La tesi mira ad analizzare l’istituto giuridico della delegazione di nell’ordinamento dell’Unione europea ed a definire le caratteristiche e i limiti che tale fenomeno è tenuto a rispettare alla luce dei principi costituzionali di questo ordinamento. Lo studio, pertanto, elabora una definizione di delegazione di poteri che, sulla base delle tradizioni giuridiche degli Stati membri e alla luce delle peculiarità istituzionali dell’UE, sia applicabile a questo ordinamento giuridico e individua le forme di delegazione emerse in questo contesto, in particolare la delegazione a favore della Commissione europea ai sensi degli Articoli 290 e 291 TFUE, del Consiglio dell’UE, della Banca centrale europea e delle agenzie dell’Unione. Oltre ad una disamina dell’evoluzione, struttura e natura dei poteri delegati alle diverse istituzioni e organismi, è esaminato il quadro giuridico applicabile a ciascun sistema di delegazione, analizzando il diritto positivo e la giurisprudenza pertinente in relazione all’atto di delega, alle procedure per l’esercizio dei poteri delegati, alla posizione degli atti nella gerarchia delle fonti e al controllo giurisdizionale degli stessi. La ricerca riconosce, al di là delle peculiarità attinenti a ciascun sistema di delegazione, principi comuni e dinamiche che dimostrano come la delegazione di poteri sia retta da un quadro giuridico coerente e applicabile orizzontalmente alle diverse forme di delegazione. In particolare, l’atto di delega è tenuto, in primo luogo, a rispettare le prerogative del legislatore che solo è legittimato a stabilire gli elementi essenziali della materia. Nonostante le incertezze sulla precisa definizione di “elementi essenziali” che la recente giurisprudenza ha in parte mitigato, questo principio determina l’esistenza di un ambito riservato al legislatore in cui la delegazione è preclusa. In secondo luogo, l’atto di delega deve stabilire in maniera specifica i poteri delegati, identificando chiaramente i limiti in modo da consentire un controllo effettivo, anche giurisdizionale, sull’esercizio ultra vires della delegazione. In questo senso, maggiore è la precisione nella definizione dei poteri delegati, più intenso può essere lo scrutinio della Corte nel giudizio di legittimità della delegazione. In terzo luogo, le problematiche attinenti alla base giuridica sono analizzate, rilevando come l’uso dell’Articolo 114 TFUE per la delegazione di poteri alle Commissione e alle agenzie sia problematico nonostante l’avvallo della Corte. Inoltre, l’assenza di una specifica Delegationsnorm per alcune forme di delegazione è discussa, rilevando la peculiarità della concezione di principio di legalità nell’ordinamento giuridico dell’UE. Mentre l’analisi dei limiti applicabili all’atto di delega dimostra una sostanziale omogeneità, la disamina dei limiti e dei controlli sull’esercizio dei poteri delegati ha fatto emergere la diversità delle procedure, della forma e della collocazione gerarchica degli atti risultanti dalla delegazione. Ad eccezione della delegazione ai sensi dell’Articolo 290 TFUE, i meccanismi di controllo, infatti, non appaiono seguire la catena di delegazione delineata, ma riflettono la struttura composita del quadro istituzionale dell’UE. In questo senso, a seconda della natura dei poteri conferiti, sono espressione dell’equilibrio istituzionale tra le istituzioni coinvolte, nella sua accezione comprendente gli Stati membri. Infine, il controllo giurisdizionale degli atti derivanti dalla delegazione è riconosciuto come condicio sine qua non per la legittimità di questo istituto giuridico. L’analisi della applicazione dei limiti e principi individuati nelle diverse forme di delegazione, tuttavia, presenta criticità e lacune che sollevano dubbi sull’effettivo rispetto dei principi di legalità e di equilibrio istituzionale. In particolare, le recenti tendenze emerse in relazione all’esercizio dei poteri delegati ai sensi degli Articoli 290 e 291 TFUE, l’assenza di specifici controlli procedurali in relazione alla delegazione al Consiglio, nonché gli specifici problemi relativi alla delegazione alla Banca centrale europea e la problematica posizione delle agenzie prive di una base giuridica e un chiaro ruolo istituzionale in diritto primario, determinano una parziale inadeguatezza del quadro giuridico esistente. Pertanto, alla luce delle criticità emerse, la tesi termina con alcune raccomandazioni per il rafforzamento del quadro giuridico esistente, in particolare con riferimento ad un’espressa previsione della delegazione alle agenzie nel testo del Trattato e allo sviluppo di un quadro giuridico comune alle forme di delegazione che garantisca pienamente il rispetto delle esigenze di democrazia e legittimità nell’ordinamento dell’UE.
Towards a legal framework for the delegation of powers in the EU legal system
VOLPATO, ANNALISA
2018
Abstract
La tesi mira ad analizzare l’istituto giuridico della delegazione di nell’ordinamento dell’Unione europea ed a definire le caratteristiche e i limiti che tale fenomeno è tenuto a rispettare alla luce dei principi costituzionali di questo ordinamento. Lo studio, pertanto, elabora una definizione di delegazione di poteri che, sulla base delle tradizioni giuridiche degli Stati membri e alla luce delle peculiarità istituzionali dell’UE, sia applicabile a questo ordinamento giuridico e individua le forme di delegazione emerse in questo contesto, in particolare la delegazione a favore della Commissione europea ai sensi degli Articoli 290 e 291 TFUE, del Consiglio dell’UE, della Banca centrale europea e delle agenzie dell’Unione. Oltre ad una disamina dell’evoluzione, struttura e natura dei poteri delegati alle diverse istituzioni e organismi, è esaminato il quadro giuridico applicabile a ciascun sistema di delegazione, analizzando il diritto positivo e la giurisprudenza pertinente in relazione all’atto di delega, alle procedure per l’esercizio dei poteri delegati, alla posizione degli atti nella gerarchia delle fonti e al controllo giurisdizionale degli stessi. La ricerca riconosce, al di là delle peculiarità attinenti a ciascun sistema di delegazione, principi comuni e dinamiche che dimostrano come la delegazione di poteri sia retta da un quadro giuridico coerente e applicabile orizzontalmente alle diverse forme di delegazione. In particolare, l’atto di delega è tenuto, in primo luogo, a rispettare le prerogative del legislatore che solo è legittimato a stabilire gli elementi essenziali della materia. Nonostante le incertezze sulla precisa definizione di “elementi essenziali” che la recente giurisprudenza ha in parte mitigato, questo principio determina l’esistenza di un ambito riservato al legislatore in cui la delegazione è preclusa. In secondo luogo, l’atto di delega deve stabilire in maniera specifica i poteri delegati, identificando chiaramente i limiti in modo da consentire un controllo effettivo, anche giurisdizionale, sull’esercizio ultra vires della delegazione. In questo senso, maggiore è la precisione nella definizione dei poteri delegati, più intenso può essere lo scrutinio della Corte nel giudizio di legittimità della delegazione. In terzo luogo, le problematiche attinenti alla base giuridica sono analizzate, rilevando come l’uso dell’Articolo 114 TFUE per la delegazione di poteri alle Commissione e alle agenzie sia problematico nonostante l’avvallo della Corte. Inoltre, l’assenza di una specifica Delegationsnorm per alcune forme di delegazione è discussa, rilevando la peculiarità della concezione di principio di legalità nell’ordinamento giuridico dell’UE. Mentre l’analisi dei limiti applicabili all’atto di delega dimostra una sostanziale omogeneità, la disamina dei limiti e dei controlli sull’esercizio dei poteri delegati ha fatto emergere la diversità delle procedure, della forma e della collocazione gerarchica degli atti risultanti dalla delegazione. Ad eccezione della delegazione ai sensi dell’Articolo 290 TFUE, i meccanismi di controllo, infatti, non appaiono seguire la catena di delegazione delineata, ma riflettono la struttura composita del quadro istituzionale dell’UE. In questo senso, a seconda della natura dei poteri conferiti, sono espressione dell’equilibrio istituzionale tra le istituzioni coinvolte, nella sua accezione comprendente gli Stati membri. Infine, il controllo giurisdizionale degli atti derivanti dalla delegazione è riconosciuto come condicio sine qua non per la legittimità di questo istituto giuridico. L’analisi della applicazione dei limiti e principi individuati nelle diverse forme di delegazione, tuttavia, presenta criticità e lacune che sollevano dubbi sull’effettivo rispetto dei principi di legalità e di equilibrio istituzionale. In particolare, le recenti tendenze emerse in relazione all’esercizio dei poteri delegati ai sensi degli Articoli 290 e 291 TFUE, l’assenza di specifici controlli procedurali in relazione alla delegazione al Consiglio, nonché gli specifici problemi relativi alla delegazione alla Banca centrale europea e la problematica posizione delle agenzie prive di una base giuridica e un chiaro ruolo istituzionale in diritto primario, determinano una parziale inadeguatezza del quadro giuridico esistente. Pertanto, alla luce delle criticità emerse, la tesi termina con alcune raccomandazioni per il rafforzamento del quadro giuridico esistente, in particolare con riferimento ad un’espressa previsione della delegazione alle agenzie nel testo del Trattato e allo sviluppo di un quadro giuridico comune alle forme di delegazione che garantisca pienamente il rispetto delle esigenze di democrazia e legittimità nell’ordinamento dell’UE.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/94931
URN:NBN:IT:UNIPD-94931