Nessun compositore è in grado di guidarci attraverso la grande fioritura della musicologia del secolo diciannovesimo più di quanto possa farlo Johannes Brahms. L’interesse che egli nutriva per il passato andava oltre le esigenze poste dal suo mestiere: al di là del bisogno di consolidare, attraverso l’esempio degli antichi maestri, il proprio bagaglio tecnico di compositore. Brahms possedeva la curiosità, l’intuito, l’acribia che può avere un filologo e uno storico allorché interroga i documenti del passato per ricostruirli e interpretarli criticamente. Gli incontri di Brahms con alcuni tra i più importanti musicologi della sua epoca rappresentano un punto di vista esclusivo dal quale si può osservare lo sviluppo della musica colta occidentale non soltanto in virtù della grandezza del compositore, ma anche perché nella seconda metà dell’Ottocento, la musicologia è come se scoprisse sé stessa. Grazie a figure di studiosi quali Jahn, Nottebohm, Chrysander, Spitta, questa disciplina riconosce la vastità del proprio orizzonte conoscitivo, la ricchezza dei propri strumenti di ricerca, la problematicità della conoscenza storica dei fatti musicali. Dal suo punto di osservazione Brahms ha partecipato di questo processo sia come lettore attento sia stringendo con questi studiosi un rapporto di conoscenza diretta testimoniato anzitutto dal suo epistolario. Le lettere edite ed inedite tra il compositore e alcuni di questi musicologi sono dunque le fonti principali di questa ricerca. Allo stesso tempo, proprio per interpretare fonti così delicate, si è stati necessariamente richiamati ad uscire dalla loro dimensione ‘privata’ per collocarle all’interno di un ‘campo di tensione’ dove esse sono poste a dialogo da un lato con le composizioni musicali dell’artista, dall’altro con le stesse opere saggistiche realizzate dagli studiosi. Nel primo capitolo si è cercato di offrire una preliminare ricostruzione delle tematiche della musicologia austro-tedesca dando particolare risalto alla funzione esemplare svolta dalla filologia classica a partire dalla stessa formazione dei musicologi. Successivamente, nel capitolo secondo, dopo aver presentato la natura e l’estensione delle fonti per lo studio del rapporto fra Brahms e la musicologia del suo tempo si è discusso criticamente la letteratura specialistica sul tema. Il cuore della ricerca è costituito dalla ricostruzione di due incontri che si è valutato come i più significativi: quelli che hanno visto Brahms testimone partecipe delle ricerche di studiosi così diversi come Philipp Spitta e Gustav Nottebohm. Nell’ambito di studi prescelto, nel genere storiografico praticato, nello stile, questi autori erano come agli antipodi, eppure per entrambi Brahms fu una sorta di primo lector in fabula, l’incarnazione di una civiltà musicale e culturale in grado di comprendere e giustificare i loro sforzi. Proprio attraverso la ricostruzione di questi incontri, la ricerca vuole mostrare come si possa tornare alla musica di un così importante compositore per conoscerla da una nuova prospettiva.

Brahms e la musicologia del secondo Ottocento attraverso il rapporto con Philipp Spitta e Gustav Nottebohm

MASTRANGELO, DANIELE
2017

Abstract

Nessun compositore è in grado di guidarci attraverso la grande fioritura della musicologia del secolo diciannovesimo più di quanto possa farlo Johannes Brahms. L’interesse che egli nutriva per il passato andava oltre le esigenze poste dal suo mestiere: al di là del bisogno di consolidare, attraverso l’esempio degli antichi maestri, il proprio bagaglio tecnico di compositore. Brahms possedeva la curiosità, l’intuito, l’acribia che può avere un filologo e uno storico allorché interroga i documenti del passato per ricostruirli e interpretarli criticamente. Gli incontri di Brahms con alcuni tra i più importanti musicologi della sua epoca rappresentano un punto di vista esclusivo dal quale si può osservare lo sviluppo della musica colta occidentale non soltanto in virtù della grandezza del compositore, ma anche perché nella seconda metà dell’Ottocento, la musicologia è come se scoprisse sé stessa. Grazie a figure di studiosi quali Jahn, Nottebohm, Chrysander, Spitta, questa disciplina riconosce la vastità del proprio orizzonte conoscitivo, la ricchezza dei propri strumenti di ricerca, la problematicità della conoscenza storica dei fatti musicali. Dal suo punto di osservazione Brahms ha partecipato di questo processo sia come lettore attento sia stringendo con questi studiosi un rapporto di conoscenza diretta testimoniato anzitutto dal suo epistolario. Le lettere edite ed inedite tra il compositore e alcuni di questi musicologi sono dunque le fonti principali di questa ricerca. Allo stesso tempo, proprio per interpretare fonti così delicate, si è stati necessariamente richiamati ad uscire dalla loro dimensione ‘privata’ per collocarle all’interno di un ‘campo di tensione’ dove esse sono poste a dialogo da un lato con le composizioni musicali dell’artista, dall’altro con le stesse opere saggistiche realizzate dagli studiosi. Nel primo capitolo si è cercato di offrire una preliminare ricostruzione delle tematiche della musicologia austro-tedesca dando particolare risalto alla funzione esemplare svolta dalla filologia classica a partire dalla stessa formazione dei musicologi. Successivamente, nel capitolo secondo, dopo aver presentato la natura e l’estensione delle fonti per lo studio del rapporto fra Brahms e la musicologia del suo tempo si è discusso criticamente la letteratura specialistica sul tema. Il cuore della ricerca è costituito dalla ricostruzione di due incontri che si è valutato come i più significativi: quelli che hanno visto Brahms testimone partecipe delle ricerche di studiosi così diversi come Philipp Spitta e Gustav Nottebohm. Nell’ambito di studi prescelto, nel genere storiografico praticato, nello stile, questi autori erano come agli antipodi, eppure per entrambi Brahms fu una sorta di primo lector in fabula, l’incarnazione di una civiltà musicale e culturale in grado di comprendere e giustificare i loro sforzi. Proprio attraverso la ricostruzione di questi incontri, la ricerca vuole mostrare come si possa tornare alla musica di un così importante compositore per conoscerla da una nuova prospettiva.
20-feb-2017
Italiano
PIPERNO, Franco
ROSTAGNO, ANTONIO
SENICI, EMANUELE GIUSEPPE
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/95463
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-95463