miglioramento nella qualità della vita derivato dal trapianto, il rischio di cadute rimane elevato e i livelli di forza rimangono scarsi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/94876
URN:NBN:IT:UNIPD-94876