Per la maggior parte dei paesi nel Medio Oriente e Nord Africa, il 2011 ha rappresentato l'inizio di un processo di cambiamenti politici, sociali ed economici. L'ondata rivoluzionaria che i media e il mondo accademico hanno genericamente chiamata la Primavera araba, iniziata in Tunisia, ha attraversato da Ovest a Est la regione intera portando alla caduta di quattro regimi autoritari: quello di Ben Ali in Tunisia (il 17 dicembre del 2010) seguito dal regime di Hosni Mubarak in Egitto (l'11 febbraio del 2011), Muammar Gheddafi in Libia (il 23 agosto del 2011) e quello d'Ali Abdullah Saleh in Yemen (il 23 novembre del 2011). L'ondata rivoluzionaria ha raggiunto la Siria, il Marocco, l'Algeria, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Regno Hashemita di Giordania, i Territori palestinesi, il Bahrain, l'Iraq, il Kuwait, il Libano e l'Oman. Per evitare lo scenario tunisino alcuni monarchi hanno adottato certe riforme richieste dai cittadini (come per esempio in Marocco e Giordania) oppure i leader hanno deciso di reprimere violentemente le rivolte (come è stato il caso in Yemen, Siria e Bahrein). I risultati delle rivoluzioni sono stati diversi nonostante gli obiettivi comuni come, per esempio, la rimozione dei dittatori corrotti e la volontà di ottenere importanti diritti politici. A seconda delle caratteristiche e dei fattori specifici di ciascun paese, dell'eredità storico, dello sviluppo di ogni istituzione statale, del coinvolgimento degli attori politici interni e internazionali, la Primavera araba si presenta con una grande diversità di effetti. La tesi intende evidenziare il fatto che dopo il 2011 l'evoluzione di ogni paese dipendeva ed è stata condizionata dai fattori interni. In vista di svolgere quest'analisi abbiamo scelto la situazione di tre paesi che condividono la storia e un patrimonio culturale comune, essendo allo stesso tempo molto diversi da punto di vista geografico, etnico e, a volte, religioso: la Tunisia, l'Egitto e la Siria. Ciascuno dei tre paesi a secondo della potenza europea che ha assunto un mandato intorno alla Prima guerra mondiale, ha assunto idee politiche e istituzioni europei (Parlamento, Costituzione), che adesso svolgono un ruolo importante nella vita politica e stimolano la transizione verso un processo democratico. La Primavera araba ha portato una serie di novità: per la prima volta in un paese arabo un partito islamista ha richiesto elezioni democratiche (EnNahda, in Tunisia); è stato eletto il primo presidente egiziano civile - fino a M. Morsi tutti i presidenti erano ufficiali dell'esercito egiziano; l'Internet fu uno strumento di grande utilità per l'intera area, utilizzato per accedere a una biblioteca virtuale dei diritti e delle libertà e anche un agorà politica; I capi degli Stati hanno cambiato atteggiamenti verso il livello della partecipazione dei cittadini al processo decisionale (in Arabia Saudita). La nostra tesi prende in considerazione la teoria proposta nel 1991 da Samuel P. Huntington nel suo volume „La terza ondata. I processi di democratizzazione alla fine del XX secolo”. Secondo l'autore, le rivoluzioni degli anni Novanta che caratterizzarono „l'impero esterno” sovietico potrebbero essere un modello per la democratizzazione del mondo arabo (vedi anche G. Altarozzi, „Analisi di due processi rivoluzionari: dalle rivoluzioni del 1989 alla “Rivoluzione dei Gelsomini”). L'obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il ruolo del rapporto tra le società del Medio Oriente e le idee politiche dell'Europa nella preparazione delle società ad accettare, interiorizzare e lottare per l'idea di democratizzazione, dopo lo scoppio delle rivoluzioni del 2011. Un'importante parte di questa tesi esamina il modo in cui la democrazia e la democratizzazione sono viste e definite dal Medio Oriente, a favore oppure contro questo processo, dato il fatto che l'Islam è una fonte di giurisprudenza e d'organizzazione della società. Anche se nei primi giorni dopo le rivoluzioni il mondo scientifico ha parlato del miraggio della democratizzazione o del risveglio islamico, nel senso in quale la rimozione delle dittature significa la riscossa sulla scena politica dei partiti islamisti (in Tunisia ed Egitto), le rivoluzioni non hanno avuto degli slogan democratici o religiosi. Quest'analisi mostrerà i passi concreti fatti dalla Tunisia verso la democratizzazione e le ragioni per cui l'Egitto si trova ad affrontare una difficile transizione, mentre l'esercito non ha mai rinunciato alla propria agenda politica. La Primavera araba è stata, tuttavia, una sfida enorme per la Siria che ha già inserito il quinto anno di guerra e per la quale fin'ora né la comunità internazionale, né l'opposizione siriana e nemmeno il dittatore Assad non hanno trovato una soluzione valida. Le conclusioni e i scenari delineati sugli sviluppi nella regione evidenziano il diretto e forte influsso sull'Europa: l'ondata di rifugiati / migranti, attacchi terroristici, crisi umanitaria, la limitazione delle democrazie occidentali.

Primavera araba, l'ondata "dell’impossibile democratizzazione”- Autoritarismo e democrazia in Tunisia, Egitto e Siria

GAJDO, ANA-MARIA
2017

Abstract

Per la maggior parte dei paesi nel Medio Oriente e Nord Africa, il 2011 ha rappresentato l'inizio di un processo di cambiamenti politici, sociali ed economici. L'ondata rivoluzionaria che i media e il mondo accademico hanno genericamente chiamata la Primavera araba, iniziata in Tunisia, ha attraversato da Ovest a Est la regione intera portando alla caduta di quattro regimi autoritari: quello di Ben Ali in Tunisia (il 17 dicembre del 2010) seguito dal regime di Hosni Mubarak in Egitto (l'11 febbraio del 2011), Muammar Gheddafi in Libia (il 23 agosto del 2011) e quello d'Ali Abdullah Saleh in Yemen (il 23 novembre del 2011). L'ondata rivoluzionaria ha raggiunto la Siria, il Marocco, l'Algeria, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Regno Hashemita di Giordania, i Territori palestinesi, il Bahrain, l'Iraq, il Kuwait, il Libano e l'Oman. Per evitare lo scenario tunisino alcuni monarchi hanno adottato certe riforme richieste dai cittadini (come per esempio in Marocco e Giordania) oppure i leader hanno deciso di reprimere violentemente le rivolte (come è stato il caso in Yemen, Siria e Bahrein). I risultati delle rivoluzioni sono stati diversi nonostante gli obiettivi comuni come, per esempio, la rimozione dei dittatori corrotti e la volontà di ottenere importanti diritti politici. A seconda delle caratteristiche e dei fattori specifici di ciascun paese, dell'eredità storico, dello sviluppo di ogni istituzione statale, del coinvolgimento degli attori politici interni e internazionali, la Primavera araba si presenta con una grande diversità di effetti. La tesi intende evidenziare il fatto che dopo il 2011 l'evoluzione di ogni paese dipendeva ed è stata condizionata dai fattori interni. In vista di svolgere quest'analisi abbiamo scelto la situazione di tre paesi che condividono la storia e un patrimonio culturale comune, essendo allo stesso tempo molto diversi da punto di vista geografico, etnico e, a volte, religioso: la Tunisia, l'Egitto e la Siria. Ciascuno dei tre paesi a secondo della potenza europea che ha assunto un mandato intorno alla Prima guerra mondiale, ha assunto idee politiche e istituzioni europei (Parlamento, Costituzione), che adesso svolgono un ruolo importante nella vita politica e stimolano la transizione verso un processo democratico. La Primavera araba ha portato una serie di novità: per la prima volta in un paese arabo un partito islamista ha richiesto elezioni democratiche (EnNahda, in Tunisia); è stato eletto il primo presidente egiziano civile - fino a M. Morsi tutti i presidenti erano ufficiali dell'esercito egiziano; l'Internet fu uno strumento di grande utilità per l'intera area, utilizzato per accedere a una biblioteca virtuale dei diritti e delle libertà e anche un agorà politica; I capi degli Stati hanno cambiato atteggiamenti verso il livello della partecipazione dei cittadini al processo decisionale (in Arabia Saudita). La nostra tesi prende in considerazione la teoria proposta nel 1991 da Samuel P. Huntington nel suo volume „La terza ondata. I processi di democratizzazione alla fine del XX secolo”. Secondo l'autore, le rivoluzioni degli anni Novanta che caratterizzarono „l'impero esterno” sovietico potrebbero essere un modello per la democratizzazione del mondo arabo (vedi anche G. Altarozzi, „Analisi di due processi rivoluzionari: dalle rivoluzioni del 1989 alla “Rivoluzione dei Gelsomini”). L'obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il ruolo del rapporto tra le società del Medio Oriente e le idee politiche dell'Europa nella preparazione delle società ad accettare, interiorizzare e lottare per l'idea di democratizzazione, dopo lo scoppio delle rivoluzioni del 2011. Un'importante parte di questa tesi esamina il modo in cui la democrazia e la democratizzazione sono viste e definite dal Medio Oriente, a favore oppure contro questo processo, dato il fatto che l'Islam è una fonte di giurisprudenza e d'organizzazione della società. Anche se nei primi giorni dopo le rivoluzioni il mondo scientifico ha parlato del miraggio della democratizzazione o del risveglio islamico, nel senso in quale la rimozione delle dittature significa la riscossa sulla scena politica dei partiti islamisti (in Tunisia ed Egitto), le rivoluzioni non hanno avuto degli slogan democratici o religiosi. Quest'analisi mostrerà i passi concreti fatti dalla Tunisia verso la democratizzazione e le ragioni per cui l'Egitto si trova ad affrontare una difficile transizione, mentre l'esercito non ha mai rinunciato alla propria agenda politica. La Primavera araba è stata, tuttavia, una sfida enorme per la Siria che ha già inserito il quinto anno di guerra e per la quale fin'ora né la comunità internazionale, né l'opposizione siriana e nemmeno il dittatore Assad non hanno trovato una soluzione valida. Le conclusioni e i scenari delineati sugli sviluppi nella regione evidenziano il diretto e forte influsso sull'Europa: l'ondata di rifugiati / migranti, attacchi terroristici, crisi umanitaria, la limitazione delle democrazie occidentali.
27-feb-2017
Italiano
democrazia; autoritarismo; Islam; diritti e libertà; legittimità
ALTAROZZI, GIORDANO
SAGGIORO, Alessandro
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Tesi dottorato Gajdo

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/94890
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-94890